FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
1. YOUTUBE «NON SOLO WEB IN SALOTTO CONTRO LE ALTRE TV»
Maria Teresa Cometto per “Corriere Economia - Corriere della Sera”
La Regina di YouTube non ha alcuna intenzione di perdere la corona.
Susan Wojcicki, 47 anni, l' amministratore delegato (ceo) della piattaforma online di video controllata da Alphabet (Google), ha lanciato il contrattacco per respingere l' assedio dei nuovi concorrenti che si stanno facendo largo nel mondo che lei, più di tutti, ha contribuito a far crescere.
Live streaming, virtual reality, contenuti premium in abbonamento: sono le tre scommesse su cui Wojcicki ha annunciato massicci investimenti, parlando dal palcoscenico di VidCon. È la conferenza mondiale incentrata sui video online che si è tenuta la settimana scorsa ad Anaheim, vicino a Los Angeles, e che per il quarto anno di fila ha visto YouTube come principale sponsor.
La kermesse
L' unico quotidiano italiano presente era il Corriere della Sera con Corriere Economia , testimone di una kermesse di 30 mila giovani, dove il partecipante tipico era un ragazzo o una ragazza con i capelli rosa e la pelle tatuata, ed era impossibile capire se si trattava di un «creativo» (chi produce i contenuti e li carica online) o di un fan, l' utente che li guarda.
La convergenza fra i due ruoli fa parte del dna di YouTube, ma se all' inizio il risultato erano innumerevoli riprese di cani sullo skateboard, ora la gamma dei contenuti è vasta quanto quella dei programmi tv, dall' arte allo sport, dalle commedie alle notizie politiche.
«I media tradizionali e digitali ormai convergono: la gente guarda YouTube anche sul televisore in salotto, collegato al web» ha osservato Wojcicki, definita da Time «la donna più potente di Internet». Il suo ruolo nella storia della Rete, in effetti, è speciale: è lei che nel 1998 affittò il garage della propria casa a Larry Page e Sergey Brin, che ne hanno fatto la prima sede della propria startup, Google. Ed è sempre lei che, dopo essere entrata in Google nel '99 e aver creato il suo business pubblicitario, nel 2006 ha convinto la società di Mountain View a comprare YouTube e dal 2014 è la sua ceo.
«C' è chi scommette sui talenti di Hollywood per conquistare il pubblico - ha detto Wojcicki, con un riferimento implicito alla rivale amazon.com, che ha ingaggiato anche Woody Allen come regista di una sua nuova serie di telefilm online -. Noi di YouTube puntiamo invece sulla nostra comunità di creativi». A loro si è rivolta, durante la VidCon, promettendo nuovi strumenti e aiuti per migliorare la qualità dei loro contenuti e aumentare le loro chance di guadagnare.
Al primo posto, i video «in diretta». «Adesso tutti parlano di live streaming , ma noi ce l' abbiamo dal 2011, e l' anno scorso per esempio su YouTube 21 milioni di persone hanno seguito dal vivo il festival musicale di Coachella, un' audience superiore a quella di molti canali tv - ha precisato Wojcicki -.E il nostro live streaming è il più veloce e affidabile di tutti, anche per intervistare il presidente».
Una battuta polemica, la sua, contro Facebook che sta facendo del live streaming il suo nuovo cavallo di battaglia ed è riuscita ad arruolare perfino Barack Obama per pubblicizzare il proprio servizio: venerdì scorso infatti il presidente Usa ha partecipato insieme a Mark Zuckerberg a una «diretta» di Facebook Live, sulla pagina del fondatore del social network.
Il bottone rosso La novità di YouTube è l' introduzione di un bottone rosso sull' app, che rende immediata la possibilità per gli utenti di iniziare a trasmettere online, con l' archiviazione automatica poi del video.
Anche sulla virtual reality Wojcicki ha vantato il primato della sua società, ricordando che ha inventato i Google cardboard : gli «occhiali» di cartone che attaccati a uno smartphone lo trasformano in un apparecchio per l' immersione nella realtà virtuale, al prezzo solo di 15 dollari, contro i 600 dell' Oculus Rift di Facebook. Ma la ceo è andata oltre, promettendo l' arrivo presto di una nuova «VR app», un' applicazione di realtà virtuale per gli utenti di YouTube, su cui sono in corso sperimentazioni.
Per mantenere la leadership nella comunità dei creativi, Wojcicki ha ribadito il punto forte di YouTube nei loro confronti: l' essere l' unica società con un collaudato modello di monetizzazione, basato sulla condivisione degli introiti pubblicitari. «Ogni mese paghiamo milioni di dollari ai creativi in tutto il mondo - ha sottolineato la ceo -. D' ora in avanti faremo in modo che i pagamenti vengano effettuati anche se sono aperte dispute sui diritti.
Inoltre daremo assistenza personalizzata a chiunque abbia previsto la monetizzazione dei suoi video. E chi ha oltre 10 mila seguaci, può andare nei nostri studi a usare tutte le attrezzature e tecnologie per realizzare video». Per i più ambiziosi, YouTube si offre come partner per fare il salto da YouTuber a vera stella di film e telefilm professionali, da trasmettere sul nuovo servizio in abbonamento Red, che negli Usa costa 10 dollari al mese (non ancora disponibile in Italia), in cambio dell' assenza di pubblicità.
«Con i programmi originali di Red diamo l' opportunità ai creativi di fare grandi cose», ha detto la ceo, annunciando la produzione di otto nuove serie, di cui una - «Step Up» - in collaborazione con Lionsgate.
Resta da vedere se e quando tutto questo impegno si tradurrà in guadagni anche per YouTube, i cui profitti finora sono stati minimi o nulli.
Wojcicki guarda al lungo termine e conta sulla pazienza degli azionisti di Alphabet.
2. E DAILYMOTION BUSSA ALLA PORTA DELLA RAI
Stefano Montefiori per “Corriere Economia - Corriere della Sera”
Un campione europeo da contrapporre ai giganti americani è una vecchia fissazione francese, da quando nel 2005 il presidente della Repubblica Jacques Chirac lanciò Quaero che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere il Google francese. Quaero è stato un flop clamoroso ma altri siti - con minori ambizioni - sono riusciti a ricavarsi uno spazio nel mercato.
È il caso di Dailymotion, il sito di video online fondato nel 2005 da Benjamin Bejbaum e Olivier Poitrey, poi acquistato da France Telecom divenuta Orange. Nel 2013, quando Yahoo fece un' offerta per comprare Dailymotion, lo Stato francese - maggiore azionista di Orange - intervenne direttamente per impedire l' operazione e il ministro del Rilancio produttivo Arnaud Montebourg fece del «no» agli americani un momento chiave della sua politica di «patriottismo economico» e difesa del made in France.
L' anno scorso il gruppo cinese Pccw ha fatto un' offerta, ma in omaggio alla proclamata tutela della «francesità» di Dailymotion gli è stata preferita la soluzione proposta da Vivendi: 217 milioni di euro per l' acquisto dell' 80%del capitale, poi salito al 90% dopo l' estate.
Un anno dopo l' ingresso nel gruppo di Vincent Bolloré, a che punto siamo?
Dailymotion ha 300 milioni di utenti nel mondo contro il miliardo di Youtube. La sua missione non è fare concorrenza al colosso americano, ma adattarsi alla strategia voluta da Bolloré, che chiede sinergie e sostegno reciproco tra i marchi del gruppo.
Dailymotion è uno strumento chiave nella politica della convergenza teorizzata da Bolloré, che possiede contenuti - i video di Canal Plus o i clip degli artisti Universal Music - e anche la piattaforma di diffusione, Dailymotion appunto.
Nel gennaio scorso Cédric Tournay è stato messo da parte e al suo posto alla guida del sito, Bolloré ha messo il suo uomo Maxime Saada, chiamato a fare di Dailymotion «la vetrina digitale dei contenuti musicali e audiovisivi del gruppo».
Dailymotion però non può limitarsi ai soli contenuti targati Vivendi perché lascerebbe troppo spazio alla concorrenza, e quindi ospita per esempio i video di Bfmtv, il primo canale all news francese e concorrente di iTélé (Vivendi). Il tentativo è allargare le proposte.
Pochi giorni fa in Italia è stato raggiunto un accordo con la Rai per «l' inserimento di alcuni tra i migliori film del catalogo Rai sulla piattaforma video dedicata agli utenti italiani». Contenuti italiani come «Gomorra» ma anche americani come «The Wolf of Wall Street» sono ormai disponibili on demand sul canale RaiCom di Dailymotion.
Il sito francese cerca di non perdere troppo terreno da un punto di vista tecnologico rispetto a Youtube, e supporta adesso anche i video a 360 gradi e con definizione 4K. Dopo i momenti difficili dell' offerta Yahoo, per Dailymotion è il momento della maturità in un ambiente «mainstream» come Vivendi. L' epoca pionieristica degli esordi è finita. E infatti Olivier Poitrey, co-fondatore, ha lasciato e dal primo giugno vive e lavora a San Francisco, come ingegnere capo di Netflix.
3. RETE CIAK, SI GIRA: È CACCIA AI VIDEO
Maria Teresa Cometto per “Corriere Economia - Corriere della Sera”
L' affare dei video digitali è diventato il terreno di battaglia più infuocato fra i giganti dell' high-tech. Tutti - da Google a Facebook, da Twitter a Snapchat fino ad Amazon.com - cercano di attirare i contenuti dei creativi e l' attenzione del pubblico per «monetizzare» il traffico su Internet così generato, cioè trasformarlo in fatturato con la pubblicità o gli abbonamenti.
Il potenziale di guadagni è alto e in forte crescita, come mostra il mercato più avanzato, quello americano, che detta le tendenze per il resto del mondo. La tendenza è il progressivo trasferimento del pubblico dallo schermo del televisore a quello degli smartphone e dei tablet. Basti pensare che YouTube raggiunge via «mobile» più americani fra i 18 e i 49 anni che qualsiasi rete tv, secondo una recente ricerca Nielsen; e secondo comScore il 44% di chi in quella fascia di età guarda YouTube non accende più la televisione.
Lo slittamento Perciò i pubblicitari stanno spostando gli spot dai programmi televisivi ai video digitali: l' anno prossimo negli Usa il budget dedicato a Internet (80 miliardi di dollari) supererà quello sulle reti tv (72 miliardi), secondo le stime di eMarketer; con una fetta importante - 13,6 miliardi di dollari, in crescita del 37% sui 9,9 miliardi di quest' anno - focalizzata sui video, secondo i calcoli di Cowen co.
Il pioniere del settore, YouTube - che mise in rete il primo video 11 anni fa e dal 2006 fa parte di Google (Alphabet) - resta per ora anche il leader, con oltre un miliardo di utenti unici al mese e milioni di creativi che sulla piattaforma possono diventare celebrity e guadagnare grazie alla condivisione degli introiti pubblicitari.
YouTube infatti è l' unica dot.com che finora è riuscita a «monetizzare» in modo efficiente tutto questo traffico online: solo negli Usa quest' anno i suoi introiti pubblicitari dovrebbero sfiorare i 2 miliardi di dollari (circa il 20% dell' intero mercato), secondo eMarketer, e di questi il 55% va agli «YouTubers», le stelle di Internet per molti giovani più popolari degli attori di Hollywood.
Traffico tra «amici» Ma alle spalle di YouTube incalzano i concorrenti. Prima di tutti Facebook con il proprio social network e anche con la controllata Instagram.
Su Facebook la condivisione dei video sta diventando una delle attività più seguite dagli «amici»: ogni giorno il miliardo di utenti attivi ne guarda per 100 milioni di ore.
Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato della dot.com, ha deciso di puntare in particolare sul live-streaming per coinvolgere di più il pubblico: ha lanciato il nuovo servizio lo scorso marzo e sta pagando alcuni media - dalla Cnn all' Huffington Post - e alcune celebrity - come il campione di football Russell Wilson - perché creino video in esclusiva per Facebook. In tutto, il suo investimento sarebbe di 50 milioni di dollari per un anno, secondo il Wall Street Journal.
Intanto Instagram ha aumentato la durata massima dei video che si possono caricare sulla sua piattaforma da 15 a 60 secondi e ha visto più che raddoppiare il tempo speso a guardarli da parte dei suoi utenti. Fra i quali ci sono soprattutto giovanissimi, che sempre più spesso preferiscono Instagram a Facebook come social media.
Se Zuckerberg paga i media perché creino video per Facebook, Snapchat invece si fa pagare per concedere ai media spazio sulla sua piattaforma, secondo il sito di news tecnologiche The information . La startup valutata 18 miliardi di dollari dichiara un record di 10 miliardi di video visti al giorno: ognuno rimane online per al massimo 24 ore.
Ma il format è così popolare fra i giovani che alcuni grandi marchi, come Nike e General Electric, hanno iniziato a sperimentare l' inserimento di propri spot di dieci secondi nelle sezioni Live stories ( collezioni di «snaps» degli utenti create durante eventi sportivi o spettacoli) e Discover, dove media come BuzzFeed e il Wsj hanno propri canali di notizie.
Un social network che sta cercando di rilanciarsi con i video è Twitter: l' amministratore delegato Jack Dorsey ha appena annunciato una nuova applicazione mobile, Engage, per aiutare i creativi ad avere più audience per i propri video e a guadagnarci anche con la pubblicità.
Piattaforma aperta E l' ultima entrata nella battaglia dei video è amazon.com che il mese scorso ha lanciato il servizio Video direct: piattaforma aperta a chiunque, individui o aziende, voglia mostrare contenuti.
I creativi possono guadagnarci o con una quota della pubblicità (55%) o altri meccanismi (vendita o affitto del video, abbonamento ai loro programmi). Chi ottiene le migliori performance è premiato con un extra compenso. È insomma la versione Jeff Bezos di YouTube: un' altra arma nella feroce concorrenza a Google-Alphabet.
La battaglia è solo all' inizio, con un colpo di scena ogni giorno: tanta incertezza ma anche opportunità per gli strateghi del marketing e i creativi, altrettanto divertimento per gli spettatori.
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