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Alberto Dandolo per Dagospia
Cosa si può desiderare di meglio che avere un professore di matematica che viene a lezione in abiti femminili e tacco 15? E' quello che quotidianamente si chiedono gli allievi del Liceo Oberdan di Trieste.
Ebbene questi studenti del profondo nord ogni santa mattina si "sorbiscono" formule matematiche e geometriche da un eccentrico signore di nome Michele Romeo e che arriva in classe travestito di tutto punto.
Sia ben chiaro che il prof . Romeo può vestirsi come vuole e può indossare tutti i tacchi a spillo e le autoreggenti che desidera. Nulla glielo vieta. L'importante è che svolga, come qualsiasi altro insegnante, il suo lavoro con professionalità e profitto. Ma certo è che nella bigotta Trieste questa "professoressa sui generis"è diventata un vero e proprio caso cittadino.
Michele, che continua a mantenere il suo nome maschile, cinque anni fa ha fatto coming out e sarebbe consapevole della sua vera identità fin da piccolo. Adesso, parla di sé al femminile. "Trovo importante che se ne parli, che il mio caso abbia sollevato delle discussioni - ha dichiarato al "Piccolo" di Trieste -. La gente deve conoscere, imparare. Spero serva anche a tutte quelle persone che vivono di nascosto e con sofferenza una situazione simile alla mia".
"Amavo indossare gli abiti e le scarpe di mia madre - continua Romeo - e mi piaceva guardarmi allo specchio - ricorda - non avevo tanto un problema con me stesso quanto di confronto con gli altri".
La scelta di Romeo di vivere secondo la propria natura non ha dissolto il legame con la moglie che, dice l'insegnante, "ha saputo accettare con grande intelligenza e affetto la mia decisione".
Molti genitori degli alunni stanno facendo ferro e fuoco affinchè la "professoressa" inizi ad indossare abiti maschili.
Ma a questi signori il mitologico Romeo dall'alto dei sui tacchi a spillo risponde: "voglio dire loro che se dovessero per caso avere un figlio che manifesti una diversità, condannarlo per ciò che lui desidera essere equivarrebbe a negare che madre natura abbia voluto crearlo in quel modo. E invece non si può impedire alla natura di esprimersi liberamente. Ai genitori dico: sforzatevi di istruirvi sul funzionamento del corpo umano prima di giudicare gli aspetti esteriori. Ne rimarrete esterrefatti e capirete che non c'è nulla di più normale per un essere vivente che esprimersi per ciò che sente e si sente, nel rispetto altrui".
Insomma Trieste, che è la città italiana a maggiore concentrazione di trans e anziani ( in proporzione al numero di abitanti), pare non riesca proprio a digerire una persona che non ha alcuna voglia di negare la sua identità di genere.
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