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“UNA CORTESIA: MI FARESTI SCENDERE? SOLO IL TEMPO DI DIRE DUE PAROLINE A LIVERMORE E TORNO SUBITO” – LA VIGNETTA DI GIANNELLI, IN CUI SI VEDE GIUSEPPE VERDI INDICARE UN ASCENSORE, HA RECENSITO BENISSIMO IL MACBETH VISTO DA LIVERMORE - "LO SPETTACOLO DOVEVA PARLARE ALLE GENERAZIONI ODIERNE IN UN LINGUAGGIO COMPRENSIBILE: ALLORA INVECE CHE SCOMODARE CERVELLOTICHE LETTURE DISTOPICHE, BASTAVA STUDIARE LA SAGA DEL MAGHETTO HARRY POTTER"
Giovanni Gavazzeni per “il Giornale”
Quando un processo di assuefazione comincia, è già troppo tardi. Senza accorgersi si finisce per rassegnarsi a tutto, abituati come siamo alla doccia di ovvietà e di retorica che piovono avanti, durante e dopo la "prima" della Scala. Per questo la pubblicazione di una vignetta di Giannelli è stata come una fortunata boccata d'ossigeno.
Nel disegno intitolato «L'ascensore» si vede Giuseppe Verdi in tuba e barba bianca come nel celebre ritratto di Boldini, dire a un basito San Pietro, indicando un ascensore: «Una cortesia: mi faresti scendere? Solo il tempo di dire due paroline a Livermore e torno subito».
La satira ha colto un elemento su cui la messa in scena del Macbeth inaugurale insisteva: l'ascensore. Il suo incessante saliscendi è stato spiegato dai salotti televisivi come il simbolo del tramite fra gli Inferi e il Paradiso. Fra l'ammirazione dei tele-astanti all'esegeta di serata, nessuno che avesse perlomeno domandato perché il Tetra-inauguratore Livermore avesse coperto la «tinta» (parola verdiana massima) specifica dell'opera.
IL MACBETH DI VERDI ALLA SCALA BY GIANNELLI
Proiezioni, ascensori, gabbie, tailleur, avevano sbiadito la dimensione soprannaturale del Male che Verdi ottiene con mezzi musicalmente spettacolari: suoni sinistri, predizioni oracolari, violenze arcaiche, apparizioni e presenze spettrali. Insomma con tutto quell'armamentario shakespeariano per cui impazziva la generazione romantica e che Verdi ha tradotto con immediatezza folgorante, con quella istintiva semplicità popolare che rende verosimile che i sepolcri si possano aprire e gli oracoli esistere.
Ci voleva l'intelligenza della satira per richiamare le «paroline» che l'Autore, disceso coll'ascensore dall'aldilà, avrebbe potuto dire al regista. Ah, dimenticavamo, lo spettacolo era siffatto perché doveva parlare alle generazioni odierne in un linguaggio comprensibile: allora invece che scomodare cervellotiche letture distopiche, bastava studiare la geniale saga del maghetto Harry Potter.
macbeth alla scala 1
macbeth alla scala 2
MACBETH BY LIVERMORE ALLA SCALA
MACBETH
macbeth scala
MACBETH
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