DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Paolo Festuccia per “la Stampa”
Il battesimo è fissato per il 30 novembre. Resta da capire chi officerà la funzione: certamente qualche deluso dalle promesse, i nemici storici dell'UsigRai - il sindacato giornalisti Rai - e una sfilza di giornalisti ormai folgorati sulla strada di Viale Mazzini dalla destra al potere.
[…] un soggetto che per ora è un'associazione ben connotata, ma nelle intenzioni degli ideologi che l'hanno teorizzata dovrebbe crescere fino a divenire una costola distaccata - o meglio, un vero e proprio pungolo - contro l'UsigRai per imprimere una svolta nelle relazioni sindacali tra Rai e operatori dell'informazione.
Ma non solo: a benedire e a guardare di buon occhio il "sindacato tricolore" o sovranista che dir si voglia ci sono anche numerosi big, qualche dirigente e giornalisti della tv pubblica. Al progetto, raccontano i ben informati, non è indifferente il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi, che studia da mesi per sé un futuro da amministratore delegato, come pure Paolo Corsini, direttore dell'approfondimento Rai, Nicola Rao, già direttore del Tg2, e la neo vice direttore del Tg1 Incoronata Boccia assai attiva - raccontano a Saxa Rubra - nel raccordo di relazioni tra il settimo piano di Viale Mazzini e il fortino di Saxa Rubra.
LA NUOVA RAI MELONIANA - VIGNETTA BY ELLEKAPPA
A loro, raccontano dalla cittadella dell'informazione del servizio pubblico, starebbe davvero a cuore il pluralismo e l'indipendenza dell'azienda (dicono gli adepti alla nuova mission) e per questo si prodigano a chiamare a raccolta uomini e giornalisti di buona volontà, operosi e spendibili sia sul piano delle referenze sia dell'autorevolezza, perché siano presenti l'ultimo giovedì del mese all'Auditorium "Due Pini" in via Riccardo Zandonai a Roma.
È lì, in quella sede, non lontana né da viale Mazzini né da Saxa Rubra, che si santificherà la prima pietra dell'UniRai, l'associazione ideata come un talk show per fronteggiare l'epopea sindacale dell'UsigRai e per edificare il nuovo santuario del paradigma informativo (e, soprattutto, del potere a Viale Mazzini).
[…] se per fare un albero, come cantava Sergio Endrigo, ci vuole il legno, per fare un "sindacato" o una cosa che gli somigli e che per giunta abbia come fine quello di scuotere l'UsigRai (circa 1.700 giornalisti iscritti all'interno dell'Fnsi) ci vogliono non solo gli iscritti ma anche un progetto credibile: «Tutti elementi, comunque, sui quali stiamo lavorando» con idee chiare - assicurano - e che ha come riferimento nella Federazione nazionale della stampa il gruppo "Pluralismo&libertà".
Un capitolo nuovo, dunque, nella storia dell'amata "Mamma Rai" che nelle intenzioni dei fautori dovrà essere aperto, plurale, e comunque in antitesi all'UsigRai da sempre definito a destra come il sindacato di parte, che ha segnato «troppo e male» le vicende interne e le stagioni della storia della tv pubblica.
Del resto «se non ora quando» è il passaparola che i più si lasciano sfuggire: «Se non ora quando, con un governo di destra e una donna di destra che lo guida...». E così al motto di «la Rai che verrà, insieme per il cambiamento», la sfida per imbrigliare e rimodellare a uso e consumo sovranista il cavallo dei poteri di Viale Mazzini è servita.
Sul piatto il corpaccione dell'UsigRai che – a sentire loro – ha garantito carriere e diviso consorterie con il potere della politica: d'ora in avanti dovrà temere, dovrà ridimensionarsi. Tutto è pronto per il "soccorso" alla nuova stagione della Rai tricolore, di TeleMeloni, senza che nessuno si sia soffermato per ora né sugli ascolti incerti, né sui tagli al canone varati dal governo e nemmeno (almeno per ora, poi magari nel programma certamente sì) sulle sfide che attendono la tv pubblica tra la crescita delle piattaforme internazionali e dei giganti del web che prosciugano la torta pubblicitaria e si contengono i grandi eventi sportivi a suon di milioni di euro.
Nella chat appena allestita dove sono stati coinvolti un centinaio di giornalisti si racconta il progetto e si spiega che si «lavora per fare le cose bene». Circa 200 gli invitati (o cooptati), con Claudio Pagliara da New York che senza esitazione e pieno di slancio reclama per sé «la tessera numero 1» della nuova associazione.
Di certo, spiegano, c'è che sul loro progetto si percepisce «tanta curiosità» anche se non è ancora chiaro chi scenderà dal cavallo dell'UsigRai per passare all'altra sponda. Già, perché il nodo resta questo: trovare colleghi giornalisti disposti a iscriversi. Per questa ragione, sostengono gli animatori dell'iniziativa, è indispensabile «parlare con i colleghi, per invitarli a intervenire e ascoltare».
[…] Il 30 novembre, infatti, non sarà un banco di prova ma «solo un punto di inizio. L'obiettivo - così viene presentato nella chat - è quello di creare finalmente una casa nostra ma al tempo stesso allargata, inclusiva, plurale e libera». Come dire: imbarchiamo un po' tutti, poi si vedrà. Perché il cuore del progetto è quello di «un nuovo interlocutore capace di far sentire la voce dei colleghi attraverso la mediazione, libero da ogni pregiudizio ideologico». Come dire: il carro passa e chi non sale resta a piedi. Un'occasione da non sprecare.
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