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NON SOLO GEDI, IL MILIARDARIO GRECO THEODORE KYRIAKOU FA SHOPPING IN ITALIA E PUNTA SU TV E PORTI – COME DAGO DIXIT, OLTRE AL GRUPPO EDITORIALE DI ELKANN, IL MAGNATE ELLENICO PUNTA A UN’EMITTENTE TELEVISIVA (E DA QUESTO DERIVA LA PREOCCUPAZIONE DI PIER SILVIO BERLUSCONI, AD DI MEDIASET). DOPO IL NO DI CAIRO PER “LA 7”, TRA LE IPOTESI CI SONO SKY ITALIA, CHE HA UN ROSSO DA 258 MILIONI (“MA COMCAST NON VENDE”) E I CANALI ITALIANI DI WARNER - MA OLTRE AI MEDIA IL SOCIO DI BIN SALMAN GUARDA AI PORTI, BUSINESS TRADIZIONALE DI FAMIGLIA…
Stefano Vergine per https://www.editorialedomani.it/
Non solo giornali e radio. Anche la tv. E, dovessero esserci occasioni, pure un investimento nel settore navale, marchio di fabbrica storico della famiglia. Secondo fonti autorevoli sentite da Domani, sono questi i piani di Theodore Kyriakou per l'Italia, nazione su cui il 51enne miliardario greco ha deciso di puntare una parte dei suoi risparmi. Partendo da Gedi, come ormai noto, la società editoriale controllata dalla Exor della famiglia Elkann-Agnelli, editrice di testate come Repubblica e La Stampa, Huffington Post e National geographic, Radio Deejay, Radio Capital e molte altre.
Anche Bloomberg venerdì 12 dicembre ha dato conto della trattativa tra l'imprenditore greco e Gedi, di cui Domani ha dato notizia per la prima volta a settembre. Secondo l'agenzia americana, Kyriakou sta puntando ad acquistare tre asset in Italia, uno dei quali è appunto il gruppo editoriale con sede a Roma. Prima della scadenza dell'accordo di trattativa esclusiva, l'1 dicembre, Kyriakou ha recapitato a Gedi la sua offerta da 140 milioni di euro per rilevare l'intera società.
John Elkann, a capo della holding Exor (che ha invece smentito eventuali cessioni di quote della Juventus), ha prolungato l'accordo di trattativa esclusiva di due mesi e ha confermato la negoziazione in corso con Kyriakou escludendo altre offerte, come quella (sempre da 140 milioni) avanzata da Leonardo Maria Del Vecchio. La mossa ha messo in comprensibile stato d'allarme le redazioni del gruppo, spaventate dai possibili tagli di personale e dal profilo di Kyriakou, di idee conservatrici e socio d'affari della monarchia saudita guidata da Mohammed bin Salman.
THEODORE KYRIAKOU IN QATAR ALLA CENA CON DONALD TRUMP E AL THANI
Intanto una nota di Antenna Group che tenta di tranquillizzare le redazioni in agitazione: «Le linee guida dell’investimento si muovono nella tradizione del gruppo che ha sempre dimostrato rispetto dell’indipendenza giornalistica e del pluralismo».
(…)
Non c'è però solo Gedi nel mirino. Kyriakou vorrebbe comprare anche una tv italiana. D'altra parte il suo gruppo editoriale, Antenna, presente in molti Paesi dei Balcani e dell'Est Europa oltre che negli Usa e in Australia, è forte soprattutto nel settore televisivo. E in Italia questo comparto al momento offre delle opportunità. Secondo quanto risulta a Domani da più fonti, Kyriakou si è fatto avanti inizialmente con Urbano Cairo per comprare La7, ma l'editore italiano (proprietario anche di Rcs) ha detto no. Ora il magnate greco sta puntando gli occhi sui Sky Italia, parte del colosso americano Comcast Corporation, che l'ha acquistata insieme al resto del gruppo Sky da Rupert Murdoch nel 2018.
Sky Italia ha chiuso i conti in rosso per 258 milioni nel 2024, dopo aver perso un altro milione abbondante nei due anni precedenti. Ma la società italiana della Comcast non è l'unica opportunità sul mercato. Il recente acquisto monstre di Warner Bros da parte di Netflix (quasi 83 miliardi di dollari) avrà infatti conseguenze anche da noi. I canali tv italiani detenuti attualmente da Warner Bros attraverso Discovery - Nove, Real Time, Dmax, Food Network – sono stati esclusi dall'accordo con Netflix. E ora potrebbe essere ceduti.
Al momento insomma Kyriakou punta su Sky Italia, ma non è da escludere che questa strada dovesse essere chiusa potrebbe investire sui canali italiani di Warner e aggiungere così, oltre a radio e giornali, anche la tv. Come ha sempre fatto finora nei suoi acquisti in 22 paesi del mondo con Antenna, braccio mediatico del gruppo Kyriakou.
L'altro asset italiano su cui starebbe puntando il miliardario è invece in linea con il business tradizionale di famiglia: il trasporto su nave. Attraverso la società greca Athenian Sea Carriers, Kyriakou è da sempre molto forte nel settore petrolifero, con una flotta di dieci navi adatte a caricare greggio, e ora sta investendo in un nuove linee di business: il trasporto di container e quello di gas liquefatto (gnl). A luglio Athenian Sea Carriers ha fatto un ordine da 170 milioni di dollari per far costruire in Cina le sue prime quattro navi portacointainer. Nel frattempo, sempre dalla Cina, stanno arrivando dieci nuove navi fatte costruire da Kyriakou per trasportare gnl.
L'Italia, dove punta a comprare Gedi e una tv, rappresenta un mercato vicino e importante anche per il settore del trasporto navale, soprattutto del gnl su cui sta puntando forte dopo l'inizio della guerra in Ucraina. Lo shipping è il settore su cui Minos Kyriakou, ufficiale di Marina greco emigrato negli Stati Uniti negli anni '60, ha costruito la fortuna di famiglia. C'è da scommettere che il figlio Theo non se lo sia dimenticato.
THEODORE KYRIAKOU ARIANNA HUFFINGTON
THEODORE KYRIAKOU - FOTO LAPRESSE
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