
DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE,…
50 SFUMATURE DI PUPO – MONOLOGHI IN RUSSO E LE "GROUPIE" DILETTA LEOTTA E CRISTINA PARODI A FARE I CORI: A PORTO ROTONDO IL CANTAUTORE TOSCANO (CHE DOPO 24 ORE E’ STATO RICOVERATO PER UNA COLICA) SI ESIBISCE IN UN ALBERGO DA 480 EURO A COPERTO – L’IRONIA SULL'INGLESE DI RENZI E QUELL’IDEA DI CANDIDARSI CON BERLUSCONI - VIDEO
Guia Soncini per il Messaggero
Odil è un bambino uzbeko coi capelli a scodella di cui sarà bene avere il numero in rubrica quando, tra molti decenni, ci sarà da scrivere il coccodrillo di Enzo Ghinazzi. Si ricorda, signor Odil, il suo quinto compleanno, a Porto Rotondo?
Quando mamma e papà la fecero stare seduto per otto portate menu degustazione, si chiamavano in quegli anni di esasperante dilatazione temporale delle cene e a un certo punto fu persino costretto ad accantonare l'iPad perché un signore che cantava venne al vostro tavolo a farle gli auguri? Certo, mentirà lui: già allora andavo pazzo per Gelato al cioccolato.
MALORI VERI E MISTERIL'hotel Abi D'Oru, sulla cui spiaggia Pupo si è esibito venerdì sera (cena danzante, diceva il programma di sala), è a metà strada tra villa Certosa e l'aeroporto di Olbia. Sarebbe facilissimo convincere un patito dei retroscena della non casualità di questa geolocalizzazione.
Pupo atterra venerdì in mattinata, proprio mentre alle partenze dell'aeroporto di Olbia si apre il punto di raccolta per aspiranti comparse che vogliano apparire nel film di Paolo Sorrentino su Silvio Berlusconi. Pranza al ristorante dell'Abi D'Oru, e poi sparisce: dov'è Enzo Ghinazzi tra l'ora di pranzo e il momento in cui appare al concerto privato organizzato dall'albergo?
Solo noialtre menti semplici possiamo credere al Vermentino ghiacciato e alla congestione che sta smaltendo in camera. Tra ventiquattr'ore, sabato notte, verrà ricoverato per una colica, ma nessuno convincerà i più fantasiosi di noi che non sia anche questa una manovra di distrazione. È chiaro che ora, venerdì pomeriggio, è a una curva di baia da qui, a parlare con Silvio d'un'imminente candidatura: è stato lui stesso, alla radio poche settimane fa, a dire che gli piacerebbe.
La signora russa è la moglie d'un ispettore della Siae, non si capisce bene se siano qui per il lavoro di lui o per il diletto di lei, ma dal tavolo delle celebrità non riescono a smettere di guardarla, ipnotizzate dalla sua acconciatura, una fascia da Grande Gatsby ma con un intreccio tra i capelli molto complicato, realizzato con tigna da educazione siberiana. I russi sono il pubblico d'elezione di Pupo, dicono che per il secondo posto come italiani più amati lì la gara sia tra lui, i Ricchi e poveri, Toto Cutugno e Riccardo Fogli (il primo con distacco è Al Bano, la maggior esportazione italiana all'est).
CACHET DELL'EST Pupo ha detto che per una serata a Mosca il suo cachet è di centomila euro (per una in Italia, sui ventimila). La parola che ripeterà più spesso durante il concerto al ristorante sulla spiaggia sarà spasiba, grazie in russo. A ogni spasiba, io sogno che Silvio attraversi la baia e si materializzi tra noi, luce verde in fondo al molo fatta corista, un duetto su Sarà perché ti amo in nome dei vecchi tempi (o almeno di Putin).
«Se sapevo che avrebbe avuto un successo così col cavolo che gliela davo, ai Ricchi e poverì, però i Ricchi e poverì prima di questa canzone erano molto poverì e ora sono molto ricchì», dice Pupo prima di eseguirla, e c'è un livello di lettura per gente edotta guardate come sono autoironico e uno per tutti gli altri: oh, guardate che Sarà perché ti amo, il maggior successo dei Ricchi e poveri, l'ho scritta io. (Sarà perché ti amo arrivò quinta al Sanremo del 1981, che era talmente pieno di canzoni indimenticabili da permettersi di non far vincere né quella né Maledetta primavera né Ancora. Vinse Per Elisa, perché già allora la canzone con côté culturale sembrava più presentabile in società. Non risulta che nessuno abbia mai fatto un coro in spiaggia su Per Elisa).
Il pubblico italiano apprezza molto l'accento finto-francese su «poverì»: sono quelle scemenze di cui si ride vergognandosene un po', come la mattina dopo ci si sveglierà sperando che nessuno abbia messo su Instagram il video in cui squarciagolavamo Su di noi. Ma al pubblico internazionale spetta una quota di discorsetti mirati persino maggiore.
C'è il monologo in russo: Pupo tira fuori un foglio e spiega che è «not cirillico» ma la trascrizione fonetica di quel che deve dire; una coppia di russi generosi gli fa i complimenti per la pronuncia. E poi c'è un «My English is not very good, my teacher is Matteo Renzi, sorry»: ditemi voi se non è materiale da comizio. (La sera dopo, sabato, Pupo avrebbe suonato a Castiglion della Pescaia, ed esortava il pubblico della costa Smeralda ad andarlo a vedere: «Rome-Castiglion della Pescaia: 2 hours by car, no problem». In Toscana. Provocatore).
L'effetto che si rischiava era quello che lamentano spesso i comici americani, abituati a monologare davanti a platee fatte di tavoli dove si mangia: tu t'impegni tanto, e quelli pensano a fare la scarpetta. Pupo era stato fatto arrivare all'altezza dei secondi proprio per non dover rivaleggiare con due antipasti e due primi, per non essere costretto a litigarsi l'attenzione con camerieri che chiedono «Posso organizzarvi dell'acqua minerale?» (anni fa Enrico Vanzina codificò il «preferisce» utilizzato in luogo del «vuole» dai camerieri romani; «organizzare» è una nuova evoluzione lessicale, meriterebbe un secondo volume di Le finte bionde).
MITOMANI E CAPI FIRMATI Naturalmente prima la clientela chiacchierava. Dell'imminente concerto: «Io l'ho già visto due volte», «E magari non hai mai visto Springsteen», «Mai». Ma anche d'altro: «Bianca Balti stava con uno di Olbia». E di come basti aspettare e le vedi tornare, le inviate dei talk show indignati venute a fare servizi populisti sulla Vita Smeralda, in villeggiatura smeralda anche loro.
Ma certo Pupo non deve fare la fatica d'un pianista di piano bar, per attirare l'attenzione. Quando arriva, in scarpe simili a calamari bianchi e cintura con vistosa fibbia Gucci, è tutt'una richiesta di selfie («Ormai sono due ore di concerto e due e mezza di selfie», sospira) e di auguri di compleanno (oltre a quella per il bambino uzbeko c'è una torta con candeline anche per la madre delle sorelle Parodi).
Semmai sono i poveri camerieri dell'Abi D'Oru che vengono trascurati: nessun filetto alla Wellington, per quanto buono, può competere con la possibilità di fare i cori su «Firenze Santa Maria Novella sogna, povera di vergogna» (sì, canta anche quella, il provocatore). E infatti c'è una creola, sosia della protagonista di Scandal, che viene mollata al tavolo per la terza o quarta volta.
COMMEDIA ALL'ITALIANA Mi sembra di vederle, le premesse: l'italiano che le aveva detto «Ti faccio un regalo, ti porto a questa cena costosissima, c'è anche il concerto» («Per stare qui a cena avete pagato più di 5000 euro a testa, quindi meritate uno spettacolo particolare», aveva scherzato all'inizio Pupo; il costo era in realtà di 180 euro per gli ospiti dell'albergo e 480 per quelli venuti da fuori: comunque una cifra con cui puoi fare un certo colpo su una ragazza); lei che si era messa in tiro, vestito con lustrini e oblò sulla schiena che lasciava vedere un paio di tatuaggi neri (il tatuaggio non multicolor è l'idea che hanno i trentenni di sobrietà);
e poi niente che va come dovrebbe. Lei che non sa neanche una canzone e non capisce l'agitazione; lui che, per correre più vicino al performer e fare i filmini col telefono, la molla a ogni «La noia, l'abbandono, il niente son la tua malattia: paese mio ti lascio e vado via» (sì, ci sono anche le cover), e poi torna al tavolo e le spiega in francese chi sia Benedetta Parodi e perché sia così entusiasmante vederla improvvisarsi corista. La creola ha l'aria di non aver mai visto un programma di cucina. Né un Sanremo.
Alla fine, Pupo salta le due ore e mezza di selfie (sostituito da Diletta Leotta, per la maggior contentezza dei camerieri) e scappa a fare la doccia in camera. O almeno questa è la versione ufficiale. Chissà se, in quella villa dall'altra parte della baia, era prevista qualche riunione a fine serata. Chissà se anche lì poi sono finiti, irresistibilmente, a cantare: ci avresti scommesso, tu, su di noi?
DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE,…
DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI…
PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO…
DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ…
SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN…
QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL…