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Alessandro Capponi per il "Corriere della Sera"
Adesso sono in molti a immaginare la sentenza, e a prevedere quell'unica parola: innocente. Amanda Knox stessa, rinchiusa da quattro anni nel carcere di Perugia, ora, secondo quanto scritto dal quotidiano britannico Guardian, è «fiduciosa e ottimista». E il Telegraph, sia pure in forma interrogativa, pare prevedere lo stesso esito processuale: «Amanda sarà presto libera?».
A Perugia mancano pochi giorni alla sentenza d'appello: una storia terribile cominciata quattro anni fa, nel novembre del 2007, quando fu uccisa la studentessa inglese Meredith Kercher. Dopo pochi giorni furono arrestati la giovane americana Amanda Knox e il suo fidanzato italiano Raffaele Sollecito, entrambi condannati in primo grado, rispettivamente a ventisei e venticinque anni di carcere.
L'appello, però, ha riservato sorprese: i due periti nominati dalla corte presieduta da Claudio Pratillo Hellmann - Carla Vecchiotti e Stefano Conti dell'università La Sapienza - hanno demolito le prove scientifiche. Sul manico del coltello considerato l'arma del delitto, secondo loro, non c'è traccia di Amanda.
E il gancetto del reggiseno della vittima, che inchiodava Raffaele Sollecito sulla scena del crimine, potrebbe essere stato contaminato. E così, fin dal giorno della loro deposizione in aula, molto a Perugia sembra essere cambiato. Sicuramente, l'atteggiamento dei media stranieri.
Per il Guardian, che ha raccolto la testimonianza dell'amica del cuore della Knox, Madison, adesso Amanda si sente sull'orlo dell'assoluzione: «Ogni volta che vado a trovarla - racconta Madison - mi parla delle sue speranza di libertà . Sì, Amanda pensa che la sua vita in prigione presto finirà . Adesso ha molta più fiducia...». Venerdì riprenderà il processo: la sentenza arriverà a fine mese.
Nick Squires, sul Telegraph, scrive: «Ho sempre pensato che ci fossero troppe stranezze nella ricostruzione fatta da Amanda, non ho mai creduto che fosse l'innocente dagli occhi belli descritta dai suoi ammiratori. Però sono altrettanto sicuro che se il processo si fosse tenuto nel Regno Unito le prove presentate non sarebbero state sufficienti per ottenere una condanna».
In America, fin dall'inizio della vicenda, in molti si sono schierati in difesa di Amanda Knox. Per lei, dopo la condanna in primo grado, nel dicembre del 2009, intervenne anche Hillary Clinton: le rispose il ministro degli Esteri Franco Frattini, le polemiche furono roventi. Ma ora i media americani sono così sicuri dell'imminente assoluzione da aver scatenato una vera e propria caccia all'intervista esclusiva: sarebbero già partite le offerte (a cinque zeri) per la famiglia Knox.
Trattative segretissime, chissà . Sembra certo un dato, al momento: i media stranieri, per Amanda, prevedono la libertà . Per fare solo un esempio: la corrispondente di Newsweek, Barbie Latza Nadeau. Lei, a differenza di buona parte dei media americani, non è mai stata tenera con la ragazza di Seattle. Ha scritto anche un libro, «Angel face: the true story of student killer Amanda», nel quale, appunto, si narra «la vera storia della studentessa killer». Oggi, intervistata dal Telegraph, dice: «Amanda nel processo d'appello? Ha ottime probabilità ».
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