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Paolo Giordano per il Giornale
Dopotutto, senza toto-ospiti non è un vero Festival di Sanremo. Domani nel piccolo teatro del Casino di Sanremo ci sarà la tradizionale conferenza stampa nella quale saranno confermati i conduttori (forse gli annunciatissimi Pier Francesco Favino e Michelle Hunziker, che alla sera tornerà al bancone di Striscia la Notizia) e come da rituale sgocciolerà anche qualche nome di super ospite o di comico.
ridotti rispetto alle cifre iperboliche pagate in passato per esibizioni talvolta davvero misere. E poi per ora - e anche questa è una tradizione - poco o nulla è stato contrattualizzato quindi sono tutte supposizioni. Le più accreditate portano a Laura Pausini (che sta per presentare il nuovo disco), al neonato trio Pezzali, Nek e Renga, a Renato Zero, a Biagio Antonacci fresco di nuovo album, al Volo e a Sting che potrebbe arrivare in una veste diversa da quella di popstar.
Ad esempio, al Metropolitan Museum di New York è nel cartellone della mostra del grande paesaggista Thomas Cole e l'ultimo passaggio tv da Bolle (su Raiuno) conferma la sua voglia di uscire dai canoni. Non sarebbe l'unico «straniero», visto che (a quanto si dice) ci sarebbero anche trattative con Liam Gallagher, una delle ultime rockstar vecchio stile a base di eccessi e provocazioni che ha pubblicato da poco un bel disco solista. Potrebbe anche arrivare Rita Ora, che ha 27 anni, è nata a Pristina in Kosovo ma è naturalizzata inglese. Cantante, modella e ultimamente anche attrice, è un personaggio non molto conosciuto al pubblico di Raiuno ma non passerebbe certo inosservata, vista la presenza scenica e l'attitudine spettacolare.
Anche la sempre più convincente Dua Lipa (la sua Be the one è stato un bel successo anche in Italia) ha origini kosovare e qualcuno dice che questa ventiduenne talentuosa e misteriosa potrebbe apparire come ospite al Festival. Sarebbe una sorta di consacrazione, oltre che una sorpresa per molti.
Insomma, dalle indiscrezioni sembra che l'elenco delle «ospitate» non comprenda il mega-super ospite magari hollywoodiano, che ha costi esagerati e oltretutto non sempre garantisce ascolti oppure consensi. È più probabile che sul palco dell'Ariston ci sia una passerella di ospiti che rientrino nel racconto di ciascuna puntata e siamo quindi contestualizzati. Magari potrebbero arrivare, proprio in questa ottica, i tre protagonisti degli spot televisivi di Claudio Baglioni, ossia i precedenti conduttori del Festival, da Pippo Baudo a Fabio Fazio fino a Carlo Conti.
E (oltre alla possibile presenza di Claudia Gerini) non è escluso che ritorni pure Gianni Morandi, uno che ha fatto la storia della canzone italiana ma anche quella del Festival, avendolo condotto per due volte consecutive.
Ha appena pubblicato un disco, D'amore d'autore, che rappresenta la voglia di non adagiarsi sulla semplice canzone pop ma di cercare nuovi autori e nuovi confronti. Il ritorno a Sanremo sarebbe magari una piattaforma di lancio del suo tour, che parte il 22 febbraio da Jesolo ma potrebbe diventare anche la celebrazione dei sessant'anni dal suo primo «provino» come cantante, quello fatto nel 1958 con il brano Nel blu dipinto di blu di Modugno poi dalla maestra Alda Scaglioni di Bologna. Infine, magari potrebbe anche rivedersi Milva, candidata a furor di popolo (ha iniziato Cristiano Malgioglio) per un premio alla carriera assai meritato per una interprete che sa cantare a livelli straordinari in ben nove lingue e ha partecipato 15 volte al Festival.
Infine c'è il reparto risate, ossia i comici. Quest'anno la selezione è ancora più difficile visto che sarà un Festival a ridosso delle elezioni e quindi in rigoroso regime di par condicio. Si dice che potrebbe ritornare Virginia Raffaele, dopo il bel momento con Bolle su Raiuno. Ed è possibile la partecipazione di Alessandro Siani, uno che non ha intrecciato spesso il proprio humour con la politica e quindi (come Pieraccioni o Brignano o anche Panariello) e perciò sarebbe ideale per questa edizione. Alla fine, un Festival che anche dalle indiscrezioni porta sempre più evidente la firma di Claudio Baglioni.
2. TESTI, COMICI E PRESENZE POLITICHE
Paolo Giordano per il Giornale
virginia raffaele roberto bolle
Chissà se i testi delle canzoni in gara sono stati filtrati dalle lenti della par condicio.
Anche se è difficile che a Sanremo arrivino canzoni dal contenuto politico (i «combattivi» Stato Sociale non dovrebbero avere una canzone battagliera), l'edizione di quest'anno va in scena meno di un mese prima delle elezioni politiche. E, proprio come per la legislatura che è in via di conclusione, i talk show e la campagna elettorale sarà nel pieno proprio mentre all'Ariston si sceglie la canzone vincitrice.
I precedenti, si sa, sono stati molto turbolenti e il caso Crozza ne è la conferma più spettacolare. Il suo intervento nella prima serata del Festival 2013, iniziato con l'imitazione di Silvio Berlusconi, prese qualche fischio in sala e divenne oggetto di discussioni per settimane. L'Agcom stabilì a maggioranza assoluta che alla sua esibizione non era «applicabile il Regolamento elettorale della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai» e quindi la valutazione potrebbe diventare un precedente «liberatorio» per i comici attesi sul palco.
In sostanza, la satira non deve passare sotto le forche caudine della par condicio, almeno a giudicare dalle decisioni dell'Authority competente. Però rimane il fatto che qualsiasi intervento a sfondo politico creerebbe polemiche anche per la Rai, già osservata speciale ogni volta che attraversa una campagna elettorale. È assai difficile che la gestione Baglioni (un artista super partes come pochi) possa inciampare in qualche incidente di questo tipo. Però senza dubbio i comici chiamati a fare sketch al prossimo Festival dovranno soppesare con molta attenzione qualsiasi battuta, altrimenti apriti cielo.
Già tutto ciò che transita su quel palco gode di una esposizione enorme, figurarsi se ci fossero gag su candidati oppure partiti... A proposito, è del tutto improbabile che - come accade spesso - l'Ariston diventi la passerella per esponenti politici, magari seduti in platea in attesa di qualche inquadratura «porta consensi» (discorso a parte per sindaco di Sanremo e presidente della Regione che storicamente hanno il ruolo di consegnare premi).
Per dirla tutta, sarà difficile per Grillo ripetere l'incursione del 2014 proprio davanti all'Ariston, che creò molte più polemiche di quanti furono gli spettatori del suo discorso. In fondo, il Festival di Sanremo è, per la quasi totalità degli spettatori, una parentesi abituale e attesa in palinsesti tv farciti di cronaca e politica. Imbottirlo di messaggi elettorali sarebbe controproducente per tutti.
laura pausini paola cortellesiGIANNI MORANDI CON LA ZIZZONA DI BATTIPAGLIAPAUSINI CORTELLESI carlo conti e laura pausini
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