DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Alessandro Bocci per il Corriere della Sera
Patrice Evra, uno dei leader silenziosi e coscienziosi dello spogliatoio, racconta ai microfoni di Sky Sport le difficoltà di chi indossa la maglia della Juventus per la prima volta. «Perché un conto è giocare in un' altra squadra di cui ho rispetto e un altro è farlo qui, dove non puoi sbagliare niente e un pareggio equivale alla fine del mondo».
Il messaggio ha un destinatario ben preciso: Miralem Pjanic, l' emblema delle difficoltà della Signora, che non brilla e in Europa si è lasciata sfuggire l' occasione di staccare con due partite di anticipo il biglietto per gli ottavi della Champions.
Pjanic è un mistero. Il cinque a Torino è diventato il suo numero di riferimento: sulla maglia e spesso, troppo spesso, in pagella. Doveva aiutare la Juve a compiere il salto di qualità, avvicinandola ai top club e a non farle sentire la mancanza di Pogba. Invece, dopo quattro mesi, tutti si chiedono che fine abbia fatto uno dei centrocampisti più forti d' Europa. Alla Roma marcava la differenza con la sua qualità, a Torino è sempre tra i peggiori in campo. Allegri lo ha provato dappertutto: interno, regista, persino trequartista contro il Lione.
Niente.
Fuori dal gioco e dalla Juve, sceglie sempre il passaggio facile, non si prende un rischio, non guida il centrocampo che, sino adesso, orfano di Marchisio, ha stentato. I compagni lo aiutano e lo stimolano: «Pjanic arriverà a fare la differenza, vedo in allenamento cosa è capace di fare», racconta Buffon nei panni dell' avvocato difensore.
Ma sul campo, come colpito da un incantesimo, Pjanic si affloscia. E la Juve non brilla. Parlare di crisi sarebbe ridicolo per una squadra che in campionato ha 4 punti di vantaggio sulla seconda e che in Europa, nella peggiore delle ipotesi, ha la possibilità di centrare la qualificazione come seconda all' ultima giornata contro la tenera Dinamo Zagabria. Senza contare che, visti i risultati degli altri gironi, forse stavolta il secondo posto potrebbe essere migliore del primo.
Ma al di là dei risultati, l' ultima Juve non è convincente. Lo ha detto Buffon con sano realismo dopo aver battuto senza brillare il Napoli: «Per la Champions serve di più». E l' insoddisfazione è nelle parole di Evra: «Possiamo fare dieci volte di più».
Il clima a Vinovo è sereno. Allegri mercoledì sera si è arrabbiato per come i giocatori hanno gestito gli ultimi minuti, quando dalla possibile vittoria la Juve ha rischiato di perdere. La squadra è stanca e la sosta in arrivo è benedetta, anche se prima serve un ultimo sforzo a Verona contro il Chievo senza due terzi della BBC: oltre a Chiellini, è fuori causa Bonucci.
Il difensore, alle prese con un problema muscolare al flessore della coscia destra, sarà sottoposto questa mattina a esami strumentali, ma dovrebbe saltare la trasferta al Bentegodi ed è a rischio anche la convocazione in Nazionale. Però presto a Vinovo tornerà il sole, ne sono convinti tutti.
«Serve solo un po' di pazienza, non si costruisce una squadra forte in tre mesi. E ai tifosi dico: tifate di più. Pagano e non hanno vita facile, ma non devono avere la pancia piena», l' ammonimento di Evra. I bianconeri non ce l' hanno, garantisce il francese. A primavera, quando si farà sul serio, la Juve sarà in prima fila. E non è difficile da credere.
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