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Prima del Super Bowl, le acrobate delle squadre hanno fuso le mutande degli uomini con i loro pon pon. Non c’è dubbio che le cheerleader inducano all’erezione: indossano uniformi grandi quanto un tovagliolo e i corpi in movimento parlano da soli. Hanno l’atletismo di una scimmia in fuga misto all’agilità di un’anguilla, e il pensiero della chiavata nello spettatore non è mai troppo lontano. E’ una figura che appartiene alle nostre fantasie sessuali, infatti i “sexy shop” vendono costumi da cheerleader, le modelle si vestono da ragazze pon pon, le cheerleader appaiono nei video musicali, e naturalmente rappresentano una categoria precisa dei siti porno.
Sono state oggetto di studio dei neuroscienziati Ogi Ogas e Sai Gaddam e su “Internet Adult Film Database“, che raccoglie dati sui film per adulti dal 1989, almeno 464 pellicole riportano la parola “cheerleader” nel titolo, quasi al pari di “infermiere”. Il sessuologo Timothy Lee dà la sua spiegazione del fenomeno: «E’ l’immagine di ciò che non potrai avere, e che probabilmente non hai avuto nemmeno ai tempi del liceo».
Le cheerleader riportano ai tempi innocenti in cui avresti dato un rene per assaggiare la loro gomma da masticare. E’ una specie di nostalgia erotica. Inoltre la figura suggerisce fiducia in se stessi, popolarità, impertinenza. Tutti attributi che poi, crescendo, si riveleranno falsi. Perciò la cheerleader è più che altro un’idea, non è reale. E’ la sbandata adolescenziale, la ragazza strafiga impagliata per l’eternità. Durante il Super Bowl, pochi avrebbero saputo distinguere le cheeleader dello stadio da quelle nel cervello. Le ragazze al centro del campo non erano pollastrelle del liceo ma ballerine e acrobate professioniste.
Come tutte le fantasie, le cheerleader non hanno un volto. E’ ciò che rappresentano che è erotico. Se quella cheerleader quindicenne del liceo bussasse alla porta ora, con la stessa minigonna e gli stessi pon pon, con lo stesso petting estremo in mente, mi ecciterebbe? No. Se lo facesse una trentenne, le salterei addosso più veloce di un quarterback. Qual è la differenza? Non è una ragazzina che trasuda innocenza, ma una donna che evoca innocenza e sa giocare con questa suggestione.
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