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CHE MODA FA? CONCLUSE LE COLLEZIONI 2020, QUIRINO CONTI FA IL BILANCIO: MENTRE A LONDRA CI SI SOLLAZZAVA RESTANDO ARISTOCRATICI E DILETTANTI PER SCELTA, A NEW YORK NULLA DI NUOVO. LA NOVITÀ A MILANO È CHE LA MODA ARRINGA. C’È CHI PARLA DI SÉ COME UNA DUBBIOSA DE BEAUVOIR (PRADA), CHI SI PONE TRA NICHILISMO ED EMPIRISMO TEORICO (GUCCI) - A PARIGI IL VERO MIRACOLO: VAN NOTEN
Qvirino Conti per Dagospia
La stagione sembrava annunciarsi con segnali piuttosto inquietanti. Seguiti dal livoroso annuncio di vendite in calo, dalla Cina agli Usa (WWD); e uno stilista di riferimento, Demna Guasalia, che di punto in bianco mollava il suo stesso marchio identitario, la sua creatura.
Ma poi dalle pedane newyorkesi nulla di nuovo, in effetti. Al di fuori delle solite scopiazzature europeizzanti (Marc Jacobs). Mentre a Londra ci si sollazzava restando aristocratici e dilettanti per scelta. Stupiti dalla incantevole professionalità di Burberry (ora nelle mani di Riccardo Tisci).
Finalmente Milano, ci si diceva tra addetti: e da lì il senso di un nuovo praticabile ciclo di Moda. Invece, la grande sorpresa: a Milano si “parla”, si dibatte, si commenta, ci si auto-recensisce. Si filosofeggia, insomma. Con uno Stile che per difendersi si fa pensieroso e insieme epistemologo di se stesso. Mediante cose semplici ma in realtàdensissime di sottintesi, a sentire gli autori. Perché la novità a Milano – nuova Atene dello Stile – è che la Moda arringa. Ed è l’autore stesso che aggiunge senso al proprio lavoro dichiarandone volontà e intenzioni (Achille Bonito Oliva).
dries van noten christian lacroix
Pertanto, singolarmente sintetico in pedana, c’è chi parla di sé come una dubbiosa de Beauvoir (Prada). E addirittura, d’improvviso più oscuro ed ermetico nelle parole che nei fatti (Gucci), chi si pone tra nichilismo ed empirismo teorico!
Della scuola del San Raffaele – di Cacciari, insomma – si è invece (Armani) dove tutto all’intorno è eccessivo, specialmente nella concorrenza. Poi c’è anche chi si proclama per Voltaire e il suo Candide: in un naturalismo poetico avverso a ogni tecnicismo (Dolce & Gabbana). E chi, finalmente liberato dal mito platonico della caverna, torna a respirare, e lo fa con affermazioni da pacifismo alla Russell (Fendi). A seguire, la solita pletora di “situazionisti” per opportunismo.
Dopodiché, con poco d’altro, nessuno avrebbe mai potuto immaginare cosa si stava preparando a Parigi. Dopo il solito esistenzialismo di Saint Laurent, quello immelanconito e imborghesito di Celine, le pudicissime monache ortolane di Dior e il filantropismo infermieristico alla Dunant – meritevole fondatore della Croce Rossa –di Galliano per Margiela.
Fino al vero miracolo. Un affratellamento creativo, praticamente senza precedenti. Van Noten che si trascina in pedana la Bisanzio di Lacroix. Come se Tintoretto avesse convinto Veronese a terminare con lui un soffitto veneziano. Mentre Aladino rapisce santa Sofia e la porta nel suo antro, Visconti chiede a Renoir di completare un suo film,e Fellini a Bergman; insomma, una di quelle copule che si possono solo immaginare tra gli Dei dell’Olimpo, per generare l’Aurora.
Per il resto, il mediocre riciclo di un già sregolato riciclo (Chanel), qualche plagio, svariate megalomanie; e molti guai per i plutocrati dello Stile, alla ricerca di nuovi talenti finalmente da crescere e non solo da spremere. Giacché “la Moda non è un’arte, ma solo gli artisti sanno farla” (Pierre Bergé). E naturalmente gli artisti sono rari. E non intercambiabili.
QVIRINO CONTI per DAGOSPIA
Note a margine
FASHION WEEK SPRING-SUMMER 2020
alexander mcqueen ss2020
ALESSANDRO MICHELE
· Parigi. Copia e incolla (comunicazione Valentino):“Pezzi universali come la camicia bianca, lo chemisier, l’abito, la gonna a matita, i bermuda sono ridotti all’essenza e interpretati con la ricchezza della Couture, in popeline di cotone. L’ordinario diventa straordinario. Man mano che le permutazioni si susseguono e si avvicendano come ombre e sfumature che si moltiplicano su grisaille, toccate dal senso di craft di gioielli, scarpe e accessori, il colore si insinua lentamente. È un colore brillante, compatto e fluorescente, immateriale come georgette di seta su forme che sono state scavate dall’interno lasciando che il corpo stesso diventasse struttura. Il movimento procede ulteriormente verso audaci stampe fauviste cariche di urgenza narrativa, solo per rallentare di nuovo nel bianco totale. La sottrazione conserva la frenesia e la ricchezza di un intero universo di riferimenti estetici, proprio come il non colore bianco è in definitiva una somma di ogni colore dello spettro”. Sic.
maison margiela by galliano ss2020
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