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Paolo Mastrolilli per la Stampa
Tre mesi prima che Steve Jobs morisse, la figlia Lisa, che per anni aveva disconosciuto, era al suo capezzale.
Andando al bagno, aveva trovato uno spray di essenze alla rosa e se l' era spruzzato addosso. Essendo naturale, nel frattempo il profumo aveva assunto il normale sentore di un fiore che decade, utile a nascondere gli odori lasciati dal passaggio nella toilette.
Rientrata nella stanza, Lisa si era avvicinata al letto di Steve, lo aveva abbracciato «sentendo le sue vertebre», e aveva sussurrato che sarebbe tornata presto a trovarlo. Il padre l' aveva fermata: «Lis?». Lei aveva risposto accorata: «Sì?». E lui aveva concluso così la conversazione, che avrebbe anche potuto essere l' ultima della loro esistenza: «Puzzi come un cesso».
Episodi sconcertanti Questo ricordo, insieme con tanti altri episodi sconcertanti, spicca nel libro di memorie Small Fry (qualcosa come «pesce piccolo, insignificante», Grove Press) che Lisa Brennan-Jobs pubblicherà il 4 settembre. Ma la cosa più sorprendente è che lei nel frattempo ha perdonato il padre, ha razionalizzato in maniera quasi pedagogica il rapporto difficile con lui, e spera che il suo racconto venga preso come una celebrazione del loro amore, invece di una denuncia.
Lisa è nata il 17 maggio 1978 in una comune dell' Oregon, dove sua madre Chrisann Brennan si era rifugiata da un amico. Qualche giorno dopo, Jobs, che allora aveva 23 anni, era andato a trovarla e aveva deciso insieme alla madre il nome, negando però che fosse sua figlia. «Mi considerava un ostacolo alla sua straordinaria ascesa», scrive lei. Il distacco ufficiale era durato fino a quando le autorità della San Mateo County avevano ordinato un test del Dna, con cui avevano dimostrato che Lisa era figlia di Steve con il 94,4% delle probabilità, obbligando il padre a pagarle gli alimenti. I suoi avvocati avevano chiuso in fretta la causa quattro giorni prima che la Apple fosse quotata in borsa, presumibilmente per limitare i danni, perché subito dopo Jobs era diventato milionario e l' assegno alla figlia sarebbe aumentato a dismisura. Il distacco emotivo invece è continuato fino alla fine, quando però lui ha riconosciuto piangendo i suoi torti: «Ti devo qualcosa».
«Mi dispiace, ragazzina» Steve aveva chiamato Lisa il suo primo computer, ma quando la figlia gli aveva chiesto speranzosa se fosse stata lei l' ispirazione del nome, il padre l' aveva delusa in modo secco: «No. Mi dispiace, ragazzina».
Qualche anno dopo l' aveva invitata sul suo yacht insieme con la moglie Laurene Powell e i tre figli avuti da lei, ed erano andati a pranzo nella villa di Bono in Costa Azzurra. Il cantante degli U2 aveva chiesto se il computer Lisa avesse preso il nome da sua figlia, e lui avevano finalmente ammesso, abbassando distrattamente la testa: «Sì, è così».
Jobs era stato sempre severo con lei. Ad esempio quando Lisa, avendo saputo che il padre buttava le Porsche nere che guidava quando si graffiavano, gli aveva chiesto se poteva tenere lei la prossima che avrebbe scartato: «Assolutamente no. Tu non riceverai nulla. Mi capisci? Niente». Lei era rimasta devastata, ma ora giustifica quella crudeltà come un tentativo di trasmetterle un valore fondamentale nella vita, cioè la necessità di fare qualcosa della propria esistenza con le sue mani. Morendo, peraltro, Steve ha derogato ai suoi stessi principi, assegnando a Lisa una eredità milionaria identica a quella degli altri tre fratelli.
«Noi siamo gente fredda» Per questa stessa ragione, si era rifiutato di installare l' aria condizionata nella casa dove lei viveva. Un po' come Osama bin Laden, che non faceva mai bere l' acqua fredda ai suoi figli affinché non si abituassero male, e quindi non soffrissero il distacco dai privilegi quando sarebbero finiti.
Altre durezze sembrano crudeltà gratuite, ad esempio quando lei gli aveva mostrato una casa che avrebbe voluto per andarci a vivere con sua madre: «Lui aveva convenuto che era bella, e infatti l' aveva comprata. Ma per andarci a vivere con sua moglie e la loro famiglia». Al limite dell' abuso, poi, un episodio in cui Steve si era avvicinato a Laurene, davanti a Lisa:
«Aveva iniziato a baciarla, toccarla, e intanto ansimava. Io mi ero allontanata, ma lui mi aveva fermata: "Lis, resta qui. Stiamo vivendo un momento famigliare. È giusto che tu sia presente, se vuoi essere parte della nostra famiglia». Anche qui, l' evidente inappropriatezza di Jobs viene giustificata dal fatto che non sapeva comportarsi diversamente. Una volta, infatti, durante una visita dallo psichiatra assieme al padre e alla matrigna, Lisa si era lamentata perché la sera avrebbe voluto ricevere un bacio della buonanotte come tutti i bambini: «Noi siamo gente fredda», aveva risposto freddamente Laurene.
La madre biologica, Chrisann, ha detto che «leggere il libro è stato molto duro, ma Lisa ha colto bene le cose. Anzi, ha sminuito il suo dramma». Laurene ha pubblicato un comunicato, dicendo che lo Steve ritratto «non è quello che abbiamo conosciuto come marito e come padre». Lisa ora si domanda, quasi con rimorso: «Ho forse fallito? Dalle pagine non traspare il piacere di stare con lui?».
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