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Gemma Gaetani per "Libero Quotidiano"
Si tiene al Museo del Fumetto di Milano l’antologica di una delle più importanti artiste del fumetto erotico italiano, Giovanna Casotto. Vietata ai minori, suddivisa nelle sezioni di una poliedrica carriera, appropriatamente s’intitola Il punto C: il riferimento è al punto G, per sineddoche, la donna, ma in modalità Casotto, ovvero Femmina con la maiuscola. Regola vuole l’erotismo femminile impero artistico governato dallo sguardo del maschio: Milo Manara e Guido Crepax son numi, più che nomi.
Ma seppure la matita di Giovanna non sia maschile, la sua donna (polposa, vera, dai capezzoli turgidi, le unghie laccate, i piedi inarcati, la modalità seduzione sempre su on) è materia di un’estetica prepotentemente maschile, cioè disegnata, sognata come farebbe un maschio. Perché l’essenza della femminilità, che Giovanna possiede come donna, prima che come mano, è desiderare di piacere al maschio, riconoscergli, non contestargli, il ruolo di Pigmalione della femmina.
Perciò il suo immaginario è assolutamente lontano da quel femminismo che vuole la donna asessuata e priva di corpo, figurarsi di voglie carnali, o, peggio ancora, da quell’altro che la vuole castrante mangiauomini in carriera che non sa cosa significano dolcezza e essere femmine.
La femmina, per Giovanna, è pin up. Ma, soprattutto nelle tavole realizzate per le storiche riviste Selen e Blue, alla pin up viene finalmente concesso di esser tale ben oltre la censura borghese che oscura il seguito di un bacio tra uomo e donna - cioè il rapporto sessuale. Giovanna rivela cosa c’è sotto la gonna (per esempio, la mano di lui o di lei in attesa di lui), cosa dentro gli slip (se sono ancora indosso), cosa su un letto quando tra le lenzuola ci sono un uomo e una donna.
Il suo è un Kamasutra occidentale che non teme nemmeno il vero estremo. Tutto è affrontato: dalla masturbazione (in ogni modo immaginabile) allo spanking, pratica dello sculacciamento che trasforma la donna in una Lolita sulle ginocchia di un maschio-daddy che la «punisce» per la sua seduttività.
E poi il bondage, che lega una donna-oggetto del piacere maschile e felice di esserlo, perché il sesso è vita, e l'estremo è intensità. Ricorrono spesso primi piani dei visi, femminili e maschili, folgorati dalle sensazioni del piacere, crocifissi al godimento, nonché dei sessi, visti non tanto come mamma li ha fatti, ma come eccitazione li inturgidisce.
Meravigliosa la donna incinta, seminuda, inginocchiata e legata, come a dire che una femmina è tale anche quando sta per figliare (dovremmo mandarla a tutte quelle che durante la gravidanza diventano casseforti asessuali, immemori del fatto che portano in grembo il seme del proprio maschio, prima ancora che un’innocente vita e bla bla bla).
Splendida la Biancaneve a gambe spalancate, con mela in mezzo, un’immagine così vicina alle libido dei nostri tempi che fa sembrare l’Origine del mondo di Courbet, che naturalmente cita, erotismo per deceduti. Insomma, se siete vere femmine andate a rispecchiarvi nel «paese delle meraviglie femminili» di Giovanna.
Se non lo siete, correte ad imparare dai suoi scatti come ci si mette in posa, dai suoi abiti, scarpe, lingerie personali (anch’essi esposti) come ci si veste, dalle sue tavole come si fa l’amore. Se siete veri maschi, portateci le vostre femmine. Se non si entusiasmano, se non vi chiedono sensualmente di correre subito a casa, abbandonatele lì.
Come ha scritto Gian Paolo Serino, nostro stimato collaboratore, nel catalogo della mostra, «l'erotismo di Giovanna Casotto è carne e inchiostro, è osceno e conturbante, è eccitante e carnale», «rappresentato senza veli di ipocrisia, senza falsi moralismi», «non nascosto da mille seghe mentali, ma invoca immediatamente alla masturbazione». Marilyn Monroe, ritratta nella serie dedicata alle icone sexy del passato, sarebbe fiera d’esser lì.
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