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Scalfari o De Benedetti? Chi ha ragione? Giuseppe Turani dice l’ultima parola. I due grandi personaggi, che hanno dominato e condizionato, nel male come nel bene, il giornalismo e la politica dell’ultimo mezzo secolo, hanno fatto spillare un po’ del cattivo sangue che circolava nelle loro vene da tanti tanti anni.
Ora Turani, che l’attuale conduzione di Repubblica ha obliterato nella autocelebrazione di due anni fa e che invece ha vissuto da protagonosta la fondazione del giornale (veniva dall’Espresso, aveva scritto con Scalfari il libro denuncia Razza Padrona), ha già detto su Blitz, con ricchezza di retroscena inediti, che ha ragione Scalfari e ha anche rintracciato nel passato le origini di quel cattivo sangue. Ora, in una intervista al sito OutsiderNews ritorna sul tema, da “testimone oculare”.
Outsider News ha sede legale a Ginevra, fondatore della testata è l’imprenditore Luigi De Falco, Presidente del Gruppo H2biz e fondatore dei brand FashionBiz, EurAmerica, MotoSponsor e Giano.
La querelle tra Carlo De Benedetti e Eugenio Scalfari, scatenata da una dichiarazione di voto di quest’ultimo in TV, ha lasciato l’opinione pubblica a bocca aperta per la durezza dei toni che si sono scambiati due persone che tutti credevano essere in buoni rapporti, nota l’intervistatore.
La polemica è stata innescata da una domanda di Giovanni Floris durante la trasmissione “Dimartedì”, in onda su La7, su chi avrebbe votato tra Di Maio e Berlusconi. Scalfari ha risposto senza esitazioni: Berlusconi. La risposta ha fatto infuriare Carlo De Benedetti (nemico storico di Berlusconi) che ha accusato Scalfari di eccesso di vanità e ha dichiarato che la sua posizione danneggia La Repubblica. Da qui in poi è stato un susseguirsi di dichiarazioni a distanza.
Segue il testo delle domande e delle risposte.
Partiamo dall’inizio. Ha fatto bene Scalfari a rispondere alla domanda di Floris e a rispondere in quel modo?
“Io avrei risposto nello stesso modo. E’ ovvio che fra Berlusconi e Di Maio si sceglie Berlusconi. Non c’è dibattito. Di Maio è un ragazzetto che non sa nemmeno quello che dice”.
La risposta di Scalfari ha in qualche modo esposto La Repubblica, essendo molto forte tra i lettori l’identificazione tra Scalfari e il quotidiano del Gruppo L’Espresso?
“Mi sembra una questione marginale. La sostanza è che Di Maio è il nulla. Berlusconi è qualcosa. Repubblica e Espresso non vengono danneggiati dalle dichiarazioni di Scalfari in una tv dai bassi ascolti, ma da quello che scrivono. L’Espresso aveva già cessato di esistere (oggi è solo un allegato di Repubblica) già da tempo. Ben prima di quella dichiarazione di Scalfari in tv”.”.
eugenio scalfari carlo de benedetti
Lei è un testimone oculare dei fatti, chi ha fondato veramente La Repubblica, ha ragione De Benedetti o Scalfari?
“De Benedetti ha avuto un ruolo assolutamente marginale: 50 milioni, su 3 miliardi. Soldi nemmeno suoi, ma dell’Unione industriali di Torino”.
Scalfari ha dichiarato che De Benedetti ha versato solo 50 milioni di lire, di soldi non suoi, per fondare La Repubblica e che i 5 miliardi versati negli anni successivi gli sono tornati con gli interessi dati i successi de La Repubblica. Così facendo Scalfari ha quasi relegato De Benedetti al ruolo di mero finanziatore. De Benedetti ha avuto un ruolo anche nella crescita industriale e editoriale del quotidiano o ne è stato solo un finanziatore?
“Nessuno ha dubbi in proposito: Repubblica è nata da una felice intuizione di Scalfari e Caracciolo (e Mario Formenton e Giorgio Mondadori della Mondadori). De Benedetti è arrivato dopo, molto dopo, a giornale già avviato. All’epoca della fondazione di Repubblica Scalfari e De Benedetti nemmeno si conoscevano, se non di nome. E non avevano alcuna frequentazione”
Cosa pensa di Carlo De Benedetti come industriale e finanziare e di Scalfari come giornalista? Quali sono i meriti e i demeriti di entrambi?
“De Benedetti bravo come finanziere. Quasi zero come industriale. Scalfari ha inventato Repubblica, mica poco”.
Ci parli dello scenario del capitalismo italiano di quegli anni. Perchè alcuni dei più bei nomi dell’industria nostrana sentivano così forte l’esigenza di possedere un giornale o di esserne almeno azionista?
“Era una specie di ossessione, poi servivano a orientare l’opinione pubblica. I social network non esistevano ancora. D’altra patte anche voi state provando a fare giornalismo. Perché lo fate?”
carlo de benedetti eugenio scalfari
Hanno ancora un peso i quotidiani oggi per orientare l’opinione pubblica come lo avevano negli anni 70, 80 e 90?
“Molto meno”
Gli industriali di oggi hanno ancora interesse a possedere una testata editoriale?
“I più grandi, la Fiat ad esempio, hanno lasciato il campo. L’interesse sarà sempre minore. Ma anche Pirelli e altri sono decisi a lasciare la Rcs”
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