DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Rosario Di Raimondo e Massimo Pisa per milano.repubblica.it - Estratti
È la notte tra il 21 e il 22 aprile, sono le 3,24 l’addetto alla vigilanza di un elegante condominio in via Marco Ulpio Traiano sente qualcosa di strano dalla sua postazione. “Una discussione tra persone davanti all’ingresso del palazzo, degenerata in urla”, spiega ai carabinieri pochi minuti dopo. “Da un Mercedes sono uscite 7-8 persone, si sono avvicinate a un soggetto che vive qui e lo hanno colpito a calci e pugni”.
Il testimone: “Era Fedez, senza dubbio”
Il "soggetto” è l’istruttore di fitness Cristiano Iovino. “L’ho riconosciuto, stava scappando dagli aggressori per rifugiarsi all’interno del condominio”, continua il testimone. Che racconta un altro dettaglio importante: “Nel gruppo degli aggressori ho visto Fedez, era lui, senza ombra di dubbio”. La spedizione punitiva contro il personal trainer dura pochi secondi.
"Dacci cellulare e documenti”
Alla fine, il vigilante viene avvicinato da uno del gruppo: “Mi hanno intimato di non chiamare le forze dell’ordine, di mostrare i miei documenti. Mi hanno anche chiesto di consegnare il cellulare ma io ho detto di no”. Infine la banda, “compreso Fedez”, risale sul van nero e va via.
Iovino: “Non voglio andare in ospedale, non faccio querela”
Quando i carabinieri arrivano nell’esclusivo quartiere di City Life, Iovino è ormai in casa. Ferito. Ha delle evidenti tumefazioni in faccia e in testa.
(...) “Non conosco gli aggressori, non ho visto Fedez”, giura. Soprattutto, non vuole sporgere querela. In casa con Iovino c’è Salvatore Angelucci, già tronista di Uomini e Donne: dice di aver raggiunto l’amico dopo l’aggressione.
La Procura: Fedez concorrente morale
Fedez con gli ultras Christian Rosiello e Islam Hagag detto Alex Cologno
“Io non c’ero”, ha detto Fedez pochi giorni fa riferendosi all’aggressione sotto casa del personal trainer. Questa testimonianza, e le immagini delle telecamere di videosorveglianza, sembrano smentirlo. Secondo le ipotesi della Procura di Milano, Fedez sarebbe stato il “concorrente morale”, ossia il presunto istigatore, della spedizione punitiva. E Iovino sarebbe stato pestato da un gruppo di suoi amici fidati, tra cui ultrà rossoneri, alla presenza dello stesso rapper, che in una prima fase avrebbe cercato anche di colpire il personal trainer.
S’indaga sulle dinamiche tra ultrà
Se Iovino non presenterà querela entro fine luglio, per il rapper cadranno le accuse di lesioni e percosse in concorso. Resterebbe quella di rissa, da valutare nelle due fasi di quella notte: prima la lite scoppiata al The Club, poi la spedizione in via Traiano. Agli atti, nel fascicolo aperto dalla pm Michela Bordieri con i primi accertamenti dei carabinieri, ci sono le immagini delle telecamere che riprendono 8-9 persone scendere da un minivan e scagliarsi contro Iovino, ma anche quelle del locale dove era presente, oltre a Ludovica di Gresy, giovane spesso in compagnia di Fedez nell'ultimo periodo, anche il cosiddetto "bodyguard" del rapper, Christian Rosiello, ultrà della curva sud milanista.Gli inquirenti vogliono capire se il caso Iovino sia un episodio isolato o rientri in dinamiche già al vaglio in altre indagini condotte dalla Polizia, sui business illeciti, tra cui svetta quello della droga, gestiti da esponenti delle curve.
L’ipotesi della “trappola”. E la lista degli indagati è destinata ad allungarsi
Fedez al suo fianco Christian Rosiello e il rapper Taxi B
Oppure se gli ultrà abbiano voluto aiutare Fedez a risolvere con violenza un contrasto personale o qualcosa che andava a toccare i suoi interessi, con un'azione ritorsiva e intimidatoria. La lista degli indagati è destinata ad allungarsi a tutti i protagonisti della nottata. Anche se dalla Procura precisano che allo stato c'è un solo indagato. Nel frattempo, risulta che, dopo essere stati buttati fuori dal locale, Fedez e Iovino al telefono e via chat si sarebbero dati appuntamento “per chiarire” la questione proprio sotto casa del 37enne. Una sorta di trappola, a cui sarebbe seguito il pestaggio di tanti contro uno.
FEDEZ
Estratti da corriere.it
Alla fine del pestaggio di Cristiano Iovino, prima di risalire sul van e sparire, alcuni «accompagnatori» di Fedez si avvicinano alla guardiola dei vigilantes di «Parco della Vittoria» a Citylife. Minacciano un guardiano dicendo di farsi i «c... suoi» e «non chiamare nessuno». Ma soprattutto chiedono con insistenza il «tesserino» e il «telefono cellulare». Lo scopo è chiaro: intimidire la guardia privata e implicitamente minacciare di «ritorsioni».
Il vigilante è lo stesso che non solo darà l’allarme al 112 dopo aver aperto il cancello del palazzo a Iovino per permettergli di rifugiarsi all’interno, ma anche che ai primi carabinieri intervenuti dirà (e metterà a verbale) di aver riconosciuto nel gruppo degli aggressori «il noto personaggio Fedez». La sua testimonianza, unita al filmato che riprende per intero l’aggressione tra via Traiano e via Papini, è uno degli elementi chiave che porteranno poi alla fine dei primi atti d’indagine — già la mattina di lunedì 22 aprile — a denunciare Fedez per rissa.
fedez ludovica di gresy 45fedez
(...)
fedez ultras milanisticristiano iovinocristiano iovino
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