DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Paolo Conti per il “Corriere della Sera” - Estratti
Storia di un libro ormai pronto. E di una prefazione altrettanto pronta, ma poi sospesa. Due giornalisti-scrittori fratelli, ovvero Alberto e Giancarlo Mazzuca, hanno consegnato alla società editrice Baldini+Castoldi (che fa parte del gruppo editoriale presieduto da Elisabetta Sgarbi) un volume intitolato Le due voci. La nascita del pensiero culturale di destra. Di fatto un libro prezzoliniano, nel senso di Giuseppe Prezzolini, grande giornalista, scrittore, italianista e aforista scomparso a cent’anni il 14 luglio 1982 a Lugano.
Prezzolini fondò la sua Voce nel 1908, caposaldo della storia del giornalismo, che affrontò tutti i temi legati alla società del tempo: politica, letteratura, costume, società. Fu il maestro di Indro Montanelli. E proprio Montanelli, il 22 marzo 1994, fondò la sua
vittorio sgarbi gennaro sangiuliano
Voce richiamandosi a quel retaggio culturale ed ebbe come vicedirettore Giancarlo Mazzuca. Spiega l’interessato: «Abbiamo deciso di ricostruire queste due storie per il quarantesimo anniversario della Voce montanelliana. Ci è sembrato significativo ricostruire il rapporto tra Montanelli e Prezzolini e paragonare le due esperienze editoriali».
E qui arriviamo al nodo della prefazione. Ancora Giancarlo Mazzuca: «In Italia, il massimo esperto di Prezzolini è Gennaro Sangiuliano e questo si sapeva ben prima che diventasse ministro della Cultura. Abbiamo pensato quindi di chiedergli una prefazione
(...)
vittorio sgarbi gennaro sangiuliano
In questi giorni è esploso il caso Sgarbi, inteso come Vittorio, il sottosegretario, che ha annunciato le dimissioni — non formalizzate, lui si dice pronto a portarle anche oggi alla premier, «se mi riceverà»: «Non farò appello al Tar» — in aperta e durissima polemica con il ministro Sangiuliano dopo la sentenza dell’Antitrust. E sono stati in tanti a collegare i due fatti a causa del legame tra fratelli (Elisabetta, editrice di La Nave di Teseo-Baldini+Castoldi ).
Ma Elisabetta Sgarbi ha una sua spiegazione, editoriale e non politica: «Abbiamo ritenuto di non pubblicare la prefazione del ministro per un motivo semplice. Il libro racconta la destra culturale italiana che ha ragioni storiche e letterarie che meritano di essere approfondite.
Quando mi è stata proposta la prefazione di Sangiuliano (dopo la contrattualizzazione del libro) ho pensato che questo testo, indicato in copertina, avrebbe indotto il lettore a ricadere nell’equivoco che il libro intendeva, al contrario, sovvertire: identificare la destra culturale, conservatrice, con la destra politica e, magari, di (attuale) governo». Quindi, aggiunge Elisabetta Sgarbi, «nulla di personale, giacché conosco Sangiuliano da prima che diventasse ministro, ma per motivi di opportunità, dato che per il grande pubblico oggi è il ministro della Cultura del governo Meloni». E conclude augurandosi che «le polemiche aiutino la visibilità del libro». Non resta che attenderlo e rileggere le vicende di Prezzolini e Montanelli.
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