DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Filippo Ceccarelli per La Repubblica
Ma sì, è lui, il mascherone assomiglia senza dubbio a Berlusconi. Magari quella particolare smorfia non è tanto sua, l' espressività dell' ex Cavaliere si presenta in genere più ridotta e sorvegliata, così come il disegno delle rughe, forse, appare meno morbido e levigato rispetto all' originale. Le orecchie, infine: Silvione ce l' ha più grandi, parecchio.
Però è lui. Paolo Sorrentino e il suo formidabile truccatore hanno fatto un buon lavoro. E per quanto vale un giudizio all' impronta su un' unica foto ufficiale, Toni Servillo, qui raffigurato nel ciak di "Loro", si conferma un interprete proteiforme capace non solo di incarnarsi in figure assai differenti - basti pensare all' Andreotti del "Divo" (2008) - ma specialmente in grado di riprodurre i personaggi più visti e popolari, vere e proprie icone che hanno colonizzato e perfino saturato l' immaginario contemporaneo.
Quale appunto Berlusconi, di cui però Servillo è più alto di dieci centimetri almeno. Sempre dal punto di vista tecnico, si direbbe perfetto il colore dell' incarnato, che dal vivo vira verso un cereo arancione. Mentre sfiora il capolavoro l' intervento realizzato nella parte superiore del cranio, la celebre e misteriosa calotta capelluta a scomparsa, nel senso che va e viene secondo imperscrutabili ritmi e canoni, per cui a volte Berlusconi sembra tornato di colpo pelato, a volte attira sguardi di incredula meraviglia su quella specie di casco d' asfalto piliforme.
Ma a quasi un quarto di secolo dalla discesa in campo, e dopo una decina di pellicole d' argomento berlusconiano, sia consentito di risparmiare ulteriori spiritosaggini sull' aspetto fisico del personaggio. Perché nessuno più di lui ha dimostrato di considerare il suo volto non più come un' entità data per sempre, com' era per le culture politiche cattolica e marxista, ma come un luogo aperto alle più varie scorrerie tecnologiche, un evoluto laboratorio dove da anni si taglia, si cuce, si tira, si raddrizza, si piega, si nasconde, si aggiusta. E al dunque si cambia.
toni servillo nel ruolo di giulio andreotti in una scena del film il divo
In un' epoca di visioni a distanza la resa catodica e la sua continua manutenzione hanno fatto sì che Berlusconi non abbia più una faccia autenticamente sua. È piuttosto una maschera, la sua, che si pone al di là dell' estetica, quindi del bello e del brutto, ma anche di ogni plausibile rassomiglianza rispetto a tratti fisici che si sono ormai perduti nelle varie mutazioni. Questa idea trasformativa rende al tempo stesso facile e difficile il compito di qualsiasi cineasta. Da una parte c' è il baratro del Bagaglino, l' effetto museo delle cere, dall' altra lo scapicollo lunare e del nulla. Un
toni servillo nel ruolo di giulio andreotti in una scena del film il divo
bel po' di attori e registi hanno fronteggiato il dilemma. Da Elio De Capitani, molto sicuro ne "Il Caimano" di Moretti( 2006) a Paolo Pierobon, cui si deve una gran prova anche di voce nella serie Sky "1993", idea di Accorsi e regia di Gagliardi (2017); senza contare una serie di sosia, il più celebre dei quali è Maurizio Antonini, che mollò il suo negozio di scarpe per trasformarsi, a sua volta, nell' alias leggero di un Super Mutante che della sua vera vita, bisogna riconoscere, continua a fare il più incredibile dei film.
TONI SERVILLO Toni Servillo paolo sorrentino ai bafta
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