DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Riceviamo e pubblichiamo:
Lettera 1
Gentile Signor Castoro,
in merito al Suo articolo odierno "Concorso Rai" su “La Notizia giornale” preciso che non sono io. Si tratta di omonimia. Sarebbe bastata una verifica con la sottoscritta. Ma anche -più banalmente- un semplice controllo su Internet a dimostrarLe che la Francesca Romanelli che compare nella graduatoria è nata il 1/1/1988 (Perugia24.net). Io invece sono del 19 marzo 1978. Tutte informazioni liberamente, facilmente e velocemente reperibili in rete. Si rende quindi necessaria formale rettifica da parte Vostra e di Dagospia che mi legge in copia. Grazie, dott.ssa Francesca Romanelli Tg4.
Lettera 2
Caro Dago, in polemica coi tagli alla Sanità previsti dalla manovra economica, il presidente della conferenza Stato-Regioni avrebbe minacciato di dimettersi. Non è bizzarro che Chiamparino minacci di dimettersi per dei tagli sempre negati dalla Lorenzin e da Renzi?
Ivan Skerl
Lettera 3
Caro Dago, serve una bella amnistia per liberare le carceri da ladri, assassini, spacciatori e stupratori: così si potranno rinchiudere quelli che non pagano il canone Rai!
Maxi
Lettera 4
Caro Dago, ma la ministra Boschi non è contenta che la vignetta del "Mattinale" l'abbia ritratta solo fino alle gambe senza mostrare la cellulite?
Berto
Lettera 5
Caro Dago, scrivere - come fanno i nostri giornali - che al primo giorno di quotazione a Wall Street la Ferrari con un +14% "vola", significa essere totalmente ignoranti di mercati borsistici americani.
D.H.
Lettera 6
Vorrei sapere chi è il chirurgo plastico di Eleonora Giorgi? L'ho vista ieri in tv e le rughe sono sparite, tutte??? per favore solo voi potete sapere chi è il mago che l'ha fatta tornare indietro di 30 anni!!
Modi
Lettera 7
Ignazio Marino è un Sindaco dimissionario. Ed è in carica solo per gestire gli affari correnti. E allora la domanda: nominare i Consiglieri della "Fondazione Musica per Roma“ è un atto di gestione degli affari correnti?
H.K.
Lettera 8
Caro Dago. Se percorri una strada con il segnale “pericolo caduta massi” e cade un sasso, sono fatti tuoi. Se metti un cartello “attenti al cane” ed un ladro viene sbranato perché entra nella tua proprietà dovrebbero essere cavolacci suoi. Se ciò fosse vero allora basterebbe mettere fuori dalla propria proprietà cartelli tipo “attenzione, vigilanza armata”, come quelli usati legittimamente per le caserme.
Un ipotetico ladro, che prima di svaligiare una casa la sorveglia di giorno, saprebbe in anticipo il rischio che corre. Al proprietario basterebbe soltanto un “alto la fermo o sparo” prima di premere il grilletto. Il numero di cartelli distribuiti nelle città sarebbe un indicatore della percezione del pericolo che pervade i cittadini onesti.
Piero delle Nevi
Lettera 9
Caro Dago, si è dimessa da sottosegretario perché pare che coi soldi pubblici non avesse il Barracciu corto...
Pat O'Brian
Lettera 10
Caro Dago, sull'innalzamento del contante Renzi si dice pronto a mettere la fiducia. Vediamo se Mattarella ha il coraggio di rimanere in silenzio anche stavolta.
Marino Pascolo
Lettera 11
Caro Dago, Renzi dice che Verdini per ora è fuori dalla maggioranza. Perché continua a tenerlo in castigo?
E.Crunch
Lettera 12
Caro Dago, Renzi è un premier non eletto che non deve rispondere a nessuno, così ha potuto varare una Finanziaria non scritta che può variare a piacimento a seconda dell'interlocutore.
Camillo Geronimus
Lettera 13
Caro Dago, il 22 ottobre 1964 l’Accademia di Stoccolma conferì il Nobel per la letteratura allo scrittore e filosofo francese Jean Paul Sartre, il quale rifiutò il riconoscimento per timore che tali onori alienassero la libertà di pensiero. In una lettera inviata all’Accademia Sartre scrisse: "il mio rifiuto non è un atto di improvvisazione. Lo scrittore deve rifiutare di lasciarsi trasformare in istituzione, anche se questo avviene nelle forme più onorevoli, come in questo caso". E noi qui a chiederci per quale mistero buffo, invece, ci Fo chi non ebbe remore a volare d'urgenza a Stoccolma per fare il giullare alla corte del Re.... facendo, per inciso, la figura del pirla.
Aldo Cavallini
Lettera 15
L'inutile stroncatura dell'evento Mont Olympus a Roma e del genio artistico di Ian Fabre è stata "pensata" dal Criticone del Corrierone di fronte a 7-800 persone che per più di mezzora hanno partecipato entusiasti al finale di una maratona teatrale durata 24 ore, ventiquattro.
Si dà il caso che il Criticone del Corrierone sia anche un omone d'età matura, di facile individuabilità, visto che si presenta persino immancabilmente elegante, con la divisa canonica dell'intellettuale di sinistra, ossia in giacca di velluto e perfetto insieme di colori autunnali, anche in mezzo a una platea giovane e internazionale decisamente ben più informale.
Ebbene, il Criticone del Corrierone s'è degnato di seguire l'Opera da Stroncare provando solo davvero vagamente l'esperienza binge-watching che in questo caso era alla base del patto di Fabre con lo spettatore. Nelle 24 ore il Criticone s'è intravisto in sala per un primo vago breve periodo, in apertura, alle 19 di sabato; è rientrato per un'altra manciata di minuti qua e là la mattina di domenica; infine è ricomparso per circa un'ora nel tardo pomeriggio di domenica, con un irrequieto andirivieni intorno alla fila L della platea. Comprensibile che potessero essere irritanti tutti quei sessi maschili e femminili, quegli odori forti di carne e sangue, quelle ridondanti ripetizioni di coreografie, quella musica techno sparata nella catarsi finale.
A proposito, il Criticone è rimasto l'Unico seduto rigido e attonito su una poltroncina, durante un gran finale che è stato vissuto da tutti gli altri spettatori per quello che era, ossia un'esperienza teatrale, e prima di tutto fisica, davvero unica e superlativa.
E chissà che avrà mai pensato, il Criticone distratto, guardando l'entusiasmo che invece maturava anche nelle poltrone accanto, per esempio, le urla e gli applausi di un regista come Daniele Abbado, che pure sarebbe abituato, anche solo per estrazione famigliare, a palcoscenici e platee ben più istituzionali.
Ma, guarda caso, Abbado è stato uno dei pochi sempre presenti, nell'arco delle 24 ore, tra le due file di poltroncine degli addetti ai livori teatrali…Ah, peccato per quel FANCULO SIGMUND FREUD cui ci invita perentoriamente Jan Fabre (è il leitmotiv di "We need heroes now", uno dei sotto-testi anche dell'ultima parte di Mount Olympus, appena tradotto in "Residui", Editoria&Spettacolo), ma ci sarebbe di che sbizzarrirsi a proposito degli automatismi di Criticoni e Giornaloni e dell'intera nostra sfibrata borghesia, tutti fermi a prima del post-moderno, non in grado nemmeno di distinguere tra le provocazioni e un linguaggio che si sforzi d'essere contemporaneo, disposti a concedere la patente d'artista o di genio a qualunque conformista, anche ai mediocri, purché politicamente e culturalmente corretti.
Uno Spettatore Attento
Lettera 16
Avvisate i soldato-felpato Salvini che casa Mediaset non è che gli fa sconti o lo mette a suo agio. Anzi. Qui, come un tempo fu per mitraglietta Mentana vige la legge della grana, per cui anche se di sinistra o di simpatie sinistre, tutto fa brodo purchè si faccia audience (per la verità non so quanta, per la trasmissione di cui trattiamo). Siamo a Matrix dove regna il conduttore telesenico (ricordo la definizione che fece di lui il pachidermico Giuliano Ferrara in una trasmissione di qualche anno fa), il quale si sta specializzando nelle imboscate.
D'altra parte, vorrebbe imitare il defunto Che che di guerriglia se ne intendeva. Al dunque: anche ieri sera il nostro berlingueriano ha radunato intorno a sè un gruppetto di "celebrità" della stampa e della politica per fare la pelle al Salvini. Come avvenuto con Formigoni di recente - con la differenza che Formiga aveva saggiamente tirato fuori le palle - il Salvini è stato messo in mezzo tra gli esponenti dei due maggiori quotidiani nazionali, ossia il Manifesto e il Fatto Quotidiano, i quali supportati da un piddino romano, in passato indossante ben altre casacche, hanno passato al loro serata per cercare di ridicolizzare il Salvi. Un pò neutro l'uomo del Foglio.
Matteo II°, che rappresenta a torto o a ragione, circa il 15% degli elettori italiani (stando ai sondaggi per quel che valgono) si è fatto insabbiare dal trio lescano. Di rilievo il ruolo sostenuto dalla giornalista del Manifesto che si divertiva proprio a prendere per i fondelli il capoleghista, schernendolo per aver indossato una tuta della polizia o qualcosa di simile. Salvi ha passato tutto il tempo a difendersi da questi attacchi concentrici orchestrati dal bignettaro telesico che qui ci sguazza.
Come sempre, ha trovato un punto di rieferimento "sacrale" - questa volta nell'ex-sessantottino Paolo Mieli, la volta scorsa nella suocera del pio Bova - ed è andato a nozze. Salvini ha fatto la figura un pò del pirla, forse se ne è accorto, forse no, tanto è vero che ha cinguettato sul fatto che a Mediaset si viene in camicia bianca, ossia elegante per i canoni verdi delle Lega.
A questo punto vediamo cosa succede la prossima volta: ossia se qualche pollo di destra o di centro destra, insomma qualcuno che non è di sinistra cade nella rete telesica. Forse sarebbe il caso di aprire gli occhi e di verificare prima il parterre di fronte.
salvini inseguito dal maiale nel campo rom
PS: ho scritto i maggiori quotidiani nazionali? Scherzavo, infatti i tre giornali di cui sopra rappresentano, tutti tre insieme, circa il 4% dei quotidiani italiani quanto a tiratura. Ma per il conduttore all'amatrixiana sono evidentemente molto più autorevoli degli altri.
Ranieri da Monaco di Baviera (ex Luciano)
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