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Paolo Fallai per il “Corriere della Sera”
Abituato alle polemiche di tutti i tipi, il Premio Strega questa baruffa sull’età media dei votanti proprio non se l’aspettava. È stata l’Unione industriali del Lazio — che con 120.000 euro l’anno garantisce serenità al bilancio — a lanciare il tema.
Ma non saranno troppo in là con l’età i votanti? non sarebbe il caso di ringiovanire? Vittorio Emiliani, che al premio venne chiamato da Maria Bellonci, ha risposto per le rime: «Mi dimetto, non accetto le sopraffazioni, prima che mi rottami l’Unione industriale del Lazio mi rottamo da solo».
Tullio De Mauro ha cercato subito di mediare: «Ho scritto a Vittorio Emiliani e spero che receda. Anche io lascerei volentieri la presidenza e gli incarichi, perché incidenti del genere rendono pesante la cosa, ma né il consiglio di amministrazione della Fondazione Bellonci, né il comitato direttivo del Premio Strega hanno intenzione di fare fuori le persone anziane». E aggiunge: «Non ne faccio una questione di categoria, avendo superato gli ottanta, penso che sia giusto riconoscere l’esperienza. D’altronde abbiamo moltiplicato la nostra attenzione ai giovani, l’anno prossimo faremo addirittura un premio “bambini” con la Fiera di Bologna».
«Non servono estremismi, ma ci vuole un’idea che manca nel nostro clima culturale, che è il rispetto delle competenze» interviene Maria Pia Ammirati, scrittrice, votante e direttore di Rai Teche.
Lo stesso presidente dell’Unione Industriali del Lazio, Maurizio Stirpe cerca di riportare la discussione ad un clima più pacato: «Perché tutto questo polverone? Ci è stato chiesto di dare un contributo e noi abbiamo fatto le nostre proposte che possono essere accolte oppure no».
Detto questo restano i numeri: l’età media dei votanti per lo Strega è di 66,7 anni. Mediamente si diventa «Amici» per cooptazione (è il Consiglio direttivo a stabilirle chi entra) intorno ai 50 anni. E il ricambio - per ragioni naturali - è di circa dieci, quindici votanti l’anno.
Le dimissioni sono rarissime: Dario Fo, qualche anno fa, Andrea De Carlo e Emanuele Trevi più di recente. Si calcola che per cambiare la metà della platea dei votanti (erano 170 nel 1947, dagli anni Sessanta sono 400) ci vogliano almeno due decenni. Vota ancora un «Amico» che era alla prima edizione, il grecista Benedetto Marzullo, traduttore di Aristofane e «inventore» del Dams di Bologna. Fa parte dei votanti Manlio Cancogni, classe 1916. Il più giovane? Paolo Giordano, del 1982. Ma lui il premio lo ha vinto.
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