michela marzano

PER POTER PARLARE DI SÉ MICHELA MARZANO HA VOLUTO PRENDERSELA CON IL NONNO. PER RIZZOLI LA FILOSOFA HA SCRITTO UN LIBRO, DI BEN 400 PAGINE, INTITOLATO “STIRPE E VERGOGNA”, DOVE LA VERGOGNA CHE LEI PROVA PROVERREBBE DALLA STIRPE, OVVERO DAL POVERO NONNO CHE ERA FASCISTA E LEI NON LO SAPEVA. PIÙ CHE UNA INDAGINE SULLE RAGIONI DEL NONNO O DELL’AFFERMARSI DEL FASCISMO NEL SUD, NEL LIBRO LA SCRITTRICE RIPETE OSSESSIVAMENTE QUASI SOLO UN CONCETTO: CHE LEI È A PARIGI, STA TORNANDO DA PARIGI, È IN CODA A PARIGI E PARLA FRANCESE…

DAGORECENSIONE

 

michela marzano

Per poter parlare di sé, Michela Marzano ha voluto prendersela con il nonno. Per Rizzoli ha scritto un libro, di ben 400 pagine, sul nonno (la buon’anima la perdoni) intitolato “Stirpe e vergogna”, dove la vergogna che lei prova proverrebbe, appunto, dalla stirpe, ovvero dal povero nonno che era fascista e lei non lo sapeva. Anche se son passati cent’anni e il nonno è morto la povera Marzano si accorge (adesso?) di fuggire si da quando era piccola “dal mio passato, dalla colpa”.  

 

Si firma “scrittrice, filosofa, editorialista de La Repubblica e de La Stampa”, ma di scrittura ce n’è davvero poca. Più che una indagine sulle ragioni del nonno o dell’affermarsi del fascismo nel Sud, in Puglia, nel libro la scrittrice ripete ossessivamente quasi solo un concetto: che lei è a Parigi, sta tornando da Parigi, è in coda a Parigi, insegna (naturalmente) a Parigi… e parla francese.

 

Ad esempio, in uno dei tanti passi in cui la protagonista è arrabbiata con qualcuno o qualcosa (sempre) dice che è “agitée, letteralmente agitata, ma in francese c’è una sfumatura peggiorativa che non esiste in italiano”: si sa, l’italiano è una lingua priva di sfumature, specie per chi non la conosce.  Passiamo oltre.

michela marzano cover

 

Ci fa sapere che con il nonno condivideva qualcosa: “anch’io ero deputata, eletta nelle file del Pd” (ripetuto più volte in alcune varianti tipo “ero da poco stata eletta alla Camera”): da ciò apprendiamo la classica genealogia dei figli di… che caratterizza una parte del panorama politico italiano.

 

Quando non è alle prese con lo Xanax per dormire (a Parigi, ovviamente) o non si sveglia pensando a Pertini, con la sua immagine davanti agli occhi (del resto è abbastanza comune sognare Pertini) va in piscina per rilassarsi ma poiché una in corsia (sono in sei in corsia) la supera, lei la manda a cagare: in francese, però! Del resto, è francese anche il compagno, Jacques, e se Marzano (senza l’articolo) legge, oppure ha letto dei libri sono tutti libri Einaudi: “Diario di Anna Franck e Se questo è un uomo di Primo Levi entrambi pubblicati nella collana Einaudi Letture per la scuola” (ma che è? Un romanzo o una bibliografia ragionata?).

 

Michela Marzano

Il problema è che da quando ha visto “Olocausto”, a “cinque anni”, Marzano sta pensando alla Shoah e non gli interessa che “Jean Baudrillard, sui Cahier du cinéma scrisse che si trattava di un semplice oggetto televisivo” (in verità questo non interessa nemmeno a noi) lei è rimasta così impressionata che non vuole rivedere il film. Pure il fratello ha preso il dottorato sull’Olocausto. Insomma, grazie al povero nonno, il mainstream de sinistra è apparecchiato tutto in bella evidenza.

 

Se a qualcuno serve un manuale su cosa dire e fare per sembrare dalla parte giusta, dalla parte dell’intellighenzia di sinistra politically-correct, quella che ti porta dritti ad avere un seggio alla Camera o in Europa, il non-romanzo sul povero nonno della Marzano è un bignami (di 400 pagine) perfetto, che consigliamo. Se invece, qualcuno, fosse interessato a leggere un bel libro, beh… ehm…

 

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