DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Alberto Mattioli per la Stampa
Oggi Mozart compie 261 anni. La festa più importante si svolge a Roma, all' Auditorium, dove si incontrano per un tutto Mozart due stelle che finora hanno brillato su orbite lontane: Antonio Pappano e Cecilia Bartoli. Pappano dirige Orchestra e Coro dell' Accademia nazionale di Santa Cecilia ma siede anche al piano per accompagnare Santa Cecilia (l' altra) in Ch' io mi scordi di te? , la più bella aria da concerto mai scritta da Mozart, quindi da chiunque. Intervista doppia.
Un aggettivo per la musica di Mozart.
Antonio Pappano: «Io direi luminosa».
Cecilia Bartoli: «Un aggettivo? Non saprei. Posso però parafrasare l' esclamazione di una lady inglese davanti a Farinelli: one God, one Mozart!».
Farete uno strano programma, arie d' opera, musica sacra, movimenti staccati di sinfonie e concerti. Sembra un' accademia settecentesca.
AP: «L' ho costruito sui contrasti. C' è il Mozart sacro e quello profano, il Mozart giovane e quello maturo, il Mozart dell' opera e il Mozart dei concerti».
CB: «In fin dei conti, solo lui è stato egualmente grande in tutti i generi musicali».
Dieci milioni di dischi venduti, cinque Grammy: la cantante lirica più famosa al mondo è Cecilia Bartoli ed è italiana. Però in Italia non canta quasi mai. Perché?
A P: «In effetti, io l' ho già protestata almeno cinque o sei volte! (risata, ndr). Seriamente, provo a rispondere: forse Cecilia ha creato un suo mondo musicale che non è quello più frequentato in Italia. Non tutti sono attrezzati per apprezzare le sue scelte di repertorio. Tutto qui».
CB : «Sì, sono d' accordo. Semplicemente, ho sempre cantato della musica preromantica che è più apprezzata all' estero che in Italia. Mi sembra però che anche qui le cose stiano cambiando. Mi piacerebbe moltissimo fare Händel in Italia, magari Alcina che ho appena cantato a Zurigo. Se qualcuno vuole, sono qui».
Pappano porterà Santa Cecilia, intesa come l' Orchestra, al Festival di Pentecoste di Salisburgo, di cui Santa Cecilia, la cantante, è direttrice artistica. Insomma, per una volta è il solista a scritturare il direttore...
AP: «Sì, e sono contentissimo di tornare a Pentecoste, con un programma sulla Scozia cui il Festival è dedicato. Faremo Le Ebridi e la Scozzese di Mendelssohn e degli estratti del Fliegende Holländer e del Macbeth ».
CB: «Per me portare Santa Cecilia a Salisburgo è una gioia immensa. Quest' anno ho pensato a un cartellone tutto incentrato sulla Scozia che, in un certo periodo storico, fra classicismo e romanticismo, affascinò tutta l' Europa con il suo lato magico e misterioso, poetico e selvaggio. Avevo anche voglia di interpretare una parte "en travesti", quindi sarò Ariodante nell' omonima opera di Händel. E in concerto canterò La donna del lago , l' opera scozzese di Rossini».
I vostri progetti, o almeno quelli cui tenete di più.
AP: «Dirigerò qui a Roma la P assione secondo Giovanni , che fa parte di un percorso bachiano che prosegue da anni e che mi interessa molto. Idem per la prossima tappa bruckneriana.
Al Covent Garden, la mia altra casa, inizierò lunedì le prove dei Maestri cantori , poi ci saranno Butterfly e Otello . Mi considero un musicista fortunato perché posso lavorare su repertorii contrastanti e apparentemente lontani» .
CB: «Il prossimo progetto è con Sol Gabetta e porterà a un cd e a un tour di cantate barocche per voce e violoncello. Spero di far tappa anche in Italia. Poi mi dedico all' orchestra che ho fondato, Les Musiciens du Prince, che vuole ricreare i complessi di corte del Settecento. Il Principe Alberto e la Principessa Carolina se ne sono appassionati e così l' abbiamo fondata a Monaco. Prima tournée con la Cenerentola di Rossini».
Per finire, due domande singole.
Pappano, il suo «Otello» a Londra è la produzione lirica più attesa del '17, perché prevede il debutto in Otello di Jonas Kaufmann. Crede davvero che lo canterà?
«È tornato adesso in scena dopo una pausa di sei mesi per i suoi problemi di salute. Ne siamo tutti felicissimi, credo lui più di tutti. Credo che abbia avuto paura, ma è stato molto intelligente a non forzare e ad aspettare. Con lui c' è un progetto artistico a lunga scadenza».
Bartoli, il suo concerto alla Scala per Expo, saltato per indisposizione, non è mai stato recuperato. C' è speranza?
«Avevo proposto a Pereira delle date, che purtroppo nella programmazione della Scala non erano libere. Un concerto alla Scala spero proprio di farlo. Mi chiamino, io sono qui».
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