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Giovanni Berruti per www.lastampa.it
«O si decide che siamo personaggi storici, e allora si rispetta la storia, o si decide che siamo personaggi privati e allora ci si lascia in pace». È la primogenita di Aldo Moro, Maria Fida, a sfogarsi contro Esterno Notte, la nuova serie di Marco Bellocchio, da stasera in onda su Rai 1 (le altre due serate il 15 e il 17 novembre). Prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, e Simone Gattoni per Kavac Film, in collaborazione con Rai Fiction e Arte France, al centro delle tre puntate il racconto dei cinquantacinque giorni del rapimento del Presidente della Dc, visti attraverso i molteplici punti di vista dei personaggi che di quella tragedia furono protagonisti e vittime.
Presentata allo scorso Festival di Cannes in una versione cinematografica in due parti, successivamente uscita nelle sale, protagonista delle tre puntate Fabrizio Gifuni, che torna a interpretare Moro dopo il film di Marco Tullio Giordana, Romanzo di una strage, e il suo spettacolo teatrale, “Con il vostro irridente silenzio”. Nel cast anche Margherita Buy (la moglie, Eleonora), Toni Servillo (Papa Paolo VI), Fausto Russo Alesi (Francesco Cossiga), Gabriel Montesi (Valerio Morucci) e Daniela Marra (Adriana Faranda).
Non è la prima volta che la donna interviene pubblicamente sul progetto, avendolo precedentemente definito, prima in occasione delle riprese e successivamente dell’uscita nei cinema, definendolo «una narrazione che, a suo giudizio, non può rispecchiare la verità storica». «La settimana prima di Natale compirò 76 anni e dopo aver avuto l'infanzia, la giovinezza e l'età adulta rovinate dal malefico caso Moro immaginavo, stupidamente, di poter sedere su una panchina al sole, prendere un tè con delle amiche, leggere un bel libro – ha raccontato all’Agi la figlia di Moro - Ma non è per niente così, avrò avuto sette anni quando un pericolo oscuro e un dolore mostruoso si sono insinuati nella mia vita e non se ne sono più andati».
MARIA FIDA MORO CON IL PADRE ALDO
Un incubo che ancora oggi continua, a sua detta, a perseguitare la famiglia: «Mio figlio ed io viviamo, nascosti in bella vista, col citofono, campanello, e telefono spenti e ogni giorno un'ondata di tsunami ci raggiunge ugualmente. Non pretendo che gli altri, che non hanno provato, capiscano, ma a dispetto dell'esperienza seguito a sperarci», ha aggiunto, citando il figlio Luca, il nipote a cui Aldo Moro si rivolgeva nelle sue lettere scritte nel corso dei 55 giorni di prigionia. «È già vergognoso infischiarsene del dolore altrui ed è doppiamente vile usarlo per fare affari - conclude l'ex senatrice - Nel 1963 papà conclude così un discorso, credo a Firenze: “Lasciamo dunque che i morti seppelliscano i morti, noi siamo diversi, noi vogliamo essere diversi dagli stanchi e rari sostenitori di un mondo ormai superato”».
Nessuna replica da parte della Rai e del regista Bellocchio. L'estate scorsa, quest’ultimo spiegava: «Il film è molto meno ideologico di Buongiorno Notte perché è passato dell'altro tempo. Mi dispiace se c'è chi lo ha interpretato come se ci fosse un accanimento sui ricordi tragici di quegli anni».
il manifesto di esterno notte esterno notte 5MARIA FIDA MORO MARIA FIDA MORO - foto Raffaele Marino @ramarinoesterno notte 3
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