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MAL D’ASIA: ‘IN ITALIA DICEVANO CHE ERO UNA TROIA. PER LORO NON ERO L’AGNELLINO SACRIFICALE CHE È LA DONNA CHE CAMMINA PER STRADA. SOLO LEI PUÒ ESSERE STUPRATA’ - VIDEO - LA ARGENTO AL PARLAMENTO EUROPEO: ‘DOPO AVER DENUNCIATO LO STUPRO DI WEINSTEIN SONO CADUTA IN DEPRESSIONE. NON LO PERDONO, QUELL'UOMO È ANCORA LÀ FUORI, È IN UNA SPA, ALTRO CHE CLINICA, E NON C'È NESSUNA CURA PER QUELLI COME LUI’ - ROSE MCGOWAN: ‘LE ATTRICI FRANCESI COME CATHERINE DENEUVE VIVONO NELLA MENZOGNA CHE IO HO RIFIUTATO. RONAN FARROW? ASCOLTA, MA ANCHE LUI HA I SUOI INTERESSI’

VIDEO - ASIA ARGENTO: ‘DOPO AVER DENUNCIATO IL MIO STUPRO SONO CADUTA IN DEPRESSIONE’

 

 

 

1. ROSE MCGOWAN " DENUNCIANDO WEINSTEIN HO SCATENATO I DEMONI"

Anna Lombardi per la Repubblica

 

rose mcgowan weinstein

È stato come prendere un machete ed entrare in una foresta fitta e priva di sentieri che brucia. Esporsi è stato orribile. Come darsi in pasto ai porci». In un albergo di Roma affacciato sul Tevere Rose McGowan, 44 anni, sceglie con cura le parole.

 

L' ex attrice ( Scream, Phantom la saga Streghe) che per prima ha infranto la legge del silenzio di Hollywood accusando di stupro quello che fino ad allora era l' indiscusso re degli studios Harvey Weinstein, mette subito le cose in chiaro attraverso l' editore: «di lui non parlo. Ho detto tutto nel libro».

 

rose mcgowan asia argento

Salvo poi definirlo nel corso della conversazione "il mostro" o "il maiale". Nata nel 1973 in Italia all' interno della setta dei Bambini di Dio dove gli abusi sessuali erano abituali, McGowan ha raccontato la sua vita difficile nel libro BRAVE, "coraggiosa", edito da Harper Collins. È in Italia per girare Citizen Rose, il documentario in 5 puntate dove racconta la sua vita dopo quella vicenda «Capisco solo qualche parola d' italiano: ma nei sogni ancora lo parlo. Poi devo chiamare mia madre per farmi tradurre cosa ho detto».

 

Quanto le è costato parlare?

«Ho dovuto richiamare in vita i miei fantasmi. È servita tanta determinazione. E il coraggio che dà il titolo al libro e che per me significa fare quel che devi anche se hai paura».

 

Denunciare era un dovere?

rose mcgowan asia argento

«Un modo per aiutare un mondo che pure non è stato tenero con me. È servito: ne sono orgogliosa. Molti però hanno colto solo il lato pruriginoso. Per questo ho smesso di parlarne con certa stampa».

 

Poco tempo fa ha però svelato a Ronan Farrow, autore dell' articolo sul "New Yorker" che a ottobre fece luce sullo scandalo, di avere altri nomi in canna.

«Se volessi potrei far esplodere il mondo. Ma il mio scopo era solo svegliare coscienze e menti. Ho raccontato solo una parte sterilizzata della mia vita, più dura di così. Certo Ronan ascolta e capisce più di altri. Ma anche lui hai suoi interessi. Ad avermi compresa, semmai, è molta gente comune».

 

Ha avuto numerosi attestati di solidarietà?

«Soprattutto da estranei. Uomini e donne».

 

Chi le è stato più vicino?

«Mia zia Rory. E Asia Argento: abbiamo parlato tanto di cosa significhi esporsi. Voi media italiani l' avete massacrata: come per anni gli americani hanno fatto con me, con la differenza che Weinstein li pagava per denigrarmi».

 

asia argento ronan farrow

Repubblica ha preso posizione pubblicando la lettera di solidarietà di 120 attrici italiane, poi quella di oltre 100 giornaliste...

«E di questo vi sono grata. Ogni attestato di solidarietà conta; la solidarietà richiede coraggio».

 

Perché denunciare è così difficile?

«Guardare alle umiliazioni subite non è facile. Svelare molestie e stupri è come gettare una molotov in una stanza. Mette fine alla tua vita così come la conosci».

 

Della lettera delle attrici francesi contro il movimento MeToo cosa pensa?

«Che forse anche Catherine Deneuve fatica a guardarsi indietro. Vivono nella menzogna che io ho rifiutato. Ma per la cronaca io non appartengo al MeToo».

 

#MeToo è l' hashtag lanciato dalla sua amica Alyssa Milano...

«Collega, non amica. E non lo ha inventato lei ma Tarana Burke nel 2006. Riconosco però che nell' era dei social ha dato la possibilità di usare un nuovo linguaggio per dire "è successo anche a me"».

 

ASHLEY JUDD HARVEY WEINSTEIN VINCE VAUGHN

Ha visto gli Oscar?

«No. Perché avrei dovuto? È tutto così finto. Mentono per proteggere il loro status quo.

Sono una setta anche loro, un culto molto pericoloso: hanno influenza sul mondo».

 

Non pensa che col fondo Time' s Up le attrici di Hollywood stanno cercando di fare qualcosa di concreto?

«Non andranno lontano. Sono legate ai loro agenti, spesso molestatori che ora si nascondono. Non dubito ci siano persone in buona fede. Ma forse non conoscono quel mondo come lo conosco io».

 

Lo scandalo, il libro, un documentario. E ora?

«Ora vivo. Provo a rimettere insieme la mia vita. Faccio fotografie. Ho diretto Dawn, nominato al Sundance per il premio della giuria nel 2014. E ho inciso anche un disco.

La vita ricomincia per me».

 

 

2. ASIA ARGENTO: IN ITALIA SONO SOLO UNA CHE NON VALE UNO STUPRO

Alberto d’Argenio per la Repubblica

 

Registra, conserva il nastro perché se scrivi qualcosa di diverso da quello che dico poi vedi...». Asia Argento è seduta al bar del Parlamento europeo di Bruxelles. Mickey Mouse, si chiama la sala per via delle sedie colorate che la riempiono.

Nome che stride con lo stato d' animo dell' attrice che per prima lo scorso settembre ha denunciato Harvey Weinstein.

 

asia argento weinstein

«Sono qui per portare la testimonianza di quello che ho vissuto e di come solo in Italia la mia storia è stata deformata: dicevano che non ero stata violentata, che una come me non merita nemmeno di essere stuprata». Primo pomeriggio, vigilia dell' 8 marzo, l' Europarlamento celebra la giornata internazionale delle donne. Asia ha il piglio determinato, l' aggressività di chi ha sofferto emerge così come qualche tatuaggio sfugge dalla giacca scura. È tutto un conflitto tra garbo e rabbia. L' intervista era stata programmata per raccontare la sua proposta di allungare i tempi di prescrizione per le denunce di violenze sessuali. Ma Asia è un fiume in piena, del tema parlerà di sfuggita.

 

jennifer lawrence e harvey weinstein

Come sono stati gli ultimi mesi?

«Non so se riuscirò mai a guarire questa ferita, la violenza mi ha cambiato profondamente.

Sono diventata scontrosa, non mi fido più di nessuno, votata alla solitudine. Ancora mi fa male parlarne. Rivivere il trauma sotto gli occhi di tutti è stato quasi peggio di allora. Sono caduta in una enorme depressione non solo per come sono stata trattata in Italia, ma perché ho rivissuto il trauma, anche nel mio corpo: tremavo, così come tremavo durante lo stupro. Ecco, questo tremore del corpo, questa paura del mondo, questo sentirsi terribilmente soli...».

 

 

Chi le è stato vicino?

«Il mio compagno, e poi mi sono ripresa grazie al movimento #MeToo e ai movimenti femministi in giro per il mondo».

 

Poco dopo Asia racconterà al seminario organizzato dall' Europarlamento la difficoltà di mettere al corrente la famiglia, la figlia di 16 anni e il figlio di 9, il padre Dario Argento («non sapeva nulla») dello stupro del 1997 poco prima che la sua storia uscisse sul New Yorker.

 

ben affleck harvey weinstein

Come si è spiegata gli attacchi in Italia?

«Sono sempre stata vista come una persona troppo disinibita, fuori dal coro. Ho pagato il prezzo dell' indipendenza. E poi c' è un enorme problema culturale: per loro non ero la vittima perfetta, l' agnellino sacrificale che è la donna che cammina per strada. Solo lei può essere stuprata».

 

L' hanno criticata per non avere denunciato subito Weinstein: come risponde?

«Che a vent' anni non avrei potuto farlo, non era facile parlarne, non era facile nemmeno ammetterlo con me stessa. Uno si sente in colpa».

 

Cosa l' ha spinta a parlare?

uma thurman e weinstein a cena

«Non l' avrei fatto, ma poi mi ha chiamato Ronan Farrow che non so come aveva scoperto la mia storia, il mio segreto più oscuro. In quel momento mi sono sentita in dovere di parlare, soprattutto quando ho saputo che erano coinvolte altre vittime. Così ho denunciato Weinstein e ho rischiato tutto perché se le altre donne non mi avessero seguito lui avrebbe potuto rovinarmi. Quando ho saputo che aveva assoldato delle spie ho capito di avere rischiato la vita».

 

Come si può migliorare la condizione delle donne?

«Con un lavoro contro questa cultura sessista e patriarcale. Certo, ci sono anche le madri che trattano i figli maschi in modo diverso dalle figlie femmine. Bisogna partire dalle famiglie, dalle scuole. Difficile in Italia dove la misoginia è così radicata. Basta vedere Berlusconi, come le sue tv rappresentano le donne: se le ragazze hanno come punto di riferimento le veline come potranno dimostrare di essere brillanti e intelligenti?».

 

harvey weinstein

Cosa consiglia alle ragazze che subiscono una violenza?

«I media italiani dicevano che ero una troia, che me l' ero cercata. Un pessimo messaggio per chi vuole denunciare: hanno detto loro che non saranno credute, che saranno umiliate. E non mi sento di dirgli di andare dalla polizia dopo che a Firenze i Carabinieri hanno interrogato per 15 ore due ragazze chiedendo loro se fossero attratte dagli uomini in divisa e se portavano le mutandine. Per questo dico alle vittime di andare dai gruppi femministi dove troveranno avvocati che le proteggeranno gratuitamente. Inoltre in Italia c' è una prescrizione per le molestie di tre mesi e per lo stupro di sei mesi. Poi la denuncia non è più valida. Questi termini vanno cambiati, è troppo poco tempo per elaborare un trauma così grave e uscire allo scoperto».

 

WEINSTEIN GEORGINA CHAPMAN

Poco dopo questa intervista Asia si aprirà pubblicamente. La sua testimonianza verrà salutata da un forte applauso che lei ricambierà, scossa, con una lacrima.

E a chi chiederà se ha perdonato Weinstein risponderà: «No, noi vogliamo giustizia. Quell' uomo è ancora là fuori, è in una spa, altro che clinica, e non c' è nessuna cura per quelli come lui. Sono come i serial killer, non cambiano mai».

 

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