FERMI TUTTI! IL BARBONNE MARPIONNE HA CHIESTO 3,5 MILIARDI DI DOLLARI A OBAMA DA INIETTARE DENTRO CHRYSLER AL PIÙ PRESTO - MA NON AVEVA RIPAGATO, O MEGLIO RIFINANZIATO, I DEBITI CON IL GOVERNO USA? IL SEGRETARIO AMERICANO AL COMMERCIO CHU “CI STA PENSANDO” - BUON PER LUI, SE QUALCHE PUBBLICO GONZO LO RIEMPIE DI DOLLARI. SOLO CHE POI CON QUEI SOLDI NON TORNI IN ITALIA A FARCI LE SOLITE PREDICHE SOCIO-POLITICHE SUL CAPITALISMO E IL MERCATO…

Vai all'articolo precedente Vai all'articolo precedente
guarda la fotogallery

1- MARCHIONNE CHIEDE 3,5 MILIARDI A OBAMA...
Bankomat per Dagospia

Bisogna leggere fino in fondo un lungo articolo di ‘'MF'' su Fiat Chrysler per scoprire che Marchionne avrà anche restituito soldi al Governo Usa, avrà anche arrotondato la partecipazione in Chrysler, ma ha chiesto un prestito di 3,5 miliardi di dollari sui quali il Governo Usa si e' riservato di rispondere.

Tre miliardi e mezzo di dollari, avete capito bene, una cifra colossale. Con cifre simili erogate da terzi, addirittura in ipotesi da un Governo, molti si spaccerebbero per imprenditori, anzi molti lo fanno anche con cifre inferiori.

Una volta tanto stiamo dalla parte di Furbionne, visto che con molti mesi di anticipo rispetto a una parte della stampa italiana ne abbiamo spesso svelato limiti e bluff. Fa benissimo Marchionne a chiedere ed utilizzare soldi del contribuente Usa, se qualche amministratore pubblico gonzo glieli concederà. Basta solo che poi con quei soldi non torni in Italia a farci le solite prediche sociologiche per le quali non lo abbiamo pagato ne' incaricato. Grazie.

2- LA BORSA FA IL TIFO PER L'M&A DI FIAT...
Luciano Mondellini per "Milano Finanza"

Il mercato non vede l'ora che la Fiat torni al tavolo delle aggregazioni. Ieri, in una giornata buona per Piazza Affari, il titolo del Lingotto ha guadagnato il 5,5% (a 3,9 euro), trascinando con sé tutti i titoli della casa torinese.

L'azione è volata dopo le dichiarazioni rese lunedì da Sergio Marchionne, che dal salone dell'auto di Detroit ha fatto sapere che il gruppo Fiat-Chrysler sta cercando un nuovo partner per rafforzare la presenza a livello globale. Così ieri a smorzare gli entusiasmi non sono bastati né l'annuncio che l'operazione sembri ancora di là da venire («Non c'è nessun dossier sul tavolo», ha spiegato Marchionne) né le smentite sul fatto che il partner fosse stato già individuato.

«È pura speculazione» ha risposto il manager alle indiscrezioni secondo le quali il Lingotto si accingerebbe ad avviare trattative con il gruppo francese Psa (Peugeot-Citroen). Gli operatori hanno quindi preso posizione indipendentemente da chi sarà il target, forti soprattutto di quanto dichiarato nel pomeriggio di ieri da Marchionne. «Il consolidamento dell'industria dell'auto è essenziale.

Una nuova alleanza con un altro gruppo non è una questione di giorni ma la Fiat vuole partecipare a questo processo». Il manager ha poi aggiunto: «Non chiudo le porte a nessuno». Resta, quindi, da capire chi sarà il partner. Al di là delle smentite di ieri, Psa resta sempre un'opzione possibile, anche se non appare come la più probabile.

Il gruppo francese presenta una struttura azionaria simile a quella della Fiat, con una famiglia (i Peugeot) a detenere il pacchetto di maggioranza. Ciò potrebbe facilitare gli aspetti tecnici di un'eventuale aggregazione. Inoltre la società francese vanta una buona presenza in Cina e Russia, che andrebbe a coprire delle lacune importanti nello scacchiere del Lingotto.

D'altro canto, un'aggregazione con Psa creerebbe sovrapposizioni notevoli in Europa sul fronte dei prodotti, visto che entrambi i gruppi si concentrano sulla fascia medio-bassa del mercato. Ciò, spiegano gli esperti, impedirebbe grosse sinergie e comporterebbe grossi problemi in termini di tagli di organici in Paesi come Italia e Francia in cui non è semplice licenziare.

Un'alternativa resta quella di un partner asiatico, già ben presente sui mercati dell'Estremo oriente. E in questo caso Suzuki, che ha ormai rotto l'alleanza con Volkswagen, resta il grande favorito. A margine del Salone, c'è stato poi l'incontro tra Marchionne e il segretario Usa per l'Energia, Steven Chu, in merito al prestito da 3.5 miliardi di dollari richiesto da Chrysler. «Ci sono pressioni a favore e contro, ma alla fine valuteremo ciò che è positivo per i lavoratori americani», ha spiegato Chu.

 

SERGIO MARCHIONNE CON LA BARBABARACK OBAMAFABBRICA CHRYSLER DI TOLUCA IN MESSICO Steven Chu