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Giampiero Mughini per Dagospia
Caro Dago, il punto cruciale del nostro presente non è la gran quantità di cretini che circolano lungo i sentieri della comunicazione sociale e della nostra vita diffusa. I cretini ci sono sempre stati, e in gran numero.
Hanno costituito i battaglioni d'assalto ora dell'uno ora dell'altro ciarlatano, le truppe scelte ora del fascismo montante ora del comunismo staliniano, ieri del maoismo d'accatto oggi del politically correct le cui imbecillità racconta sovente Giulio Meotti sul Foglio, e ce n'è di strabilianti. Di "cretini" e delle loro imprese il formidabile duo Fruttero/Lucentini ci ha mirabilmente campato tutta una vita, e di quelle loro mordenti analisi noi tutti ci siamo deliziati tutta una vita.
Semmai una novità, all'inizio degli anni Sessanta, era stata la nascita del "cretino di sinistra" in quanto tale, una nascita che Leonardo Sciascia fu il primo a registrare, un esemplare di cui credo di essere stato uno dei maggiori esploratori del nostro tempo e per quanto fosse doloroso che alcuni di loro fossero stati miei compagni di generazione, gente con cui nei miei vent'anni avevo diviso una pizza e una sorsata di birra. E seppure anh'io io debba essere riconoscente a quel tipo di cretino, perché ne ho scritto (e ne sono stato pagato) più e più volte.
La novità del presente, dell'era della comunicazione in cui tutti si fanno dei selfie e tutti bazzicano fervidamente i social è che il cretino odierno se ne fa un vanto dell'essere un cretino, lo manifesta spavaldamente, si fa tutto felice un selfie a lasciare una traccia per sempre di quanto è stato inesorabilmente un cretino.
Vedo su Dagospia di due italiani che erano andati in Germania all'Oktoberfest che si fanno orgogliosamente un selfie mentre fanno scattare il loro braccio destro nel saluto nazi del partito che diede origine ai 60 milioni di morti della Seconda guerra mondiale. C'è chi si mette a correre a velocità folle sull'autostrada e si scatta un selfie a tramandare ai posteri la sua mascalzonata. Se capisco bene ci sono dei "maschi" che si danno a stuprare delle ragazze e si fanno dei selfie nel mentre o poco dopo, e li chiamo "maschi" per distinguerli dagli "uomini", la categoria cui appartengo. Di quelli che per strada immancabilmente cedono il passo a una donna.
Beninteso questi cretini agiscono così perché sanno quanto sia immenso il loro pubblico potenziale, il pubblico di quei loro gemelli in cretineria che non vedevano l'ora di veder spuntare quei selfie, quelle autoproclamazioni di imbecillità di qualcuno che magari è riuscito nella vita da quanto è cretino, e di cui loro si chiedono perché mai non debba toccare anche a loro quel successo.
Peggio ancora. C'è chi è cretino così e così, e che a sua volta si fa dei selfie e pronunzia delle autoproclamazioni a volersi manifestare ancora più cretino ed avere i "like" di chi è cretino al cubo. E sono milioni. Dio mio.
GIAMPIERO MUGHINI
CARLO FRUTTERO E FRANCO LUCENTINI
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