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DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA…
1 - GIÃ LE MANI DA MISS ITALIA...
Barbara Palombelli per "il Foglio"
Giù le mani da Miss Italia. Uffa. Ogni anno la stessa storia: le migliori menti della tv, le più accorte femministe, le leader omosessuali, i giornalisti fighetti si lavano le coscienze sparlando dell'unico concorso pulito e limpido, utile per mettere un piede nel mondo dello spettacolo. Che cosa dovrebbero fare, secondo loro, le giovani donne - quasi tutte nate e cresciute in piccoli centri di provincia, in famiglie così sane e affettuose da sembrare a noi cinici finte e stucchevoli - che vogliono giocare un po' e provare a contattare onestamente agenti di spettacolo e impresari?
Per anni e anni ci è stato raccontato che chi partecipava ai reality, chi partiva per le varie isole dei famosi, chi provava a cantare a X Factor, o a ballare con Maria De Filippi, non era degno di sopravvivere sul pianeta. Ma vi rendete conto che non esistono scuole di spettacolo degne di questo nome - aperte veramente a tutti e non alle piccole decine di raccomandati che raggiungono le accademie e i centri sperimentali - nel paese in cui tutti recitano davanti alla tv, compresi gli intellettuali bigotti che sparano sulle veline e sulle miss? "Veline" e "Miss Italia" sono spettacoli.
Nascono come giochi estivi per belle ragazzine che - orrore e scandalo - vogliono provare l'ebbrezza del palcoscenico (la stessa, per capirci, che ammalia anche i serissimi studiosi che fanno la fila per andare dal nostro Gad Lerner a sfoggiare l'ultimo vellutino a coste, stravaccati nello studio finto povero). Inutile ricordare ai bacchettoni e alle bacchettone che il meglio del cinema, del teatro e della tv italiana ha zampettato nei concorsi fin dagli anni Cinquanta.
Superfluo rievocare che due attrici vere come Ambra e Isabella Ferrari sono nate in casa Mediaset, in un programma ("Non è la Rai") che allora veniva lapidato. Correvo, e Ambra e sua mamma se lo ricordano ancora, a difenderla negli studi del Palatino e la elogiai sulla Repubblica di Scalfari: con le stesse motivazioni di oggi. Una ragazzina che sogna di imparare un mestiere lecito e tutto sommato molto affine al nostro carattere nazionale ha il pieno diritto di partecipare a tutto quello che le viene messo - onestamente - a disposizione.
Si potrebbe discutere a lungo, e la nuova dirigenza Rai Tarantola-Gubitosi farebbe bene a promuovere un dibattito sul tema, sul destino delle centinaia di migliaia di giovani che ogni anno cercano di varcare la soglia del palazzo dei sogni televisivo. E' ora - su questo spero in un'alleanza con Paola Concia, Lorella Zanardo, Gianluca Nicoletti che ieri a Radio24 ho sentito emettere sentenze esagerate - di spalancare queste porte in modo chiaro, corretto e pulito. Concorsi, selezioni, scuole di formazione: una nuova generazione di donne e di uomini di spettacolo va allevata. Proprio a partire dalle esperienze esistenti: Miss Italia non è il mercato delle vacche.
E' un corso accelerato di spettacolo cui si accede attraverso selezioni nazionali che non trascurano anche il più piccolo comune: un reclutamento molto democratico, gramscianamente parlando viene garantita la rappresentatività delle classi. Tutto si può integrare e migliorare. Ma sparare sulle adolescenti che si affacciano in modo semplice alla vita rimanda a un pregiudizio molto poco femminista. A meno che non si dica, sotto sotto, che per emergere è meglio passare dai letti dei soliti noti.
Lo stesso identico atteggiamento si nota nel dibattito politico: i giovani grillini non sarebbero degni di sognare il potere. E perché mai? Vale la pena ricordare che a eleggere segretari di vent'anni, sindaci in erba e ragazzotte ambiziose sono sempre stati dei pazzi. Gente come Pannella, Bossi, Berlusconi e - oggi - Grillo. Quasi mai i saggissimi snob della sinistra politicamente corretta. A loro, in fondo, i nuovi arrivati fanno quasi sempre schifo.
2 - MISS ITALIA HA 19 ANNI E NE DIMOSTRA SETTANTA...
Vittorio Feltri per "il Giornale"
Come tutti i morti, anche il concorso Miss Italia ha il diritto al funerale. Che si aspetta a celebrarlo e a sotterrare la salma, sempre più ingombrante? Questo happening annuale, che si è trascinato per 73 anni, non ha più senso, ammesso ne abbia mai avuto uno, eppure la Rai continua imperterrita a trasmetterlo, si ignora se davvero convinta di fare cosa gradita agli abbonati oppure se per pigrizia mentale. Lo stesso avviene per le partite della nazionale di calcio: dato che si disputano, conviene mandarle in onda, anche le più brutte, le meno importanti.
Pare che certi eventi, a prescindere dall'interesse che suscitano nel pubblico, debbano giungere sul teleschermo. Intendiamoci, il video propone tante stupidaggini, poco male se ci infligge anche quattro cosce di fanciulle in fiore (crisantemo) o di baldi atleti del pallone, magari impegnati contro la rappresentativa di Malta, che sta all'Italia come Davide a Golia. Il problema non sono le gambe ma ciò che esse fanno: talvolta schifo. Nel qual caso, forse, i dirigenti dell'ex monopolio potrebbero chiedersi se meriti mobilitare tecnici e macchinari per offrire agli utenti ciò che essi- audience alla mano - non gradiscono più di tanto.
Miss Italia, in particolare, è una rassegna tristissima di corpi femminili esibiti quali capi di bestiame da valutare, scartare, eventualmente premiare. Con quali criteri? Gli stessi che usavano i commercianti e i loro clienti nelle fiere paesane, per esempio quella di Rovato (Brescia) che, in campo boario, era il mercato più frequentato. Suppongo che il titolo ambìto venga assegnato alla ragazza più avvenente.
Il giudizio è affidato a una giuria di esperti (in che?) e ai telespettatori che si esprimono mediante il democraticissimo televoto. Gente che si mette lì di buzzo buono, almeno spero, per individuare quali siano i glutei più sodi, gli occhi più abbacinanti, il sorriso più accattivante. Scusate: dimenticavo il seno. La signorina che risulti dotata delle caratteristiche fisiche maggiormente apprezzate dai giudici viene incoronata quale miglior fico del bigoncio.
Già questa metodologia ha un carico cospicuo di volgarità . Non bastasse, le concorrenti sono chiamate a dimostrare di avere un discreto bagaglio culturale. Come? Rispondendo ad alcune domande mirate. Un esame penoso nel corso del quale le poveracce, probabilmente addestrate allo scopo di essere promosse, sfoggiano una serie di luoghi comuni, banalità politicamente corrette di questo tipo: mi sta molto a cuore la pace nel mondo; stimo Mario Monti per il suo lavoro che sta compiendo a vantaggio del Paese; sono umile, semplice e bella, ho le carte in regola per vincere.
In varie circostanze,l'interrogatorio va sul difficile: di che segno sei? L'esaminanda con tono trionfante: Ariete! Brava, sei a posto. Uno spettacolo deprimente, che diventa perfino imbarazzante quando - esaurite le fasi di valutazione dell'aspetto e della personalità delle candidate - si procede alla nomina della miss, che poi le miss sono quattro, ma non vi spieghiamo perché in quanto il motivo è solo quello di accontentare più giovanotte.
Le prescelte si abbandonano a scene di giubilo, mentre le escluse applaudono nervosamente (ovviamente stizzite, persuase, forse non a torto, di essere vittime di un'ingiustizia) per non fare la figura delle invidiosette. Quest'anno, onde evitare critiche, i responsabili del concorso hanno indotto le signorine a indossare costumi da bagno anni Trenta, abbastanza ridicoli, dato che i due pezzi si prestavano a essere censurati dalle femministe: basta con la mercificazione dei corpi femminili! Come se le concorrenti fossero rastrellate con la forza e costrette a partecipare alla competizione.
La questione, però, è un'altra, e riguarda soprattutto il cattivo gusto che accompagna la liturgia della selezione, indipendentemente dall'ostentazione delle rotondità . Come si fa nel 2012 ad ammucchiare delle ragazze su un palco e sottoporle all'umiliazione di un verdetto estetico circa il loro aspetto? Si obietterà : contente le fanciulle, contenti tutti. Ma che la televisione si adoperi per amplificare una gara così meschina basata su culi e tette, ci sembra disdicevole, per non dire idiota.
Miss Italia nel dopoguerra, nel clima euforico della ricostruzione e nella preparazione del boom economico, era un propellente dell'ottimismo e della voglia di non pensare più alle bombe che avevano distrutto la Patria. Ma adesso, via, le donne sono emancipate, se sono belle meglio per loro (saranno comunque agevolate nella vita), hanno raggiunto, e spesso superato, gli uomini nelle professioni, in ogni settore, non hanno la necessità di sfruttare il proprio corpo né la Rai ha la necessità di sfruttare i corpi altrui.
Oltretutto senza riuscire a incrementare gli ascolti: Miss Italia infatti è stata battuta da Squadra antimafia; roba da matti. Ultimo appunto. Nel 1951 Luchino Visconti girò Bellissima , interpretato da Anna Magnani. La storia malinconica di una bimba che partecipa ai provini per l'interpretazione di un film e viene bocciata. Una vicenda struggente che metteva in risalto (a quei tempi!) l'orrore di un'aspettativa frustrata. Il soggetto era di Cesare Zavattini. Sessant'anni dopo c'è chi ancora non ha capito.
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