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Richard Newbury per "la Stampa"
Il fascino del comandante James Bond 007 - «ufficiale e gentiluomo», la spia «con licenza di uccidere» - è che è stato scritto da un falso, per falsi in cerca degli orpelli perduti di una gentilezza che non avevano mai posseduto, in fuga da un mondo post-bellico in cui la crisi di Suez, nel 1956, mise a nudo la falsità tanto del potere imperiale britannico come del rapporto speciale con gli Usa.
Bond divenne un marchio, mentre la Gran Bretagna cessava di essere una potenza mondiale. Era una potente fantasia globale - come racconta ora una grande mostra al Barbican di Londra che aprirà il 6 luglio - perché il leone britannico era ormai senza denti.
Il comandante Ian Fleming, che era stato corrispondente della Reuters e spia del MI6 nella Mosca e nella Berlino d'anteguerra e in tempo di guerra assistente del capo dell'«intelligence» navale, sapeva tutto questo. A un livello più profondo il fascino di Bond non è la falsità - tutte le spie sono per definizione false - ma l'autenticità di ciò che gli inglesi sapevano che stava loro accadendo e i sentimenti ambigui che ne nascevano.
Fleming scrisse «Casino Royale» nel 1952 «per distogliere la sua mente dalla orribile prospettiva del matrimonio». Nel 1963 dichiarò che «James Bond è la fantasticheria prima del sonno dell'autore. E' quello che vi aspettereste da una mente adolescenziale - che è proprio il mio caso». Ciò che rende veramente iconico Bond è che il 1952 fu l'anno della defezione delle spie atomiche di Cambridge, Burgess e MacLean, entrambi accreditati come membri dell'establishment britannico, anzi esattamente «uno di noi», come Bond!
Nel dopoguerra, poi, durante la Guerra Fredda, Bond ha bisogno di «aiuti Marshall» da Felix Leiter della Cia per continuare il suo gioco del baccarat con Le Chiffre, la spia russa doppiogiochista, che i russi uccidono prima che possa farlo Bond. Lui, infatti, rapito, viene salvato dai russi e non dagli inglesi o dagli americani, e non riesce nemmeno a conquistare la ragazza di ogni episodio, la quale tradisce non solo lui, ma tutti i servizi segreti occidentali!
Perché questo è il mondo di Greene, Le Carrè e Fleming - tutte spie - che ha inventato quel genere del XX secolo, letto e apprezzato soprattutto dal Kgb. In un mondo di «Mad» (Mutually assured destruction: distruzione reciprocamente assicurata) Bond - e l'anti-Bond Smiley - hanno toccato una corda sensibile. Come capo dei servizi segreti, che cerca di penetrare nella mente del nemico, Fleming scoprì di essere stato lasciato con due punti di vista diversi in un deserto di ambiguità . Lui guardava a Occidente, il suo contemporaneo di Eton, Maclean, a Oriente. Bond oggi fatica a trovare un avversario «politically correct». Kennedy andava a letto con una bionda o con un Bond: dubito che valga per Obama!
CONNERYian flemingJohn Le CarreGRAHAM GREENE
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