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“PANSA? LO HANNO ELOGIATO SOLO NELLA BARA” - VITTORIO FELTRI: “QUANDO ERA VIVO NE HA UDITE SUL SUO CONTO DI TUTTI I COLORI: FASCISTA, IMBROGLIONE E VIA ANDARE. I SUOI PIÙ DETRATTORI ERANO I GIORNALISTI, E PERSINO GLI EDITORI. LA COLPA CHE GLI ATTRIBUIRONO FU QUELLA DI AVER TOLTO LA VERGINITÀ AI PARTIGIANI - SIAMO STATI, LUI ED IO, AMICI PER LUNGHI ANNI, POI ABBIAMO LITIGATO PER QUESTIONI PROFESSIONALI MESCHINE. TUTTAVIA, NON HO MAI NEGATO LA SUA ENORME STATURA…”
Vittorio Feltri per “Libero quotidiano”
Nel nostro simpatico Paese, se vuoi essere considerato più di una mosca fastidiosa, ti tocca almeno morire. Allorché questo avviene, non rompi più le scatole alle anime belle, le quali di fronte alla tua bara sono perfino disposte a togliersi il cappello e a renderti onore. Giampaolo Pansa non è una eccezione. Quando era vivo ne ha udite sul suo conto di tutti i colori: fascista, imbroglione e via andare. I suoi più accaniti detrattori erano proprio i giornalisti, e persino gli editori. La colpa che gli attribuirono quasi tutti, non tutti, fu quella di aver tolto la verginità ai partigiani nonché di aver raccontato la verità in un libro memorabile: "Il sangue dei vinti", che non contiene una sola parola sbagliata.
Rammento che all' autore fu addirittura impedito di presentare pubblicamente la sua alta opera letteraria, tanto per fare capire al lettore il livello democratico dei suoi acidi critici.
Pansa crepa, come succede a chi invecchia e si ammala, e mentre sui social network, che sono fogne a computer acceso, gliene dicono ancora di cotte e di crude, i giornaloni lo lodano e lo imbrodano esageratamente, celebrandolo anche come analista politico, cosa che non era di sicuro la sua specialità.
Egli è stato un cronista fenomenale, il più bravo in assoluto nel descrivere il mondo nevrotico dei partiti, ma il succo delle attività di Palazzo non lo ha mai assaggiato pur nella convinzione di averlo bevuto. Insomma un maestro della cronaca di alto livello, e altresì un narratore storico attento e puntuale, eppure non un esperto della politica.
Con rammarico vergo questa nota, però mi dispiace maggiormente constatare con quanta ipocrisia egli sia stato trattato dai colleghi quando era in posizione eretta e ancora di più ora che è defunto. Siamo stati, lui ed io, amici per lunghi anni, poi abbiamo litigato per questioni professionali meschine. Tuttavia, non ho mai negato la sua enorme statura. Insomma, per eccellere bisogna decedere.
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