DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Marco Giusti per Dagospia
“Mah… Nun c’era tanta azione e tanto spionaggio in questo film”, dice un po’ sconsolato un signore fuori dal cinema Savoy di Roma parlando di Mr Holmes-Il mistero del caso irrisolto di Bill Condon dove il grand Sir Ian McKellan interpreta uno Sherlock Holmes di 93 anni con giacche meravigliose e una gran tuba in testa al posto del cappelletto da cacciatore. “Cioè i casi li risolveva. Solo che nun se ne ricordava più come”.
Ecco. Tu fai un raffinatissimo film su un vecchio Sherlock Holmes alle prese col suo ultimo caso e il pubblico romano te lo massacra con una battuta. Però il signore ha spiegato bene il film. Il giallo, che Bill Condon e il suo sceneggiatore Jeffrey Hatcher hanno tratto da un libro di Mitch Cullin del 2005, “A Sight Trick of the Mind”, è tutto interno alla testa del vecchio Sherlock Holmes, chiuso da più di vent’anni nella sua dimora del Sussex assieme alla governante Mrs Munro, cioè Laura Linney, e al figlioletto di questa Roger, il piccolo Milo Parker, fantastico. Holmes sembra preso solo da api e alveari.
E soprattutto da antichi ricordi. Siamo nel 1947 e Mr Holmes è appena tornato da uno strampalato viaggio in Giappone, in quel che resta di Hiroshima, alla ricerca del “fiore di pepe”, una pianta che forse può rimettergli in moto la memoria e curargli quella che classifica come “amnesia senile”.
Cerca infatti di riscrivere, come fosse un racconto, il suo ultimo celebre caso, per lui irrisolto, legato a una donna, Ann Kelmot, interpretata da Hattie Morahan, impazzita dopo la perdita di due figli e una strana passione per l’armonica a bicchieri. Il marito pensa che la donna sia diventata schiava della sua insegnante tedesca. Holmes sa che le cose non sono andate come le aveva descritte il dottor Watson e come le hanno poi trasportate al cinema, ma non si ricorda bene tutto.
Sa però di essersi ritirato nel Sussex a vita privata proprio al termine di questo caso. E per questo cerca di risolverlo nella sua memoria. Al tempo stesso rielabora pure il suo viaggio in Giappone, dove ha dovuto affrontare un altro caso che sembra riguardarlo personalmente, e dove ha visto di persona i disastri della guerra. Lo aiuta, nel recupero della memoria, il piccolo Roger, che ha letto le pagine da lui scritte sul caso e diventa il suo aiutante perfino nella cura delle api.
Ovviamente più che di fronte a un giallo vero e proprio, siamo di fronte a un film che offre a Ian McKellen e al suo regista Bill Condon, a 17 anni di distanza dal loro incontro su Gods and Demons, un grande personaggio da mettere in scena nella sua profonda umanità.
I fan di Sherlock Holmes, di Ian McKellan, del cinema inglese da vedere la domenica pomeriggio troveranno esattamente quello che vogliono. Mr Holmes ha meravigliose giacche e panciotti che tutti vorremmo poter indossare una volta nella vita. Il film si vede. Ma aveva ragione il signore fuori dalla sala, affollatissima, del Savoy. “Nun c’è tanta azione”. Già in sala.
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