DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI…
Estratto dell’articolo di Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”
«E no che non me lo aspettavo, ma non se lo aspettava nessuno». Michele Foresta, il Mago Forest, era il primo a pensare che GialappaShow fosse un azzardo. Invece il programma […]«il ritorno della Gialappa’s» , ora alla seconda edizione, è diventato un appuntamento imperdibile per tanti.
Davvero non ci credeva?
«All’inizio non volevo neanche farlo, davvero. Quando mi hanno proposto la cosa Santin e Gherarducci ho risposto: voi siete pazzi, abbiamo già dato tutto[…]».
Che perplessità aveva?
«Mai dire gol è stata la mia casa, pensavo di averci già fatto tutto. Non era così. […] siamo come un bell’oggetto vintage, magari con qualche ammaccatura ma da collezionare».
Il Mago Forest è il suo alter ego?
«Nasco timido: lui è una maschera che mi permette di fare ogni follia. Sono la somma del peggio di quello che un presentatore possa fare».
Lei, proprio lei, ha studiato Ragioneria: come è possibile?
«Papà era carpentiere e tornava a casa sempre impolverato, quindi sognavano per me un lavoro al coperto . Ho scelto Ragioneria perché non c’era il latino[…]».
Dopo è arrivata la radio […] Uno che le viene in mente pensando a quegli anni?
«Ogni anno vicino casa arrivava il circo. Ricordo ancora il clown, mi faceva molto ridere: si chiamava 67, come il suo numero di scarpe».
Fu il suo imprinting?
«Un giorno mia mamma mi trovò appeso con i piedi per aria a una sorta di trapezio che avevo costruito da solo. Volevo fare il trapezista».
[…]
Forest può dire tutto?
«Il comico deve essere irriverente, quasi offendere certe persone: se non le offendi non ti accorgi che esistono».
A chi si riferisce?
«Ai politici. Oggi ci si fa qualche scrupolo in più. In passato forse abbiamo trattato le ragazze con leggerezza, penso alle Letteronze con cui però eravamo amici... ma da fuori poteva sembrare un eccesso di confidenza».
La battuta vince sul politicamente corretto?
«È una convinzione mia e della Gialappa’s. A Mediaset se veniva detto qualcosa di più spinto si fermava la registrazione. I tre ragazzacci dicevano che la battuta andava fatta, gli avvocati dell’editore no. Allora i Gialappi chiamavano i loro avvocati: hanno sempre difeso il principio del far ridere. E si sono presi delle denunce, pure da ministri».
[…] C’è qualcosa che, guardando al passato, non rifarebbe?
«Uno sketch con Sara Ventura in cui ci siamo messi d’accordo e ci siamo presi a botte davvero, schiaffi veri».
Come sono i rapporti con il signor Carlo?
«Ottimi. Chiama, fa i complimenti. La sua mancanza si sente, prima a insultarmi erano in tre, ma è come quando viene espulso un giocatore: gli altri devono dare di più».
Tornerà per una puntata?
«Lo speriamo tutti, almeno come guest star . C’è da dire che lui è andato via come ragazzaccio . Gli altri due adesso sono gli anzianacci ... i due vecchietti dei Muppet, senza offesa per i Muppet».
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