DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA…
Riceviamo e pubblichiamo:
Lettera 1
Caro Dago, la S-Garbatella Meloni risulta poco consona tanto alla bocca artefatta di Gruber, quanto alla Montblanc di Merlo.
Saluti, Labond
Lettera 2
Caro Dago, Francesco Merlo non è riuscito a replicare decentemente a Giorgia Meloni che aveva ribattuto punto per punto le falsità che il giornalista aveva scritto su di lei in un velenoso pezzo. Una volta, a scuola, gli studenti più furbi quando non erano preparati piuttosto che fare "presenza muta" preferivano non farsi vedere. Ma forse la firma di Repubblica ha frequentato le serali.
D.H.
Lettera 3
Gentildago, Mughini questa volta si arrampica sugli specchi. Non solo Merlo ha inventato episodi mai esistiti, ma ha anche scritto non da gentiluomo siciliano colto, ma da patetico bastonatore in orbace. La Meloni fa bene a querelare.
Il Pesce Giacomo.
Lettera 4
Dago, siamo da tempo in una società dove i vecchi manifestano varie sclerosi, dovute da grave esibizionismo cronico; mi riferisco a Merlo che sbrodola sulla piccoletta Meloni, Mughini che convalida la merlata con occhio fiero e rivolto al soffitto, dove alberga il suo noumeno indefesso ed infine Cacciari che corveggia funereo sul futuro dii Renzi.
Questo è quanto si legge nelle magiche pagine del tuo sito che riporta i vetusti dicta dei tre prefati, oltre due secoli di immarcescibile presenza tra i modesti viventi, da indottrinare a cadenza fissa. Imperdibili tracce del loro elaborato politico - macchiettistico - filosofico declinato in prospettiva futuribile - trapassata remota.
Saluti - peprig
Lettera 5
Dagosapiens, dissentendo oggi, insolitamente, da Mughini gli chiedo:
1) Sicuro che nel suo ehm…”eccellente” articolo Francesco Merlo non abbia attribuito “fatti o comportamenti” inesistenti a Giorgia Meloni? (Nella lettera a Repubblica lei li elenca chiaramente).
2) “Verga, Pirandello, Sciascia, Brancati, Consolo, Camilleri” secondo Mughini non sono da considerare radical-chic. Proprio sicuro anche su Camilleri?
Vittorio Smughinato ExInFeltrito
Lettera 6
Caro Dago, quanto pesa ancora, nell'Italia del 2019, la solidarietà tra corregionali e concittadini! Non si spiega altrimenti la difesa - poco convincente e forse poco convinta - che il catanese Giampiero Mughini fa dell'odiologia del catanese Francesco Merlo nei confronti di Giorgia Meloni. Un'odiologia, con buona pace di Mughini, che non è né di fioretto né di spada, ma di mannaia; e di mannaia poco affilata, per di più, quindi tale da costringere l'incauto macellaio a cercare di supplire con la cieca violenza ad un taglio assai smussato.
Già: perché la cattiveria è accettabile ed efficace se accompagnata dall'ironia e dall'eleganza, come ci insegna, ad esempio, Marco Travaglio; altrimenti - se non si è un Dante Alighieri, e Francesco Merlo non lo è - diventa un'arma a doppio taglio, che ferisce chi la usa. E lasciamo perdere, please, Verga e Pirandello, Sciascia e Brancati, i cui nomi illustri non meritano davvero di essere tirati in ballo in una vicenda del gene re. Federico Barbarossa
Lettera 7
Scanzi che mette un insulto come titolo di un libro contro Salvini, che può essere coperto di ogni genere di offese come non sarebbe consentito se si trattasse di fare a pezzi un esponenete di Sinistra, specie se donna; e Francesco Merlo che tratta la Meloni, scrivono sul Giornale, "manco fosse sua sorella", sua del giornalista.
Sinistra politica e mediatica schiumano rabbia finché i sovranisti-populisti e con loro, il popolo sovrano non premiano la Sinistra politica, che perde elettori, né più né meno di quella mediatica, che continua a perdere lettori: se la terapia a questa forma di intoleranza cronica è, sul piano politico, votare il meno possibile, togliere il voto ai pensionati e rendere inutile il voto, tanto, decide, lo spread, i lettori la stanno applicando ai giornali per cui scrivono Scanzi & Merlo e grazie a servizi come quelli offerti dai due, che compensano il legerli il meno possibile col piacere di non leggerli affatto.
Raider
Lettera 8
Caro Dago, colpisce l'imbarbarimento della contesa politico-giornalistica, a proposito degli articoli pubblicati con riferimento alla persona di Giorgia Meloni.
Prescindendo dai dettagli, non si può non notare il refuso "giuridico di Giampiero Mughini, nell'articolo per Dagospia. Mughini giornalista ed intellettuale di primissimo livello, scende nell'agone, inciampando però in un improvvido consiglio al Collega Merlo.
Egli sconsiglia, disinteressatamente, credo, la Meloni dal querelare il noto e ben collocato giornalista, perchè l'articolo non conteneva nulla di diffamatorio. Testualmente: ......"non attribuiva alla Meloni fatti o comportamenti inesistenti (è questa la diffamazione).........".
La diffamazione è anche l'esatto contrario, consiste nello screditare la reputazione altrui, narrando fatti, veri o non veri è irrilevante. Ciò che conta è lo screditamento. Stop. Per il giornalista subentra l'aspetto del modo e altri elementi ora non rilevanti in questa sede.
Ottimi giornalista Mughini e Merlo, e quest'ultimo, comunque con la scientifica disinformatia sulle navi da affondare cariche di negri (era Salvini il propalatore di odio!?) non ha molto da temere: "il diritto per i nemici si applica, per gli amici (Rackete e Merli vari) si "interpreta".
SDM
Lettera 9
Caro Dago, sono uno dei tanti italiani laureati e normali che se ne è andato a lavorare all’estero – ma questo francamente un po’ per caso. Sono uno di quelli che osserva con certo disgusto al dibattito politico e mediatico, occupato (soprattutto quest’ultimo) incessantemente dai medesimi figuri che, nel parlare altrettanto senza sosta, non si rendono conto che la loro presenza stessa (indice delle loro relazioni, e di poco altro – forse un iniziale talento) squalifica qualsiasi messaggio che intendono veicolare. In un recente intervento alla Zanzara, David Parenzo citava Gramsci e la necessità di “educare il popolo”. Vi può essere del vero in questa affermazione, a patto di non scordare che l’educazione, in qualsiasi campo, si dà prima di tutto con l’esempio. O forse che andremmo a prendere lezioni di sci da chi ne sa parlare perfettamente ma non sa sciare?
carlo ripa di meana francesco merlo
Fatta questa premessa, sento la necessità di scriverti per via della lettere dell’eccellente lettore Mughini sull’eccellente articolo di Merlo (siamo sicuri che Mughini, essendo un eccellente, non abbia certo scritto una cacofonica ripetizione). A parte il sorriso che mi ispira l’intervento di una persona che non centra assolutamente nulla, vorrei puntualizzare alcune cose, che sono secondo me del tutto evidenti per i tanto disgustati come me.
1) Essere fascista, in italia, è legalmente ai limiti. Accusare qualcuno di fascismo non è una cosa da prendere alla leggera. Tale demonizzazione dell’avversario politico, del tutto arbitraria, va giustamente rispedita al mittente con quanta più forza possibile (a meno che non si voglia essere davvero dei fascisti). Di solito è fascista chi non è di sinistra. La demonizzazione di Craxi, Andreotti, Berlusconi o Salvini (e altri) segue sempre il medesimo copione; stesso dicasi per il termine razzista;
2) Il fascismo in Italia ci ha imbarcato in una brutta guerra, con brutti alleati, persa malamente (mi si perdonino queste semplificazioni). Accusare qualcuno di fascismo vuol dire complicare parecchio le nostre eventuali relazioni internazionali;
3) Mancano tuttavia definizioni più o meno formali però di fascismo, quindi (guarda caso) chiunque è più o meno accusabile di fascismo. In tal modo, si accusano e offendono anche tutte le persone (che sono maggioranza) che ad alcuni principi credono. Si mettano direttamente fuori legge i principi a questo punto;
4) L’articolo di Merlo è molto violento, per favore non scherziamo (e Mughini la potrebbe anche smettere di fare vedere che è amico di tutti);
5) Se non la si smette con questa retorica, prima o poi arrivano i fascisti veri, e nessuno li distinguerà dagli altri;
6) È stato detto più volte ma vale la pena di ribadirlo: l’antifascismo in piena e totale assenza di fascismo fa ridere. Non costa nessuno sforzo. Manca anch’esso di definizioni. Vi sono e vi sono state delle guerre negli ultimi anni, criminali e con milioni di morti e non si sono sentite parole dalle anime belle dell’antifascismo. Quello infatti sarebbe stato costoso e un giornalista che si fosse messo a dare notizie e non fare propaganda avrebbe perso il lavoro (o comunque non fatto carriera);
7) Mentre parliamo e discutiamo di chi è fascista, i morti sono già morti, non risorgeranno;
8) Mughini si arrenda al fatto che da personaggio televisivo e mediatico quale è, ha giusto un poco di più di profondità di Belen;
9) Per questa e tantissime altre questioni “obbligatorie” (dall’essere fascista, all’essere razzista, all’esistenza di un global warming causato dall’attività umana) ci domandiamo timidamente, citando non la LePen, ma Popper: che cosa può falsificare queste affermazioni? In assenza di un criterio di falsificazione non si possono considerare vere nemmeno per un momento;
10) Chi scrive ha solo due interessi per la politica: pace e giustizia (possibilmente anche sociale, ma inizierei da David Rossi, non vorrei complicare troppo le cose).
Chiedo scusa per la mancanza di sintesi. Essendo la prima volta che ti scrivo, non posso esimermi dal farti i complimenti per quello che hai fatto con questo sito. E bravo anche per la collaborazione con Cruciani, pur con sensibilità diverse. Daie, che abbiamo un gran bisogno dei Romani in questo mondo.
Un saluto da Francoforte,
Andrea
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