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FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
IL PAGELLONE DI MARCO GIUSTI SUL MEGLIO E IL PEGGIO DEL CINEMA 2017! - IN UNA STAGIONE SEGNATA DALLA SCANDALO WEINSTEIN, PER UNA VOLTA I PEGGIORI FILM DELL’ANNO NON SONO ITALIANI, MA VENGONO QUASI TUTTI DA HOLLYWOOD E DINTORNI - IL CAPOLAVORO DEL TRASH È “JOHN WICK CAPITOLO SECONDO”, AMBIENTATO IN UNA ROMA DA BARZELLETTA CON CLAUDIA GERINI REGINETTA DELLA CAMORRA
Marco Giusti per Dagospia
Su, su. In una stagione segnata dalla scandalo Weinstein e della rivolta di Asia Argento&Co. contro il sistema di potere del cinema maschile, per una volta i peggiori film dell’anno non sono italiani, ma vengono quasi tutti da Hollywood e dintorni. E’ un elenco quasi interminabile di film impossibili che occupano le nostre già tristi sale. Citiamo senza una grande distinzione capolavori come Il tuo sguardo di Sean Penn (frase di culto: "Mi penetri, ma non mi capisci", detta da Charlize Theron al bel dottore Javier Bardem nell'Africa selvaggia).
O come La mummia, pietra tombale della carriera di Tom Cruise (“Posso dire una cosa in favore della Mummia. E’ lungo solo 110 minuti, 20 minuti in meno dei Pirati”, scriveva gentilmente A.O.Scott.”). O il demenziale cartoon The Emoji Movie, l’apocalittico Geostorm con Gerald Butler, inutili remake come Chips, Baywatch, Flatliners, il thriller L’uomo di neve del pur geniale, una volta, Tomas Alfredson, con Michael Fassbender, Transformers, The Dark Tower. Aggiungerei due disastrosi film con Matt Damon visti a Venezia veramente imbarazzanti, Suburbicon di George Clooney e in gran parte Downsizing del pur notevole Alexander Payne, che verrà sbeffeggiato, temo, negli anni a venire.
Mettiamoci anche il disastroso La legge della notte di Ben Affleck. E il King Arthur di Guy Ritchie? E quella cosa orrenda di Ghost in the Shell di Rupert Sanders con Scarlett Johansson? E i nuovi film coi supereroi associati, Justice League e Thor: Ragnarock, che come li abbiamo visti già ce li siamo scordati?
Ma il capolavoro del trash americano del 2017 è John Wick Capitolo Secondo di Chad Stahelski, ambientato in una Roma da barzelletta, con Claudia Gerini, reginetta della camorra, che si spoglia nuda (23 secondi di taglia all’estero) per entrare nella vasca da bagno come una matrona romana sotto gli occhi di John Wick-Keanu Reeves venuto lì per farla secca. Per non parlare di Franco Nero direttore dell'hotel dei killer a Roma e di Riccardo Scamarcio che abita direttamente allo GNAM di Roma, fatto passare per casetta sua a New York e discute davanti all’Ercole e Luca di Canova o a una grande tela innocente di Fattori.
I migliori film dell’anno? Beh, intanto le 18 meravigliose puntate di Twin Peaks: The Return dirette da David Lynch, E’ tutto quello che ci rimane del cinema del 900, cioè del cinema. Un elenco sterminato di vivi e di morti che va da da Kyle McLachlan a David Bowie, da Don Murray a Harry Dean Stanton, da Russ Tamblyn a Miguel Ferrer, da Everet McGill a Catherine Coulson, mentre la presenza di volti femminili forti, Ashley Judd, Jennifer Jason Leigh, Naomi Watts, sembrano quasi anticipare l’arrivo dell’uragano Weinstein che ha travolto Hollywood e ne sta riscrivendo le regole. Gli altri migliori film del 2017? Beh, Call Me By Your Name di Luca Guadagnino, The Shape of Water di Guillermo Del Toro, First Reformed di Paul Schrader, Good Time dei Safdie Brothers, Get Out di Jordan Peel, Dunkirk di Christopher Nolan, Split di M. Night Shyamalan.
I migliori film italiani del 2017? Direi Gomorra 3 di Claudio Cupellini e Francesca Comencini, L’ora legale di Ficarra e Picone, che anticipa le elezioni sicialiane e forse quelle del prossimo marzo (“Vota Patané senza chiederti il perché”. “Questa è una giornata bellissima per la nostra martoriata Sicilia! Yes, weekend!”), A ciambra di Jonas Carpignano, Cuori puri di Roberto De Paolis, Nico di Susanna Nicchiarelli, Amori che non sanno stare al mondo di Francesca Comencini, L’intrusa di Leonardo Di Costanzo, Dove non ho mai abitato di Paolo Franchi, il notevole e curiosissimo La guerra dei cafoni di Barletti e Conte, dove viene celebrato Ultima neve di primavera come “il più bel film del mondo”. Metterei anche Brutti e cattivi di Cosimo Gomez, che non è piaciuto quasi a nessuno, per non parlare di Omicidio all’italiana di Maccio Capatonda con una Sabrina Ferilli strepitosa. Il mio film italiano di Natale è Napoli velata di Ferzan Ozpetek, che non piacerà a tutti, già lo so.
A parte, la classifica dei migliori film napoletani diretti da registi napoletani del 2017, e mai come quest’anno sembrano proprio qualcosa di esterno al cinema italiano, tra La parrucchiera, Falchi, Veleno, Gomorroide. Il mio preferito in assoluto è il piccolo trittico di Vieni a vivere a Napoli di Prisco-Lombardi-De Angelis prodotto dai fratelli Cannavale con un grandissimo Gianfelice Imparato. Al punto che vorrei subito un Vieni a vivere a Napoli 2. L’attore emergente napoletano (e non solo) è Arturo Muselli, fratello cattivo di Giovanna Mezzogiorno in La tenerezza, parrucchiere gay rancoroso in La parrucchiera e Enzo “Sangue Blu” in Gomorra 3.
Fra gli attori italiani (e anche napoletani) è strepitoso Renato Carpinteri in La tenerezza di Gianni Amelio, sono bravissimi (e napoletanissini) Marco D’Amore e Salvatore Esposito in Gomorra 3, e lo sono anche Alessandro Borghi e Giacomo Ferrara in Suburra la serie. Grandioso Edoardo Pesce in Cuori puri e Fortunata e vedrete cosa sarà ne Il canaro di Matteo Garrone. Purtroppo, malgrado avesse tre-quattro film, non ha brillato la stella di Luca Marinelli, troppi film, troppi ruoli diversi, ma è bravissimo da non protagonista in Lasciati andare di Francesco Amato come Ettore, banditello alla Vittorio Gassman de I soliti ignoti, specialmente quando piange, “Vojo esse n’omo mejo”.
Grandioso anche, in doppio ruolo, Carlo Buccirosso in Ammore e malavita, mentre adoro Claudio Santamaria senza gambe in Brutti e cattivi. Fra le attrici sono indeciso tra la Isabella Ragonese di Il padre d’Italia di Fabio Mollo e l’Isabella Ragonese di Sole mare amore di Daniele Vicari, la strepitosa Sabrina Ferilli come Donatella Spruzzone, megastar della tv del dolore, in Omicidio all’italiana di Maccio Capatonda, Sara Serraiocco senza braccia ultrafetish in Brutti e cattivi, Jasmine Trinca bionda alla Roberto D’Antonio di Fortunata di Sergio Castellitto, Giovanna Mezzogiorno nella focosa scena di sesso con Alessandro Borghi in Napoli velata, Sonia Bergamasco come radical chic vegana in Come un gatto in autostrada. Chissà quanti altri attori dimentico, da Simoncino in Brutti e cattivi, favoloso, a Mirko Setaro in Gomorroide, Massimo De Lorenzo in Questione di karma di Edoardo Falcone, recita tutto il film in pigiama. Troppi film con Ivan Franek che fa Ivan Franek con la zazzera sugli occhi.
la gerini in ammore e malavita
Fra le battute dell’anno parto da “Che trombata che mi feci co sta vecchiazza!”, detta da Dario Bandiera e indirizzata a Milena Vukotich in Natale da chef, al superpolitico “Notte, mi sta sempre addosso come se avessi la figa!”, detto dal magistrale Paolo Pierobon/Silvio Berlusconi al Notte di Stefano Accorsi in 1993 di Giuseppe Gagliardi, fino a un teorico “Cogne, Avetrana, Novi Ligure, che hanno più di noi?”, detta in Omicidio all’italiana di Maccio Capatonda, da Piero Peluria, sindaco di Acitrulo, ridente cittadina abruzzese dove si mangia il babacchione e si beve l’amaraccio. Non male anche, da Gomorroide un “M’ha schiattat ’nu’ fai schifo ’n faccia ch’n’appoc’ m’ittavo ’n ’derra!” e lo scambio di battute “Quanta merda abbiamo ’a spala’?” - “Assaja”.
Tra i momenti più stracult della stagione si va dal polacco e morettiano Jerzy Stuhr che vive nel culto di Serena Grandi nell’incredibile My Italy di Bruno Colella, alla vicenda di Mafia capitale raccontata da Massimo Scaglione in Il mondo di mezzo, film sulla gestione Veltroni-Odevaine sponsorizzato in Campidoglio dai cinquestelle.
Il film più de core e di genere mi sembra Il permesso di Claudio Amendola prodotto da Claudio Bonivento. Non lo abbiamo celebrato abbastanza. La trilogia di Smetto quando voglio di Sydney Sibilia, alla fine, ha funzionato.
La gag più strepitosa viene da 1993, il mio film di culto. “Ti ho trovato un’ospitata…”- “Dove?”, cinguetta la stellina in ascesa Miriam Leone alla sua agente, “Al Maurizio Costanzo Show?” – “No, da Marzullo…” Gag che prosegue con Miriam Leone davvero ospite a Mezzanotte e dintorni davanti a un Gigi Marzullo modello Marzullo-che-va-da-Fazio che fa un finto Gigi Marzullo giovane di quando il programma serviva a lanciare un esercito di Sabine Began. Chiudiamola qui.
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