alberto stasi

POSSONO 10 MILIONI DI EURO, O PIÙ, RISARCIRE GLI ANNI STRAPPATI ALLA VITA DI STASI? L’INDENNIZZO A FAVORE DELL’UNICO CONDANNATO PER L’OMICIDIO DI GARLASCO, NEL CASO IN CUI VENISSE ACCERTATO UN ERRORE GIUDIZIARIO, POTREBBE ESSERE MOLTO ELEVATO. A PESARE SULLA VALUTAZIONE, LA LUNGA DETENZIONE E UNA VITA PERSONALE E PROFESSIONALE COMPROMESSA – SENZA CONTARE IL DENARO VERSATO AI POGGI (I MEDIA RIPORTANO CHE, TRA RISARCIMENTO E SPESE LEGALI, ALBERTO AVREBBE GIÀ VERSATO CIRCA 850MILA EURO AI FAMILIARI DI CHIARA) - IL LEGALE DI STASI: “ALBERTO GUARDA CON SPERANZA LE NUOVE INDAGINI E HA ANCHE PAURA CHE TUTTO POSSA FERMARSI ANCORA”

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Roberto Alessi per Visto settimanale

alberto stasi

 

Dieci milioni basterebbero? L’ipotesi è secca. «Ma questo non è il momento di pensare a una revisione del processo ad Alberto Stasi dopo la condanna a 16 anni e 10 anni di carcere continuativo.

 

Osserviamo con grande interesse e speranza l’indagine della procura di Pavia, un’indagine che si preannuncia molto seria e attenta. Ma una revisione del processo in questo momento non è una priorità e il mio cliente attende, come attendiamo noi della difesa. Alberto guarda con speranza le nuove indagini e ha anche paura che tutto possa fermarsi ancora»

 

elisabetta ligabo alberto stasi 4

Chi parla è l’avvocato Antonio De Rensis ed è molto attento nelle parole, non si sbilancia, d’altra parte questa non è un’intervista: l’ho incontrato nella sala d’attesa di Mattino Cinque, dove eravamo entrambi ospiti di Federica Panicucci, con Marco Oliva e Elisabetta Cametti, a parlare del caso Garlasco.

 

Però, l’avvocato, persona non solo preparatissima, ma anche molto affabile, non fugge, non si sottrae.

«Quanto potrebbe essere l’indennizzo?», chiedo.

 

LA SCENA DEL CRIMINE - CASA POGGI - GARLASCO

«Ci sono molti fattori da tenere in considerazione: una vita spezzata, un privato rovinato dal 2007, la giovane età, visto che oggi ne ha 41, in più parliamo di un ragazzo che si è laureato alla Bocconi, con 110 e lode e che avrebbe avuto enormi possibilità lavorative».

 

 

 

Già, Stasi forse oggi potrebbe essere amministratore delegato di un’azienda, nel pieno degli anni e della carriera. E va ricordato anche una cosa ben più grande e bruciante: suo padre per questa storia c’è pure morto, come sottolineava Alberto. «Se n’è andato il giorno di Natale, ho passato la notte del 24 a guardare su uno schermo un numerino che segnava il suo battito cardiaco. Finché è arrivato a zero... Mio padre ha cominciato a morire il giorno in cui la Cassazione ha deciso di riaprire questo processo».

 

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In più ricordiamo il denaro, due quinti dello stipendio che sta prendendo ora, che Stasi sta versando alla famiglia di Chiara Poggi («Se lo dovessi restituire, non ci sarebbe problema», dice Giuseppe Poggi, il padre di Chiara). I media riportano che, tra risarcimento e spese legali, Alberto avrebbe già versato circa 850mila euro, un dato che letto così mi sembra impossibile. In più la persona assolta ha diritto al rimborso delle spese legali sostenute per la difesa, sia nel processo principale sia nel processo di revisione.

 

 

 

elisabetta ligabo alberto stasi 5

La valutazione potrebbe notevolmente aumentare rispetto a quei 10 milioni di euro che ipotizziamo. Si tratta di un ragionamento informale, come detto, prima di una trasmissione popolarissima come quella condotta da Federica Panicucci che a Mattino 5 e a Mattino 4 ha affrontato il caso con una maestria degna di una grande criminologa.

 

Tutto questo sempre e solo nel segno dei “se”, sottolineo “se”. Tutto, o quasi, dipende in parte dagli esiti dell’indagine della procura di Pavia, capitanata dal dottor Fabio Napoleone, uomo attento e di spessore

 

«Un’indagine che potrebbe riscrivere totalmente questa storia», dice l’avvocato De Rensis. Ma dall’altra parte c’è la famiglia, i genitori di Chiara certi che Stasi sia il vero colpevole, il fratello Marco Poggi, convinto dell’innocenza di Andrea Sempio, suo amico, il quale ha come consulente di parte per la difesa il generale ex Ris Luciano Garofano che ripete: «Stasi, unico colpevole».

 

Ma al di là di quello che potrebbe accadere a Sempio, per ora solo indagato, il dibattito sulla condanna di Stasi per molti, compreso il ministro della Giustizia Carlo Nordio, è tracimata ovunque. E stato davvero condannato “oltre ogni ragionevole dubbio” o forse era “più che dubbio”?

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Come si legge dalla cronache, per il delitto di Chiara Poggi, uccisa nella villetta di famiglia di Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007, Alberto Stasi fu assolto in primo grado, nel 2009, e in secondo grado, nel 2011. La Corte di cassazione, poi, il 18 aprile 2013, annullò la sentenza di assoluzione. Al processo d’appello il 17 dicembre 2014 Stasi venne ritenuto colpevole e condannato a 24 anni di reclusione per omicidio volontario (con l’esclusione delle aggravanti della crudeltà e della premeditazione).

 

Pena ridotta a 16 anni con il rito abbreviato. Ora che sono state riaperte le indagini il ministro Nordio, a Zona Bianca, ha affermato che è «irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna, senza rifare l’intero processo».

 

Da allora si è iniziato a parlare dell’eventuale indennizzo economico che spetterebbe ad Alberto se fosse dimostrato l’errore giudiziario e in molti ormai sono certi se non dell’innocenza quanto meno del fatto che la condanna sia piena di “ragionevoli dubbi”. Ma possono 10 milioni di euro, o più, risarcire gli anni strappati alla vita di Stasi?

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