james jim mitchum

IL NECROLOGIO DEI GIUSTI - JAMES MITCHUM DETTO JIM, MORTO A 81 ANNI A SKULL VALLEY, IN ARIZONA, DOPO ESSERSI RITIRATO NEI PRIMI ANNI ’90, SI È PORTATO DIETRO DOVUNQUE ANDASSE LA STESSA FACCIA DEL PADRE, ROBERT, E LA STESSA ALTEZZA, 1, 91. PER LUI QUESTA SOMIGLIANZA È STATA UNA SPECIE DI MALEDIZIONE, VISTO CHE NON HA MAI AVUTO MODO DI DIMOSTRARE NÉ DI ESSERE UN GRANDE ATTORE NÉ DI AVERE ALTRE GRANDI VIRTÙ OLTRE A QUELLA DI ESSERE “FIGLIO DI”. PROVÒ ANCHE A CANTARE, SULLA SCIA DI ELVIS, EBBE UN CONTRATTO PER UN DISCO CON LA FOX, MA POI LA COSA FINÌ LÌ…

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Jim Mitchum rip

Marco Giusti per Dagospia

 

james mitchum con il padre robert

Difficile essere figlio d’arte e fare lo stesso mestiere del padre. Ancor più difficile se fai l’attore e ti porti dietro la stessa faccia di tuo padre, ma non sei lui. James Mitchum detto Jim, morto a 81 anni a Skull Valley in Arizona dopo essersi ritirato nei primi anni ’90, si è portato dietro a Hollywood e dovunque andasse come attore, in ruoli sia piccoli che da protagonista, la stessa faccia del padre, Robert Mitchum, e la stessa altezza, 1, 91…

 

Il fratello Christopher, che ha fatto una carriera non molto diversa, non solo gli assomigliava meno, ma essendo biondo poteva fare ruoli diversi e nascondersi di più Ma per Jim Mitchum penso che questa somiglianza così forte alla fine sia stata una specie di maledizione, visto che non ha mai avuto modo di dimostrare a Hollywood né di essere un grande attore né di avere altre grandi virtù oltre a quella di essere il figlio di Robert Mitchum.

 

james mitchum massacro al grande canyon

"La somiglianza è talmente forte, che quando recito mi sforzo di avere alcuni dei suoi modi di fare, altrimenti il pubblico non gradisce", dice in un'intervista del 1962. Provò anche a cantare, sulla scia di Elvis, ebbe un contratto per un disco con la Fox, ma poi la cosa finì lì.

 

Nemmeno quando venne in Italia all’inizio della grande stagione degli spaghetti western, per due film interessanti, “Massacro al grande canyon” diretto da Albert Band e Sergio Corbucci e “Gli uomini dal passo pesante” di Band e Mario Sequi, si impose. Mentre si imponevano i suoi partner italiani, Franco Nero ribattezzato allora Frank Nero, e Giorgia Ardisson, ribattezzato George Ardisson.

 

james mitchum il contrabbandiere

Nato e cresciuto a Los Angeles, inizia a recitare fin da bambino, in un capolavoro come “Gli amanti della città sepolta” di Raoul Walsh con Joel McCrea e Virginia Mayo. Nel 1959, lo troviamo in “Il contrabbandiere” (“Thunder Road”) di Arthur Ripley, prodotto e interpretato dal padre, dove fa suo fratello, mentre il fratello Christopher almeno ha un ruolo diverso.

 

A quel tempo Jim lavorava in un ranch. Fu il padre a chiedergli di fare il ruolo di suo figlio. E’ in questo periodo che decide di tentare la sorte, a teatro, passa due anni sul musical "The Boy Friend" e poi come cantante. Ma non sfonda più di tanto.

 

Lo troviamo in due film con Mamie Van Doren, diretti da Charles Haas, “The Beat Generation” e “Girls Town”, poi in “Faccia di bronzo” di Jack Webb. Diventa protagonista, assieme a Alana Ladd, figlia di Alan, e Jody McCrea, figlio di Joel, in “I giovani fucili del Texas” di Maudy Dexter, western che vede in luce i figli d’arte delle star di Hollywood.

james mitchum i giovani fucili del texas

Nessuno di loro farà fortuna. Lo rilanciano in due ottimi film di guerra, “I vincitori” di Carl Foreman con Albert Finney e Peter Fonda e “Prima vittoria” di Otto Preminger con John Wayne e Kirk Douglas.

 

E’ allora che lo chiama il cinema italiano, cioè l’italo-americano Albert Band alias Alberto Antonini come protagonista di “Massacro al Grande Canyon”, diretto assieme a Sergio Corbucci, e subito dopo di “Gli uomini dal passo pesante” di Band e Mario Sequi con Franco Nero, film che avrebbero dovuto aprire la strada al western all’italiano.

 

Turi Vasile, coproduttore, ricorda che Jim Mitchum lo portò proprio Albert Band. Giorgio Ardisson, coprotagonista del primo film, ricordava che era un attore discreto, somigliava molto al padre, ma per il produttore non funzionava, lo considerava un po’ legnoso.

 

james mitchum i vincitori

“Io facevo il cattivo, avevamo girato già varie scene, quando il produttore mi chiese se ero pronto a sostituirlo come protagonista. Significava che avremmo dovuto rigirare molte scene da capo. Ma è veramente brutto sostituire un altro attore e dissi che avrei preferito di no. Scelsero di andare avanti e ne fui contento.”

 

Si alterna tra l’Europa e l’America in quello che sarà il suo periodo migliore, cioè i primi anni ’60. Lo troviamo nel film di guerra "Ambush Bay" con Mickey Rooney e Hugh O'Brien, nel thriller “The Money Trap” di Burt Kennedy e nel suo secondo western, Gira in Iran “Sei dannati in cerca di gloria” di Jean Negulesco con Stuart Whitman e Curd Jurgens.

 

Ma lo troviamo anche in un piccolo grande film della New Hollywood, “Two Lane Blacktop” di Monte Hellman con James Taylor e Warren Oates nel 1971. Negli anni ’70 lo troviamo in una serie di thriller americani, come “Moonrunners”, “Trackdown” di Richard T. Heffron e “Doppio gioco” di Richard Compton con Oliver Reed e Paul Koslo.

 

james mirchum ambush bay

Lo troviamo in una serie di produzioni europei di genere e sottogenere dove torna protagonista sfruttando nome e faccia, “Blackout: inferno nella città” di Eddy Matalon, “I predatori della pietra magica” di Tonino Ricci, “Colli di cuoio” di Ignazio Dolce, “Mal d’Africa” di Sergio Martino. Si ritira in Arizona negli anni ’90 con la sua terza moglie, Pamela K. Smith, dopo Wende Wagner e Vivian Ferrand, e si mette a produrre whiskey e gare di whiskey dedicate al padre.

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