DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Giulio De Santis per roma.corriere.it - Estratti
Una cartella esattoriale di 13milioni e 928mila euro per mancati versamenti Iva, secondo l’Agenzia delle Entrate Riscossione, andata in fumo per un errore di notifica dell’atto reiterato per oltre dieci anni, a partire dal 2007: una «L» invece di due nell'indirizzo giusto di residenza. È sostanzialmente questa la motivazione con cui la Corte di giustizia tributaria (in due gradi di giudizio) ha dichiarato la prescrizione del titolo esecutivo contestato a Massimo D’Alessio, assistito dagli avvocati Fabio Calò e Giuseppina Tenga.
Sulla Prenestina anziché sulla Cassia
Per la stessa ragione i giudici hanno dichiarato prescritte altre otto cartelle esattoriali dal valore complessivo di circa 160mila euro. Questo l’errore commesso: le nove cartelle sono state notificate in via Renato Birolli 52, sulla Prenestina, strada dedicata a un pittore dove - almeno fino a oggi - non ci sono case ma solo stabilimenti industriali, mentre il domicilio dove il contribuente avrebbe dovuto ricevere gli atti è, in realtà, via Carlo Porzio Biroli 52 dove si trova un residence abitato in prevalenza da stranieri, sulla Cassia. Questa strada è dedicata a un militare e partigiano morto durante la seconda guerra mondiale. In ogni modo, leggendo il nome degli indirizzi, a fare la differenza è stata quindi una «L» di troppo, che ha trasformato «Biroli» in «Birolli», malgrado il nome di battesimo diverso.
Notificata all'indirizzo sbagliato
Il procedimento nasce il 10 maggio del 2022, quando l’Agenzia contesta a D’Alessio con intimazione di pagamento il saldo di 13milioni e 928 mila euro, somma derivante dall’assenza di versamento di 15 cartelle esattoriali e due accertamenti. D’Alessio cade dalle nuvole. È allora che scopre come il 19 luglio del 2007 gli sarebbe stata notificata la cartella di quasi 14milioni di euro. Dove? In via Renato Birolli 52. Ma lui lì non risiede.
Irreperibilità assoluta del contribuente
Non a caso, già allora, secondo quanto scritto in sentenza, viene rilevata l’irreperibilità assoluta del contribuente. Seguono un’iscrizione ipotecaria e due atti interruttivi. Tutti notificati in via Renato Birolli 52. Pertanto, «il tentativo di notifica sarebbe avvenuto in un indirizzo non corretto» scrivono i giudici. Conclude la Corte riguardo alla cartella principale: «La notifica (…) non si è mai perfezionata e (…) la pretesa (…) risulta prescritta essendo decorsi 10 anni dalla notifica della stessa».
E per quello che concerne le altre otto cartelle? «Risultano non notificate – scrive la corte - in quanto l’Ader le ha trasmesse all’indirizzo di Via Renato Birolli n. 52 (strada che si trova a Est di Roma) e non presso l’indirizzo di residenza di via Carlo Porzio Biroli n. 52 (Nord di Roma)».
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