NON È PIÙ CORTINA DA ’N PEZZO! - MARTA MARZOTTO FURIOSA: “MI HANNO CHIESTO DI INTERPRETARE ME STESSA NEL CINEPANETTONE SULLE DOLOMITI, MA VISTA LA COMPAGNIA, HO RIFIUTATO - IL SINDACO BRAMA LA SECESSIONE, VUOLE RICONGIUNGERSI AGLI AUSTRIACI - MONTANELLI PASSAVA ORE A PARLARE CON ME. COLETTE, LA MOGLIE, NE ERA GELOSA E FORSE UN PO’ MI ODIAVA - LA CONTESSA SERBELLONI MAZZANTI VIEN DAL MARE ERO IO. NEL DISEGNARNE IL PERSONAGGIO IN FANTOZZI, VILLAGGIO SI ERA ISPIRATO A ME”…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

Malcom Pagani per "Il Fatto Quotidiano"

A 80 anni si svelano anche le identità nascoste: "La Contessa Serbelloni Mazzanti vien dal mare ero io. Nel disegnarne il personaggio in Fantozzi, Paolo Villaggio si era ispirato a me. In famiglia lo sapevano e ridevano. A Cortina siamo di casa. Da sempre". Pausa. "Pensi che mi hanno chiesto di interpretare me stessa nel cinepanettone sulle Dolomiti, ma vista la compagnia, ho rifiutato".

Marta Marzotto e i vacanzieri in evasione , non solo fiscale. "C'è grande agitazione. Ieri mi ha chiamato un mio amico per raccontarmi il dietro le quinte: ‘Lo sai che cosa è successo? La Finanza ha fermato una signora con tanti contanti. Davanti alle contestazioni e alle domande, quella si è liberata: Cosa volete da me? Metà sono per le puttane di mio marito e l'altra metà per il mio amante'. Cose così. Racconti cortinesi".

Stupita dei controlli contessa?
Felice. Ma i nomi di questi mascalzoni non si possono pubblicare?

Le interessano?
Certo, così quando cammini per strada eviti non solo di incontrarli, ma anche di salutarli. Che li becchino tutti questi miliardari col naso da Pinocchio.

Ricchi che si travestono da poveri.
Ma la ricchezza non è un delitto. È un riscatto. Solo che pagare le tasse è civile e comportarsi da furbi e da cialtroni, una commedia penosa.

Inscenato nella sua Cortina.
Avevo 20 anni quando ci ho messo piede per la prima volta. I Marzotto avevano elaborato i piani per unire le Dolomiti fino alla Marmolada. Non gliel'hanno mai lasciato fare.

Chi signora Marzotto?
I cortinesi. Il sindaco brama la secessione, vuole ricongiungersi agli austriaci. Elemosina corsie preferenziali dal governo. Un ingrato. In Corso Italia non si vede un solo austriaco, ma se viene, stia sicuro, non prende neanche il caffè.

Perché?
Perché ci disprezza e ritiene che noi italiani siamo tutti ladri. E lo Stato dovrebbe devolvere più denaro alla Volkspartei? C'è da vergognarsi.

Torna volentieri?
Meno che in passato ed è un dolore, perché noi ci sentiamo cortinesi. La località che ricordo volentieri è quella in cui Giuseppe Berto scriveva Anonimo veneziano nella mia cucina, di notte capitava di fare spaghettate alle 3 con Dino Buzzati e di mattina, si andava a funghi. Altri tempi.

E altre memorie.
Le notti a cantare, le feste, l'allegria.

Le canzoni le rammenta?
Tutte. Vediamo, dunque (Qui la Marzotto canta davvero ndr): "La mia morosa vecia/la tegno de riserva/e quando spunta l'erba/la porto a pascolar.

Toni leggeri.
Non sempre, ascolti: "Bombardano Cortina/dicon che gettan fiori/tedeschi traditori/tedeschi traditori".

A Cortina albergava anche Montanelli.
Era adorabile, colto, galante. Passava ore a parlare con me, Alain Delon e Roman Polanski. Colette, la moglie, ne era gelosa e forse un po' mi odiava. Ne I rapaci in cortile comunque, Montanelli aveva maltrattato il Conte Gaetano Marzotto, il padre di mio marito Umberto che gliel'aveva giurata. Trattai la pace per un intero anno e alla fine, ci incontrammo a cena. Tutto perfetto fino alla fine.

Poi cosa accadde?
Sulla porta, Montanelli disse una frase innocente. ‘Conte Gaetano, se un giorno Umberto si lasciasse con Marta io sarei sempre pronto a sostituirlo'. Il vecchio Marzotto non capì l'ironia e cominciò a smoccolare in veneto stretto sul sacro valore della famiglia. Divenne una belva e lo cacciò di nuovo.

Irripetibile?
Non è Cortina che è mutata, siamo cambiati noi ed è scomparsa la politica. Vittorio Marzotto, ad esempio. Fu deputato liberale. Si faceva accompagnare dal parente Giannino nelle piazze italiane. Quello iniziava con la tiritera: ‘Con queste mani ho vinto le Mille Miglia' e piovevano voti. Tanti voti.

Sembra molto contemporaneo.
Ma no. Allora c'era una concezione padronale alla Olivetti, se vuole un po' paternalistica. Mio suocero conosceva tutti gli operai per nome. Lo criticavano: ‘Marzotto, il nemico del popolo che perseguita i lavoratori dalla culla alla morte'. Dieci persone come lui e il sud sarebbe ridotto molto meglio.

Lei è nata povera e poi cresciuta nella ricca.
Ma ho insegnato ai miei figli a farsi perdonare i privilegi di cui hanno goduto. Se ti chiami Marzotto che vuoi fare? Prendere ancora?

Nostalgia?
Come si fa a non covarla? Prenda Fanfani. Di lui hanno scritto soprattutto male. Ma io l'ho conosciuto. Era integerrimo. Lo invidiavano. Pensi che nelle elezioni presidenziali del '71, qualcuno si divertì a infilare nell'urna una scheda perfida.

Cosa c'era scritto?
‘Nano maledetto/non sarai mai eletto'. Oggi Monti ringrazia la politica nonostante sia evidente a tutti che non c'è parlamentare che non se ne voglia liberare in fretta. Agguati, cattiverie, sorrisi forzati. L'Italia è questa. E non da oggi.

 

MARTA MARZOTTO Marta Marzotto Marta Marzotto Dino Buzzatimontanelli1Albertina Marzotto Gaetano Marzotto GIORGIO FANFANI