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Paolo Ojetti per Il Fatto Quotidiano
Stando ad alcune indiscrezioni (anticipazioni? divinazioni? esercitazioni? provocazioni?) a fine dicembre, quando scadrà il già lungamente prorogato Alberto Maccari, a succedergli sulla poltrona di direttore arriverà la "soluzione" Monica Maggioni. A dire degli esperti, pare che Monica abbia dalla sua parecchi titoli e altrettanti punti da esibire. Il primo, che è una donna, esattamente come Lilli Gruber, per esempio, o Sarah Varetto o Lucia Annunziata o Bianca Berlinguer, che direzioni hanno o hanno già avuto. Il secondo, che è una "interna" e costerebbe di meno. Il terzo è che - zitta zitta - si è impossessata della politica estera del Tg1 e non solo, cominciando come inviata "embedded" al seguito degli americani in Iraq.
Vero è che fu surclassata dalla Gruber e da Giovanna Botteri, ma ormai la guerra di Bush è lontana e questi particolari di lotte e carriere al femminile non se li ricorda nessuno. Il salto in alto però Monica lo fece sotto il regno di Minzolini. Solerte firmataria del "documento dei 90" che incensava Minzo e condannava i pochi dissidenti alla solitudine e al cimitero degli elefanti, ebbe subito la promozione a caposervizio esteri e la conduzione degli "speciali", con opzione e prelazione sulle interviste. Nella memoria e ai giorni nostri,
Monica è sempre uguale: penna in mano, mano al mento, aria pensosa e intelligentissima.
Anche l'altra notte, la lunga notte di Obama, ha coordinato e gestito colleghi con inesausto piglio. Si è lanciata in tandem con Vespa in un siparietto che non dimenticheremo: "Nell'Ohio, Romney è al novanta per cento!". "Davvero, davvero? Ma quante schede - arrancava Vespa dubbioso - sono state scrutinate?". "L'un per cento". "Ah, meglio aspettare". Ma come chiedere a Monica - che sotto sotto tifava Romney - di aspettare? Monica comandava il carrozzone, dava il via a Gerardo Greco, Giovanna Botteri, al giovane e inesauribile Marco Clementi, trasmettendo ai telespettatori il seguente messaggio subliminale: sto facendo la storia, mica bruscolini. A tutti ha rubato la scena.
Sia a Greco, un giornalista che riesce a sfornare un servizio interessante anche cavando sangue dalle rape. A Giovanna Botteri, così obamiana da sembrare la prima moglie di Barak. E a Clementi, l'inviato pronto uso - come dice Pansa nei suoi amarcord - dai piedi cotti. Appena eletto Obama, Monica è crollata di schianto. Aveva finito l'adrenalina. Ma solo chi cade può risorgere.
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