FLASH! - LA SCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSINA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI, CHE…
Estratti dall’articolo di Selvaggia Lucarelli per ‘il Fatto Quotidiano’
Alessandro Cattelan: 4
Alessandro Cattelan non sbaglia mai, non ha mai un’esitazione nella memoria, non gli si impasta mai la bocca, non starnutisce, non gli va mai del pulviscolo in gola, non produce catarro, fluidi corporei, reflussi gastroesofagei. Mai una papera, è lui che suggerisce al gobbo cosa deve scrivere. Non è un uomo, è “io Robot”. Il problema è che finché “io Cattelan" segue un copione prestabilito va tutto bene, quando una qualunque delle tre leggi della robotica (i giudici giudicano, i cantanti cantano, il pubblico applaude) vacilla, lui va in tilt.
Un concorrente annuncia in diretta che si ritira dalla gara perché non si passa dalla pubblicità delle patatine alla commemorazione funebre e lui anziché sfancularlo o difendere il suo programma ci manca poco che gli chiami un taxi.
Arisa viene fischiata selvaggiamente dal pubblico e lui anziché invitare i cafoni a tacere, comincia a balbettare frasette democristiane alla platea finché non osa con un impavido: “Arisa non ha tutti i torti eh”. Insomma, va bene essere super partes, ma non si può essere eternamente super-cagasotto. Detto ciò, si potrebbe anche assolverlo per tutto, ma il suo aver detto : “I cantanti hanno performato" lo rende indifendibile.
Fedez: 7.
ARISA MANUEL AGNELLI FEDEZ BRINDANO PRIMA DI XFACTOR
Con un carpiato degno della Cagnotto nei suoi giorni migliori è passato dall'essere un convinto no-global al fidanzato della nota black bloc Chiara Ferragni. Della serie: non spaccate le vetrine di Armani che #armani è il prossimo hashtag di Chiara. Accomunato dallo stesso destino del suo socio J-Ax a The Voice che voleva essere quello che capiva il pubblico giovane e poi s’è ritrovato Suor Cristina, vuole fare il produttore lungimirante e gggiovane, spinge la sua “punkabbestia di lusso” Roshelle e invece il pubblico preferisce l’altra sua finalista Gaia.
Quella melodica, quella classica, quella che la Pausini in confronto è una bestia di Satana. Quella che a 18 anni pare già testimonial di Castrocaro. Non del festival, ma delle terme.
Ed è così che la sua “Suor Cristina” arriva seconda e che a lui tocca metabolizzare due scomode verità: a) sommando i propri followers di instagram con quelli della fidanzata non si vince X Factor. b) si può passare due mesi a fare i fighi ed essere battuti da Alvaro Soler. E guardate che essere battuti da Soler in un talent musicale è tipo essere battuti ai 200 metri da Mario Adinolfi. Detto ciò, i suoi giudizi sono sempre parsi i più lucidi e intelligenti. Soprattutto quando doveva parlare dopo Arisa.
Manuel Agnelli: 6
E’ un po’ il Pippo Civati di questa edizione di X Factor. E’ partito bene, poi l’abbiamo perso. L’ego e il carisma parevano quelli di Morgan, ma Morgan vendeva benissimo se stesso e pure i suoi cantanti. Tra filippiche, arringhe favolose, scelte musicali ardite e strabilianti supercazzole, li vendeva così bene che è riuscito a far vincere autentiche ciofeche. (Matteo Becucci, per esempio)
Manuel Agnelli invece vende bene solo se stesso. Inoltre, è partito cattivo, poi s’è edulcorato, poi è arrivato a dire a Fem, uno che sta al canto come Arisa sta alle tecniche di autocontrollo zen, : “Hai molto da dire”. Altre due puntate e avrebbe detto che Rovazzi è Jimi Hendrix.
I suoi cantanti, e qui sta il dramma, non hanno mai assorbito un decimo della sua personalità. Andrea è già “Quello con la barba che stava in squadra con Agnelli”, Eva è già “Quella bravina con l’anello al naso”, Silva Fortes è..chi cazzo era Silva Fortes? Insomma, Manuel Agnelli una sorta di Re Mida della Val Padana: tutto quello che tocca diventa grigio.
Alvaro Soler: 5.
Sbeffeggiato, bullizzato, deriso, sottovalutato, Alvaro Soler è il Donald Trump di questa edizione di X Factor. Nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla sua vittoria, tra i quattro giudici i sondaggisti lo davano addirittura papabile quinto e invece ha stravinto l’edizione più scivolosa e controversa della storia di questo programma. Durante la puntata Soler ha annunciato che i Soul System lo seguiranno in tournée. Naturalmente con l’arduo compito di tenere sveglio il pubblico durante i suoi concerti.
Arisa: 7.
ARISA PRIMA DI ANDARE IN ONDA A XFACTOR
Quando canta è Mina, quando parla è Mina vagante. Ha scelto i cantanti totalmente a caso, come se anziché la squadra di X factor stesse componendo la squadra per il calcetto del sabato pomeriggio. Ha riservato giudizi generosi a pippe siderali, giudizi severi a esibizioni superlative, ha ammesso di aver sbagliato tutto durante televoti con i suoi cantanti a rischio, ha difeso cantanti altrui, ha ammesso di aver bevuto un bicchiere di troppo, durante la finale ha aggiunto linfa al dibattito affermando che Roshelle somiglia a sua sorella, ha urlato “sucate” ed è stata fischiata che neanche il culo della Kardashian in un cantiere bergamasco.
Eppure, la sua folle imprevedibilità ha funzionato, soprattutto accanto allo scialbo Soler: lei era la sbornia, lui il succo di pomodoro per smaltirla.
Gaia: 6
Chiara è la classica cantante da talent che somiglia ad altre mille brave cantanti da talent quindi col difetto che ad un certo punto non ti ricordi più se si chiama Gaia o Chiara o Giulia o un nome qualunque di quelli da cantante di talent o da fashion blogger, a scelta. Detto ciò, io le ho voluto bene perché era la figlia della schifosa. Perché era “Saverio” in “Non ci resta che piangere”, mente Roshelle era Mario. Lei cantava, ululava, ballava, si infighiva puntata dopo puntata, poi appariva Roshelle sul palco e Fedez: “Grazie Mariooooooooooo!”.
Roshelle: 7
Brava è brava ma in un’intervista subito dopo la finale ha dichiarato che non si occuperà solo di musica, ma come tutte le artiste internazionali anche di moda e sociale. Forse qualcuno dovrebbe spiegarle che è arrivata quarta a X Factor Italia, non ai Grammy.
Eva: 5
E’ come quegli uomini con cui hai una breve storia dopo la fine di una relazione di anni. Ti entusiasma cinque minuti, dopo due mesi non ti ricordi neppure più il nome.
Soul System: 8
Sono come quei bellissimi souvenir che acquisti in vacanza. Sono il boomerang da parete comprato in terre aborigene, sono la gondola un metro per due comprata a Venezia, sono il flauto di Pan comprato in Perù. Ti sembrano fantastici, li compri, li porti a casa, gli togli la carta, li fissi nel centro del salotto e ti domandi: “E mo’ che cazzo ci faccio?” Ecco, credo che quelli di Sony avrebbero preferito una calamita da frigo.
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