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“LA COSA PIÙ SCHIFOSA CHE HO MANGIATO IN VIAGGIO? LA VIPERA FRITTA IN GIAPPONE” – RICORDI DI PATRIZIO ROVERSI, GIA’ CONDUTTORE TV DI “TURISTI PER CASO” INSIEME A SYUSY BLADY, CON CUI È STATO SPOSATO PER VENT’ANNI: “IL PROCESSO DI SEPARAZIONE È PIÙ O MENO SANGUINOSO, COMPLICATO, CI SONO GELOSIE. PERÒ L’ABBIAMO SUPERATO” – L’ESPERIENZA CON MOANA POZZI IN TV NEL 1987: “MOANA CURAVA UNA RUBRICA LETTERARIA, QUASI COMPLETAMENTE NUDA. DOLCISSIMA, CARINA, INTELLIGENTE” – GLI INCIDENTI IN VIAGGIO: “UN MASTINO TIBETANO MI HA RINGHIATO MENTRE DI NOTTE LO INNAFFIAVO DI PIPÌ. SONO ARRETRATO COL COSINO IN MANO…” – VIDEO
Estratto dell’articolo di Giovanna Cavalli per il “Corriere della Sera”
Buio pesto. «Mustang, regione del Nepal. Bivacco senza luce. Notte fonda. Mi scappa la pipì, esco dalla tenda e a tentoni faccio una trentina di passi. Comincio a liberarmi. Però mi sembra che il getto produca un suono strano, attutito, come se la stessi facendo su un tappeto».
Non proprio.
«Ad un tratto sento un ringhio mostruoso davanti a me. Era un mastino tibetano, alto un metro e mezzo. E io lo stavo innaffiando. Terrorizzato, col cosino in mano, senza potere arrestare lo zampillo, arretro piano senza respirare e dopo secondi interminabili trovo rifugio nella tenda».
Patrizio Roversi - Syusy Blady - Vito - lupo solitario
Ricordo di viaggio di Patrizio Roversi, 71 anni, attore e conduttore tv, ai tempi avventurosi di Turisti per caso, trasmissione cult (dal 1991 al 2006 su Raitre) in duo — lavorativo e allora anche sentimentale — con Syusy Blady, ovvero Maurizia Giusti. […]
Un ragazzo di campagna.
«Nato a Mantova, andavo spesso dai nonni a Pegognaga, oltre il Po. Babbo, zio e nonno erano impiegati al consorzio di bonifica, io li accompagnavo per canali a fare i rilievi, provavo grande attrazione per il profumo delle stalle e del letame».
Al Dams di Bologna.
«Già alle scuole medie avevo frequentato i corsi di Giuliano Parenti, papà di Davide, drammaturgo e intellettuale, mio primo maestro. Al Dams eravamo pochi, alle lezioni di regia di Squarzina in sette. Feci pure un corso di clown, che mi insegnò il senso della dignità del teatrante».
Il circolo Arci di via «Cesare Pavese» al Pratello.
«Fondato dai partigiani, c’era la sede del Pci ma pure quella del Psi, i cacciatori lasciavano le chiavi della sala riunioni agli animalisti, tutti quelli che migravano a Bologna passavano di lì. Era un luogo di apertura socio-culturale meravigliosa. Il direttivo del circolo ci concesse due serate. Proponevamo un varietà con dentro di tutto, dai dibattiti tra intellettuali all’incontro di pugilato, comici, cantanti […]»
E una sera...
Syusy Blady e Patrizio Roversi
«Dopo quattro anni di tirocinio culturale e umano, un gruppo di amici cineasti ci portò Giovanni Minoli. Che in incognito tornò una seconda sera e una terza. Ci disse: “Venite da me a Mixer, ho bisogno di un momento di alleggerimento”. Pensavo scherzasse, lo penso sempre».
Invece no.
«Dopo ci fece fare Gran Paese Varietà, nello show di Funari della domenica pomeriggio, registrato nel mitico Studio Uno. La Syusy indossava i costumi della Carrà, io le giacche di Pippo Baudo, mi stavano lunghe. Minoli ebbe coraggio, a mandarci in onda. Era tutto molto surreale. Intervistammo Mina, che però non c’era. Per Claudio Villa disegnammo a terra una rotaia e cantò Binario, con intorno noi vestiti da asini».
Primo incontro con Syusy.
syusy blady patrizio roversi 77
«Avevo 18 anni. Alla colonia estiva della provincia di Bologna, lei curava il cinema per i bambini, io il teatro. Ci siamo messi insieme nel 1973 al corso di clown. Syusy era la prima della classe, io fui bocciato. Fallii la prova della maschera neutra, la maestra scoprì che sotto ridevo».
Compagni di palco, di avventure e di vita: sposati nel 1981 e insieme fino al 2002.
«Professionalmente siamo tuttora soci, produciamo documentari. Le vie affettive invece a un certo punto si sono divise, abbiamo divorziato».
Cos’è che non ha più funzionato?
Patrizio Roversi e Syusy Blady e il cast di lupo solitario
«In queste cose non c’è un momento preciso, ma un allentamento graduale del rapporto. Per anni abbiamo vissuto in due case separate, una sopra e l’altra sotto, per nostra figlia Zoe. Poi lei è cresciuta e ci siamo allontanati. Lei ha un compagno, io sto con Mietta Corli, regista di lirica».
Sempre amici.
«Non è stato semplice, il processo di separazione è più o meno sanguinoso, complicato, ci sono gelosie. Però l’abbiamo superato».
Il successo arrivò con «Lupo Solitario», 1987, Italia 1. Ma durò due mesi.
«Volavamo nei cieli di Milano su un dirigibile, eravamo avanti di venti anni, forse troppo. L’autore era Davide Parenti, figlio del mio maestro Giuliano, con lui siamo come fratelli. Tra gli opinionisti c’era Wanna Marchi, la ricordo buffa, vitale».
Patrizio Roversi e Syusy Blady
E Moana Pozzi.
«Curava una rubrica letteraria, quasi completamente nuda. Dolcissima, carina, intelligente, una bellezza conturbante ancora di più quando era vestita».
Più altri strani figuri.
«Uno che girava con la sega elettrica, il finto carcerato, il cercatore di Ufo. Preparammo 30 puntate. Silvio Berlusconi vide la prima e ne fu inorridito. “Io questi qui sulle mie reti non li voglio”. “Presidente, ci sono già le registrazioni”. “Allora mandatele la sera tardi”».
[…]
Una particina con Fellini ne «La voce della luna».
«Facevo il figlio di Villaggio, dicevo una sola battuta. Fellini mi chiamava “Patrizino” e cambiava continuamente il copione, al doppiaggio diventò un’altra ancora. Però mi sono divertito molto, c’era pure Benigni, delizioso».
Eva Robins Moana Pozzi e Syusy Blady
Curava la «Posta del Cuore» proprio sul giornale satirico «Cuore», con il soprannome di «Patatone».
«Non parlavo di sentimenti ma di politica, conservo un baule di lettere di insulti, i più gentili mi davano del “socialdemocratico”».
Per «Turisti per caso» quanti posti ha visitato?
«Mai messo le bandierine, non saprei. Ma calcoli almeno tre viaggi all’anno per dieci anni. Il nostro slogan era: “Se ce la facciamo noi, potete farlo tutti”».
La cosa più schifosa che ha mangiato?
«Oh beh, la vipera in Giappone, l’hanno fritta davanti a me. O la birra dei neri sudafricani, 30° di temperatura e 3 di volume in alcol».
[…]
syusy blady patrizio roversi 27
Tra altri libri, ha scritto pure «L’Atlante mondiale delle barzellette».
«La barzelletta è un’opera d’arte, un mini-romanzo, racconta di tutto».
La sua preferita?
«Una inglese. Cos’è quella cosa che entra ed esce, entra ed esce e fa felici due persone? La bustina del tè. Umorismo raffinatissimo».
Oggi che fa?
«Con Giuseppe Ghinami ho girato un documentario sul trattore operaio R60 che gli operai delle Officine Meccaniche Reggiane costruirono durante l’occupazione del 1950-51, per dimostrare che volevano riconvertirsi al civile dopo la guerra. Lo ha mandato in onda La7». […]
patrizio roversi
daniela ferolla patrizio roversi
Patrizio Roversi
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