DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI…
Angelo Aquaro per "la Repubblica"
Dov'è finito l'Uomo Più Cattivo Del Mondo, il pugile che prendeva a mozzichi gli avversari, il campione in galera per stupro, l'irascibile violento che si schiantò ubriaco proprio contro - che sfiga! - una macchina della polizia? «Io sono un ragazzo emotivo» dice Mike Tyson prima di salire sul palco che stasera lo incoronerà re di Broadway. «Io sono una bambino in fatto di emozioni. Io sono rimasto un bambino passando per tutto il disastro della mia vita. Anzi, se è per questo, si può dire che il mio sviluppo s'è inceppato».
Incredibile Tyson. Mica è da tutti rialzarsi, a 46 anni, dal ring della vita e imbroccare un'uscita di sicurezza che ti riporta su. Gli chiedono: salire sul palco è come salire sul ring? La battuta al momento giusto è come sferrare un cazzotto? E lui: «Io non mi vedo come un tizio divertente. Per me questa è una cosa tutta nuova. Anzi: quando combattevo mi prendevo anche troppo sul serio. Divertente non è una parola che appartiene al mondo da dove vengo. Io ho dovuto imparare a diventare un essere umano. E solo adesso mi sento piuttosto addomesticato».
Beh, neppure addomesticato è una parola che appartiene al mondo da dove viene, la Brooklyn più nera e violenta degli anni Settanta, quell'intrigo di palazzoni e rabbia dove Mike perse la madre a sedici anni (se la portò via una malattia), dopo aver perso il padre a due (se ne andò lui stesso, lasciando la famiglia nei guai) e dove per farsi strada c'era una strada soltanto: quella delle mani.
Chi gliel'avrebbe mai detto, al ragazzone uscito dal riformatorio soltanto per finire nella palestra-prigione di Cus D'Amato, che un giorno la sua vita sarebbe sfilata in due ore di monologo nientedimeno che a Broadway, e per la regia di un artista intellettuale e cult come Spike Lee. Un paio di anteprime, da stasera, e poi quattro notti di tutto esaurito: "Mike Tyson: la verità incontrastata" va in scena per la modica cifra di 198.50 (il biglietto più economico) o 298.50 (quello più costoso) a cranio.
«Venite, venite» dice ridendo l'ex campione. «Ho bisogno di ripagare tutti i debiti. Vi amo...». E già . Con quella testa che si ritrovava il campionissimo ha dilapidato i 300 milioni conquistati nella sua straordinaria carriera. E' il 1986 quando a 20 anni, 4 mesi e 22 giorni è il più giovane campione dei mesi massimi di sempre. I primi 19 combattimenti da professionista vinti consecutivamente per ko. Dodici al primo round. Tyson vince di tutto ma è la Bestia dentro e fuori dal ring. Perde il titolo a Tokyo addirittura per 42 a 1 sopraffatto dall'anonimo James "Buster" Douglas: ma soprattutto dalla notte di orgia con un gruppo di prostitute giapponesi.
E' lui stesso a raccontarlo più di vent'anni dopo proprio in questo show. La forza, stavolta, non è nei muscoli: è nel non nascondere niente. Lo stupro di Desireé Washington che lo portò per la prima volta in galera. Ma anche la vivacissima, per così dire, relazione con l'attrice Robin. Vivacissima anche nel divorzio. Avevano continuato a fare sesso mentre cominciavano a vedere l'avvocato per le pratiche. Finché un giorno, racconta in scena, la vede uscire dalla sua macchina - «Sapevo che era la sua: gliel'avevo comprata io!» - e accanto a lei spunta Sean Penn.
Iron Mike, l'uomo che era di ferro, racconta che la sua discesa è cominciata da lì. Sempre più giù. Sesso. Violenza. Cocaina. Ha fatto otto figli con tre mogli. Ma è stata l'ultima, Lakiha Spicer, a salvargli letteralmente la vita: mettendola in vendita. Prima in tv. Tyson è già finito in un paio di programmi. Compreso quello in cui lui, il supercattivo, che adesso è diventato animalista e vegetariano, scopre la passione dei piccioni. E oggi il teatro. L'idea, dicono, era venuta vedendo uno show di Chazz Palminteri, che raccontava la sua infanzia a Brooklyn.
à stata quella parola, Brooklyn, a fargli scattare la molla: perché io no? Il debutto lo scorso inverno a Las Vegas è stato un trionfo a sorpresa. Quell'altro brooklynese di Spike Lee s'è innamorato dell'idea e ha deciso di portarla a Broadway: non è - dice - «una grandissima storia americana?».
E certo: ascesa, caduta e riascesa. Il sogno che non passa mai. Sempre, beninteso, che funzioni. L'Uomo più Cattivo del Mondo si è così "addomesticato" che adesso ha perfino paura - ha confessato al Wall Street Journal - tornando nella sua New York: «Che emozione se ripenso a tutta la gente che ha calcato Broadway prima di me: Al Jolson, Sammy Davis. Ma se fallisco sarà un'umiliazione. Non potrò più lavorare in questa città . Sono un uomo morto». Bugie. Lo sa lui stesso che se fallisce rinasce: sono 46 anni che va bene, va bene così.
tyson tyson jpegMIKE TYSON E SPIKE LEE mike tyson MIKE TYSON NUDO mike tyson MIKE TYSON
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