CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE…
Kevin Fallon per “Daily Beast”
Sono gay e la mia voce non lascia spazio ai dubbi. La mia sessualità è chiara dal momento stesso in un cui emetto un suono. Non ho l’ottava particolarmente alta e non sono appariscente come una caricatura, eppure c’è qualcosa di inevitabilmente gay nella mia voce. Il fenomeno è piuttosto comune e associato a una certa vergogna. Ho provato ad abbassare i toni e il risultato è stato solo una voce profonda ma sempre gay. Allora l’ho dovuta accettare, con orgoglio ed entusiasmo, sperando che la naturalezza potesse controbilanciare.
Quando apro bocca, è come se uscisse fuori la bandiera arcobaleno. Se sei gay e la tua sessualità non è immediatamente evidente, possiedi una specie di superiorità sessuale, perché puoi tranquillamente essere confuso per un eterosessuale. Il caso della voce gay è stato trattato da David Thorpe nel documentario “Do I Sound Gay?”, con interviste alle celebrità omosex tipo Tim Gunn, George Takei, Dan Savage e Don Lemon, e ai “vocal coach”.
L’autore, come me, parte da un senso di ripugnanza per se stesso. Chi mai si innamorerebbe di uno con una voce simile? La missione è dunque cambiarla, perdere l’accento, abbassare il tono. La voce gay ha delle sue caratteristiche, ad esempio vocali più lunghe e definite, troppa articolazione delle consonanti occlusive, la conclusione della frase mai autoritaria. Ma non esiste il suono “etero”.
Molti schemi vocali sono associati ai gay, eppure appartengono anche ai non gay, come chi è cresciuto tra molte donne, in ambienti preminentemente femminili. I gay con la voce da gay possono aver idealizzato donne forti e assorbito i loro suoni. Non è nemmeno vero che la zeppola è un tratto distintivo dei gay, è solo che in tv abbiamo notato diversi gay con la zeppola.
sportweek e il bacio degli atleti gay
La voce gay causa dolore sin da piccoli. Ti rende il bersaglio preferito dei bulli, ti fa giudicare alla prima impressione. Anche da adulto, anche nella comunità gay, vieni additato perché suoni troppo effeminato. A livello professionale, è più difficile che ti prendano sul serio. Attualmente viviamo un momento glorioso, la comunità LGBT si sente più accettata che mai, viene incoraggiata ad essere se stessa. Il documentario è uno studio culturale, un modo per esplorare le nostre insicurezze e riconnetterci alla voce fino ad accettarla.
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