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Giovanna Grassi per il “Corriere della Sera”
James Brown rivive sullo schermo grazie a Mick Jagger. «Il padrino del soul è stato e resta una delle più significative presenze della musica del Ventesimo secolo. A lui (compositore, cantante, tastierista, ballerino, attore, autentico showman), tutti dobbiamo qualcosa. Le sue innovazioni hanno contributo anche all’evoluzione di tanti generi, compresa la disco music. Per me è un punto di riferimento fondamentale», dice il leader dei Rolling Stones tra i produttori di Get on up , biografia del grande interprete morto nel 2006.
Nella prossima stagione cinematografica saranno tantissimi i ritratti di personaggi celebri ma il primo ad arrivare in Usa in estate e a seguire subito in Italia sarà proprio il film su Brown con la regia di Tate Taylor.
Chadwick Boseman è il protagonista. Il re del soul appare sullo schermo nell’intero arco della sua carriera (da bambino povero nel più profondo Mississippi e da ragazzino ribelle interpretato naturalmente da giovanissimi attori). Viola Davis ha il ruolo della madre di Brown. «Un’attrice capace di spezzare i cuori più cinici e incalliti», dice Jagger. La figura di questa mamma picchiata da un marito violento, che lascia quel bambino da solo sulle strade non avendo altre possibilità (poi lo ritroverà al massimo del successo) è una sequenza straziante.
Nell’era Obama l’orgoglio nero ha un peso importante sullo schermo in numerose pellicole e nessuno più di James Brown è una leggenda per gli afroamericani, un idolo perché dai ghetti più poveri arrivò alla celebrità. La colonna sonora sarà una festa per tutti gli appassioni di musica. Si ascolta quasi l’intero repertorio di Brown tra cui naturalmente Mr.Dynamite.
Racconta Boseman, attore impegnato anche sulle scene teatrali di Broadway, star dell’autunno anche per il kolossal Gods of Egypt : «Il nostro lavoro è stato totalizzante anche per le ricerche più che minuziose sulla vita di James, dai ghetti alle esibizioni all’Apollo Theater o all’Olympia a Parigi. Tutto è stato ricostruito con estrema cura e verità. Il compositore Thomas Newman (che ha creato le colonne sonore di tanti film da Road to perdition a Erin Brockovich ), ci ha aiutato nel lungo e complesso mosaico.
Ho sentito moltissimo la responsabilità di questa mia interpretazione, ho rivissuto ogni momento, compreso il concerto di Brown al Boston Garden dopo l’assassinio di Martin Luther King. La sua morte, avvenuta quando aveva 73 anni, nel dicembre del 2006, registrò una emozione collettiva davvero unica e il suo funerale fu un evento collettivo»
C’è poi il Brown negli aspetti più intimi.
«Come il suo vivacissimo rapporto con tante donne, ci sono la sua solitudine nei lunghi tour e il suo impegno non certo solo come showman, ma come leader dei movimento dei Diritti Civili. Per l’America, la canzone di Brown I ‘m black and I’m proud ha per tutti gli afroamericani (dai più poveri a quelli che hanno studiato ad Harvard e a Yale) un’importanza unica. Il film affronta anche i suoi rapporti con la politica. Ci sono per esempio la sua tournée in Vietnam, le sue apparizioni alla Casa Bianca».
Mike Jagger non nasconde la sua soddisfazione per essere entrato nella produzione: «Brown ha aperto per tutti i musicisti del mondo molte porte e ha abbattuto muri. Ci ha portato in un viaggio che riflette la complessità, la ricchezza, le cadute, le dipendenze, le redenzioni dell’animo umano. Per me è stato un onore sapere che Keith Jenkins, un membro della band di Brown dal 1994 al 2006, aveva accettato di essere tra i supervisori del film».
Dan Aykroyd, nel ruolo dell’agente e manager di Brown, ricorda anche quando il musicista volle partecipare al film The Blues Brothers: « Da ragazzo non mancavo un suo concerto a Montreal o a Toronto, quando lo conobbi capii perché fosse così abile nel conquistare immense platee. James amava la gente, era camaleontico. Ha saputo essere il direttore d’orchestra della sua esistenza della sua esistenza, delle sue band, dei suoi show e di immense platee di ogni etnia»
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james brown cover
james brown galera
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