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DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO…
Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Dago,
vorrei tranquillizzare i lettori del tuo super-sito e Caverzan di cui riporti l'articolo: non ho mai detto che Renzi ha un po' ragione e che ci sono troppi fan del no a la7, non c'è nessuna tensione alle stelle qui da noi e quella frase "non commento mai i programmi degli altri" è un credo comune sulla nostra rete. Ho dato un'intervista a Tecce del Fatto Quotidiano e ho detto molte cose, ma non quelle sintetizzate nel titolo.
Sempre complimenti per il vostro lavoro
Enrico Mentana
DAGONOTA:
''Il Fatto Quotidiano'' titolava così: '' REFERENDUM, MENTANA: “RENZI CE L’HA CON LA7 E UN PO’ HA RAGIONE: TROPPI FAN DEL NO”
Ecco cosa dice Mentana nell'intervista a Carlo Tecce pubblicata domenica e commentata da Maurizio Caverzan su ''La Verità'':
il titolo del fatto quotidiano sull intervista a enrico mentana
Ordine ai ministri e ai politici renziani di boicottare i programmi di La7. Per l’esattezza gli studi di Lilli Gruber, Corrado Formigli e Giovanni Floris. Ospiti che rifiutano l’invito o che prima annullano e poi confermano la partecipazione. Enrico Mentana, direttore del TgLa7, cosa succede fra Matteo Renzi e la vostra televisione?
Non saprei definire il rapporto, se rovinato o compromesso, di sicuro il presidente del Consiglio, martedì scorso, ha visto la trasmissione di Floris e non c’è stata una corrispondenza di amorosi sensi.
mentana formigli e la foto dell italiano ucciso a piazzapulita
Come ha reagito il fiorentino?
Tuoni molto forti e fulmini vistosi contro La7, perché, forse, considera il pensiero renziano penalizzato, compresso fra voci politiche e giornalistiche avverse.
Una lamentela che riporta agli anni di Silvio Berlusconi.
Lo scenario è mutato e Renzi sconta in maniera oggettiva una carenza di organico per la televisione e un modello che spesso non gli è amico. Premessa: nessun politico in campagna elettorale può concedersi di non mandare i suoi in una rete televisiva, soprattutto se è quella più vocata al confronto politico. Ma specularmente, nessuna rete televisiva, e soprattutto quella più vocata al confronto politico, può fare a meno di una parte dello schieramento. Insomma, il vino bianco non può fare a meno della bottiglia e del bicchiere. Ma anche loro non possono permettersi di riempirsi solo di vino rosso.
Qui la critica è doppia: include le ossessioni di Renzi, non esclude le responsabilità di La7.
Mi spiego meglio, tento di illustrare le ragioni del premier. Perché siamo arrivati sull’orlo dell’incidente di frontiera? Per la vera asimmetria di questa battaglia, che non sta tanto nell’eterogeneo fronte del No, che vede affiancati D’Alema e Brunetta, Zagrebelsky e Salvini, Di Battista e Fini, contrapposto al Pd renziano con ben pochi compagnons de route. Ma nel ruolo attivo di molti nostri colleghi: pienamente legittimo, e però ingombrante.
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