DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE…
Lettera di Massimiliano Parente a Dagospia
Caro Dago, di tanto in tanto spunta il refrain delle dimensioni: contano o non contano? Ma certo che contano, e non date retta alle pornostar. Glielo vanno a chiedere e Asa Akira risponde «più grande non è sinonimo di migliore», Aaliya Love «quello che conta è il desiderio», mentre Siri è «una fan dell’uomo medio» e per Gianna Michaels «la chimica vince su tutto».
Va da sé, per loro il sesso è un business e non sono sceme, pur concedendo ogni orifizio per lavoro non vogliono apparire troie, e soprattutto sanno che hanno un pubblico di normodotati, il quale però vuole vedere dei cazzoni sullo schermo, motivo forse per cui in Giappone censurano i genitali. Non per altro nei motori di ricerca porno esiste la categoria (gettonatissima) del big cock, e nessuno va a cercare i little. L’unica sincera è stata Katja Kassin: «Devo sentire la mia vagina fare stretching». Ma non è solo questione di strecthing.
Anzitutto il cazzo è l’oggetto simbolico per eccellenza, Freud ci ha perso la testa, vedeva simboli fallici ovunque e li collezionava perfino, e come tutti i simboli più è grande è meglio è. Non per altro l’Impero Romano e anche il fascismo avevano scelto come uccello simbolo di potere l’aquila, non il passerotto. E senza andare a scomodare le pornostar basta origliare i discorsi sessuali delle quindicenni odierne cresciute con Sex & The City, la questione fanno molto più corta: «quanto ce l’ha lungo il tuo?».
Ogni discorso sotteso a dire che le dimensioni non contano è consolatorio e populista e politicamente corretto, è come dire che non conta l’altezza dell’asticella nel salto in alto, o che la velocità non conta per diventare Valentino Rossi: l’importante, della moto, è saperla usare. Purché tu vada al mondiale con una Yamaha YZM-R1 e non in vespa.
Non si capisce poi perché l’argomentazione del saperlo usare sia contrapposta alle dimensioni: le due cose non sono incompatibili. Analogalmente si potrebbe sostenere che l’altezza del tacco in una donna non conta, l’importante è essere comode: fatto sta che una scarpa con tacco a spillo di dodici centimetri è eccitante, le ballerine lo fanno ammosciare perfino a Rocco Siffredi.
Idem per le tette, a molti uomini, tra cui il sottoscritto, piacciono piccole, ma sarebbe ridicolo sostenere che le tette non contano o contano solo per le donne: nessuna campagna di sensibilizzazione per le prime o le seconde riuscirà a smontare il mito di una quarta (e è l’unica spiegazione al detto del "partire in quarta", se parti in quarta in automobile resti dove sei).
Tornando alle pornostar, a portare acqua al mulino della topica genitalista, c’è Nikki Benz che dichiara: «gli uomini non capiscono che quando è troppo grande può far male. La vagina è tarata su peni dai 15 cm ai 18, i miei preferiti». Ancora con questa storia dei 15 cm? In ogni caso, per la vagina ok, ma il culo per quanti cm è tarato?
Bacini,
Massimiliano Parente
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