
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Jacopo D'Orsi per "la Stampa"
Sparito dal campo da settimane, non c'è traccia di Mario Balotelli nemmeno dove il Milan e le altre pretendenti speravano di trovarlo, a 24 ore dall'apertura del mercato: la vetrina dei campioni pronti a cambiare aria. L'ennesima esclusione decisa da Mancini, che anche ieri non l'ha portato nemmeno in panchina (3-0 allo Stoke), sembra non cambiare di una virgola la strategia del Manchester City, bloccando sul nascere ogni trattativa.
E non è questione di ingaggio o cartellino, almeno stando a quel che dice l'allenatore: c'entra direttamente lo sceicco Mansour. «Gli piace molto il talento di Mario - ha rivelato Mancini al «Sun» - e sa che con il suo nome porta in giro per il mondo il marchio del City».
Ergo: lo sceicco continuerà a tenerselo stretto, soprattutto ricordando i milioni versati a Moratti (28) nel 2010 per strapparlo all'Inter. «Questa è una società che non getta i propri capitali dalla finestra argomenta Mancini -: penso che il futuro di Balotelli sia qui, ma dipende soprattutto da lui».
Il problema, o la speranza se la si guardava dalla Milano rossonera, sta proprio qui. Da tempo Balotelli, che vive un periodo delicato anche a livello familiare dopo l'arresto del fratello Enock e la nascita della presunta figlia Pia ed è stato bacchettato anche dall'ex ct Lippi («Non lo convocavo perché ne faceva troppe, ma sarà il futuro della Nazionale»), è diventato una zavorra per il City: in questa stagione ha segnato solo 3 gol e non gioca dal 9 dicembre, dal derby perso in casa con lo United (sempre a +7 con il 4-0 a Wigan).
Numeri e circostanze che avevano spinto gli inglesi a considerarne la cessione, magari in prestito oneroso vista la quotazione non proprio da saldi (35 milioni). Fino all'assist di Mansour, cui ieri se n'è aggiunto un altro arrivato dal campo: l'infortunio di Aguero (15 giorni di stop), che potrebbe regalare a SuperMario un'altra chance, magari già sabato in Fa Cup con il Watford. «Negli ultimi giorni è tornato ad allenarsi con i compagni - ha spiegato Platt, assistente di Mancini -. Adesso ha tre giorni per prepararsi bene». Sarà la volta buona?
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