DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
palinsesti mediaset 2018 foto tv talk
1. RETE4, LA POLITICA "MODERATA" CHE SFIDA LA7
Silvia Fumarola per la Repubblica
Lo ripete: quella di Rete4 non è una rivoluzione in chiave "anti La7". Ma più lo ripete, più suona come una certezza. Il più piccolo dei canali generalisti Mediaset, Rete4, sfiderà La7 sul terreno dell' informazione, giocando inevitabilmente un ruolo da antagonista. A Montecarlo, alla presentazione dei palinsesti, il vicepresidente di Mediaset Pier Silvio Berlusconi spiega la svolta della rete - nata col tg di Emilio Fede, cresciuta con le telenovele, poi deputata a parlare alla pancia del paese.
Una vena populista che secondo molti si è rivelata decisiva alle elezioni, se è vero che i talk show "tutti contro tutti" hanno dato una grande mano a grillini e Lega. Oggi quelle trasmissioni lasciano spazio a un canale che punta sull' informazione, le news, l' analisi «ragionata» (senza dimenticare i film di Bud Spencer e Terence Hill).
pier silvio berlusconi ai palinsesti mediaset 2018
Gerardo Greco ha lasciato la Rai per diventare direttore del Tg4, Nicola Porro col suo talk show politico, l' ironia di Piero Chiambretti, Barbara Palombelli - che con "Stasera Italia" sfiderà "Otto e mezzo" di Lilli Gruber su La7 - Roberto Giacobbo tra scienza e scoperte, riposizioneranno il canale. Niente è casuale in una stagione politica complessa come questa, anche se Berlusconi jr nega con decisione che ci sia una strategia politica.
Respinge ogni ipotesi, non vuole sentire dire che, a conti fatti, i programmi di Del Debbio, Belpietro e Mario Giordano potrebbero aver dato una grande mano a Di Maio e Salvini. Spiega che «la tv è fatta di cicli, e il ciclo di quelle trasmissioni era finito. Dietro il nuovo restyling non c' è nessuna scelta politica».
Le ambizioni della nuova Rete4, che può contare su un pubblico fedele, sono chiare: rosicchiare altro pubblico, offrire informazione pop abolendo i toni estremi. Se la svolta antipopulista sarà gradita agli spettatori lo dirà solo il tempo ma la tv è fatta di abitudine, e questa nuova Rete4, Cenerentola che aspira a diventare Rete7, potrebbe riservare sorprese. Posizionare Palombelli contro Gruber è una sfida interessante: alle 20.30 chi cerca un certo tipo di approfondimento va automaticamente su La7. Ma c' è una fetta di pubblico più ondivaga, meno schierata politicamente, che potrebbe apprezzare un' alternativa.
L' agenda politica by Palombelli, s' intreccerà col racconto dell' Italia vera. «Certo che faremo concorrenza a Urbano Cairo» ammette Pier Silvio Berlusconi. «Vogliamo riposizionare la rete su un pubblico più largo: informato, esigente, consapevole». E moderato, disposto a ascoltare. È caccia aperta ai telespettatori che non si accontentano più di urla e proclami.
2. LO SHOW DI RENZI NON SI FERMA, ANZI POTREBBE PROSEGUIRE SU MEDIASET
Maurizio Caverzan per la Verità
«Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano», cantava Antonello Venditti nel 1991. All' epoca Matteo Renzi era appena sedicenne, ma giusto tre anni dopo avrebbe esordito davanti alle telecamere di Rete 4 come concorrente della Ruota della fortuna di Mike Bongiorno.
Un' altra èra, sia televisiva che politica. La notizia di oggi, però, è che l' ex premier potrebbe tornare là dove mosse i primi passi della sua fulgida vita pubblica. Il tam tam cresce da qualche giorno. Con il suo manager Lucio Presta, il senatore di Rignano sta preparando un programma sulla storia e le bellezze di Firenze. La Verità ne aveva anticipato i contorni il 26 giugno scorso, qualche giorno prima di svelare i dettagli dell' acquisto di una nuova villa di 11 vani del costo di 1,3 milioni nel centro di Firenze, per il quale è stato necessario accendere un mutuo, il terzo, gravante sul reddito familiare.
Da qui, con molta probabilità, la necessità di rimpolparlo con un rinnovato attivismo che, oltre alle conferenze all' estero e al seguito di Avanti, diario personale sul «perché l' Italia non si ferma», prevede l' esordio dell' ex segretario Pd alla conduzione televisiva. Avvolto nel mistero, era invece rimasto il marchio della televisione sulla quale sarebbe avvenuto. Esclusa la Rai per ragioni di opportunità politica, Giacomo Amadori aveva ipotizzato Mediaset o Discovery Channel tra i probabili, fortunati, approdi.
Ora, dopo la nottata trascorsa a Montecarlo con Pier Silvio Berlusconi, se non del tutto caduto, il sipario è almeno strappato.
«Il progetto di Renzi potrebbe essere interessante», ha svelato il vicepresidente Mediaset, considerando le tante novità che riguardano le reti del gruppo. «Abbiamo contattato il suo manager per capire di che tipo di programma si tratta. Potrebbe andare in onda su Rete 4 o su Focus. Certo», ha continuato con un pizzico d' ironia «se andasse in onda su Focus farebbe le stesse percentuali che fa alle elezioni». Scherzi a parte, la sensazione è che la trattativa sia a uno stadio più che embrionale.
Se così non fosse, difficilmente l' ad della tv commerciale avrebbe ammesso l' esistenza dei colloqui.
Qualche ora prima, parlando del rinnovamento che investirà Rete 4, Piero Chiambretti, cerimoniere della presentazione dell'«offerta televisiva 2018-2019», aveva sagacemente scherzato sul ruolo del canale nella «formazione della classe dirigente italiana.
Avete tenuto a battesimo Renzi alla Ruota della fortuna e Salvini a Ok, il prezzo è giusto: pensate di lanciare altri cavalli di razza?». No, ma di riciclarne qualcuno, magari sì. Rispondendo a precisa domanda sull' eventuale interesse per Renzi in versione Alberto Angela, Berlusconi jr. si era mostrato più che possibilista.
«Abbiamo contattato il suo entourage aspettando di vedere Se fosse, perché no?». A facilitare la venuta alla luce del progetto c' è anche il fatto che Presta è manager molto ascoltato a Cologno Monzese. Paolo Bonolis, il suo artista televisivo di punta, ci lavora con soddisfazione sua e dell' editore da diversi stagioni e nella prossima condurrà due programmi in prima serata (Scherzi a parte e Ciao Darwin) e un preserale (Avanti un altro), tutti su Canale 5.
Insomma, gli astri sembrano favorevoli. Corsi e ricorsi del circo politico-mediatico: ridimensionato nelle stanze dei palazzi romani, il patto del Nazareno potrebbe trovare nuova linfa negli studi televisivi di Mediaset. Anche Silvio Berlusconi, parzialmente decentrato dall' alleanza tra la Lega e il M5s, presumibilmente, vedrebbe di buon grado l' innesto del programma renziano in una rete di Cologno.
«Certi amori non finiscono», da una parte e dall' altra. Per Berlusconi jr., però, tra i «giri immensi» che precedono il ritorno alle origini non c' è quello trionfante dell' ex golden boy della politica italiana. «Credevo in Renzi, mi ero fatto affascinare, convinto che avesse una marcia nuova», ha confidato sempre a notte fonda. «Ma non ha rispettato le competenze degli altri. Si è messo al centro e si è isolato. A parole bene, bene, bene. Ma nella realtà dei fatti le cose sono andate diversamente». Il suo interesse per l' ex premier sembra essere esclusivamente televisivo. Però, come spesso accade, il confine tra televisione e politica è sempre difficile da tracciare.
Accusata di aver tirato la volata alle formazioni populiste, con la new entry in palinsesto del programma di Renzi, la rivoluzione di Rete 4 sarebbe copernicana.
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