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Lo scorso weekend, mentre ero ammanettata alla Croce di Sant’Andrea indossando nient’altro che mutande e giarrettiera, sono scoppiata a ridere pensando a una barzelletta. Daniel ha smesso di schiaffeggiarmi le cosce per un momento, poi ha ripreso a colpirmi, mentre più in là una donna nuda riceveva un massaggio e un’altra veniva legata.
Sono asiatica, conosco Daniel da due anni ed è il mio preferito agli eventi di questo genere. Mi reputo un’esperta, ma cosa deve fare un principiante? Innanzitutto firmare un documento, accettare le regole, e poi frequentare un corso di orientamento. Ci sono molte iniziative a porte aperte e su invito, ma questo non è il caso. Qui c’è un livello estremo di sicurezza e riservatezza.
Uno dei più grandi miti diffusi da “Cinquanta sfumature di grigio” è l’idea che il sadomaso sia roba per i ricchi, invece l’attrezzatura può essere economica e anche l’ingresso agli eventi, seguiti da chi ha genuinamente passione per questa cultura. Ad esempio, noi abbiamo affittato una sala, i miei amici si sono occupati di ricevere gli ospiti e i mobili (panchine e croci) sono stati costruiti dai volontari.
il sadomaso si basa sul consenso
Il nome di scena è importante. Lo pseudonimo permette di proteggere l’identità, quindi ci sono variazioni di “gattine” e “mici”, “lupi” e “master”. Qualcuno sceglie di usare il nome legale e non si preoccupa troppo. Il protocollo consueto è che nella vita reale incontri qualcuno e lo porti all’evento, fingendo di non conoscerlo. Ci sono educatori, insegnanti, poliziotti e impiegati statali che devono mantenere l’anonimato. La cosa migliore è che agli incontri trovi qualsiasi tipo di corpo: grassi, magri, disabili, pieni di cicatrici, giovani, vecchi, nudi, vestiti. Ognuno desiderabile. Questa diversità è confortante in un mondo dove l’aspetto è omologato. La diversità di razza non è altrettanto impressionante, la tradizione “kink” sembra essere per lo più bianca.
Per ogni persona che vuole fare cose strane, ce n’è una che ama riceverle. Al mio evento i giochi con il fuoco sono vietati, ma puoi vedere regolarmente tagli, morsetti, aghi, e sesso di ogni tipo, ognuno praticato in una stanza a tema. Quando sei circondato da gente che si frusta, si dà scariche elettriche e implora pietà, è meglio avere qualcuno che controlla. Il “dungeon monitor” è un individuo incaricato di supervisionare le azioni e di garantire che tutto avvenga in totale sicurezza. Se i partecipanti pianificano una scena rischiosa e particolarmente inquietante, devono concordarla con lui. Ha anche l’autorità di interrompere un “gioco” per accertarsi che tutti si stiano divertendo.
Io e Daniel facciamo esibizioni intense che richiamano l’attenzione del pubblico. Mi piace essere guardata da gente rispettosa, e odio quando interagiscono con noi durante la performance o dopo, quando ci subissano di domande mentre noi vorremmo solo riprenderci dalla fatica. I complimenti sono benvenuti ma le regole sono: non interrompete, non infilatevi nella scena, non vi masturbate mentre guardate, a meno che non vi si chieda di farlo.
il sadomaso si basa sul consenso
Mi piace essere colpita finché non divento livida. Un’amica ama essere fustigata con pelle di daino, un’altra si limita a guardare. E’ tutto bene accetto. Un altro mito del BDSM è che se non sei "hardcore", non appartieni alla scena “kink”. Falso. Non devi andarci giù duro per forza, per essere parte di questa sottocultura. Non è “Fight Club”. Ognuno fa quel che vuole, nel rispetto delle regole.
E le regole cambiano a seconda dell’evento. Nel mio, si può fare sesso e si ripulisce tutto, dopo. In altri il sesso è vietato. In altri ancora è permesso solo mostrare i capezzoli. I matti esistono qui come altrove e le precauzioni da prendere sono le stesse di un comune club: capite i vostri limiti e quelli del partner.
croce di sant andreakink documentario sul sadomaso by james franco 9
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