IL TESTO COMPLETO DELL’INTERVISTA DI STRAUSS KHAN AL TG TF1 - "CON LA CAMERIERA UN RAPPORTO IMMORALE MA AL SOFITEL NON HO COMMESSO REATI" - "HO DELUSO I FRANCESI, NON SONO CANDIDATO A NIENTE" – “NON POSSO ESCLUDERE DI ESSERE STATO VITTIMA DI UNA TRAPPOLA, DI UNA COSPIRAZIONE CONTRO DI ME: VEDREMO. Ci sono delle zone d´ombra” – “vorrei sapere perché è stato deciso di aiutare quella che mi accusava e di non collaborare con me”…

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Da "la Repubblica"


Tutti aspettavano la versione di Dominique Strauss-Kahn e lui l´ha data ieri sera in un´intervista a Tf1, la principale rete televisiva francese. Serio, a volte contratto, ma sempre sobrio, ha risposto alle domande di Claire Chazal, giornalista vedette dell´emittente e amica della moglie. Un "mea culpa" elegante in una vicenda in cui l´eleganza non era di casa, il riconoscimento di una «colpa morale», la delusione per aver rovinato la sua carriera politica. Ecco il suo racconto:


Cos´è successo nella suite 2806 il 14 maggio?
«Molte persone si sono espresse su questo affare tranne me. Perché avevo detto che volevo parlare prima di tutto davanti ai francesi. Ho sempre proclamato la mia innocenza e sono contento di potermi esprimere stasera. Quel che è successo non comprende né violenza, né costrizione, né aggressione, né alcun atto delittuoso. È il procuratore che lo dice, non io. Quel che è successo non è soltanto una relazione inappropriata e immorale, ma più di questo. Una colpa verso mia moglie, i miei figli, i miei amici e anche verso i francesi, che avevano riposto in me le loro speranze di cambiamento. Da questo punto di vista, bisogna dire una cosa: ho mancato il mio appuntamento con i francesi».

Lei dice nessuna violenza, il procuratore parla di rapporto precipitoso: si può capire un rapporto a pagamento?
«No. Credo sia più grave di una debolezza, credo sia una colpa morale. Non ne sono fiero, me ne rammarico infinitamente e credo di non aver ancor finito di pentirmene».

Il rapporto medico ha detto che però che c´erano tracce di violenza.
«Bisogna leggere quel che dice il rapporto del procuratore. E lì non c´è niente: né graffi, né ferite, né tracce di violenza su di lei o su di me».

Se non c´è stata violenza, come spiega che abbia sporto denuncia, che le cose siano andate in questo modo?
«È una domanda cui si deve rispondere, ma è più lei (Nafissatou Diallo, ndr.) che deve rispondere. Alcuni hanno avanzato diverse ipotesi, per esempio finanziarie, ma non voglio troppo esprimersi su questo».

Ma si è detto che lei ha lasciato rapidamente l´albergo.
«Sono state dette molte cose false. Si è detto che volevo fuggire: era facile verificare che il mio biglietto per l´Europa era stato preso da giorni. Si è detto che volevo fuggire, mentre andavo semplicemente a pranzo con mia figlia. E le telecamere dell´albergo mostrano che non sono andato via di corsa. Le accuse sono state abbandonate perché non c´era motivo di continuare ad accusare. Fosse rimasta una minima accusa, allora ci sarebbe stato un processo. Il procuratore ha detto di rinunciare perché non c´erano prove materiali».

Adesso c´è un procedimento civile: i suoi avvocati cercheranno un accordo?
«È un po´ curioso per noi che quando le accuse sono sparite al penale si possa passare al civile. Questo dimostra le motivazioni finanziarie dietro questa vicenda. La procedura civile si svolgerà, non ho intenzione di negoziare, durerà il tempo che occorre».

Abbiamo visto immagini violente, le manette, la prigione: pensa che la giustizia americana sia stata violenta nei suoi confronti?
«Come dire? Ho avuto paura, molta paura. Quando sei preso in questa hai l´impressione che ti può triturare. Ho avuto l´impressione di essere calpestato ancor prima di poter dire una parola».

Ci sono stati per tutto ciò interventi esterni? Pressioni? Azioni? Ha pensato a un momento a una trappola o a un complotto?
«Una trappola è possibile, un complotto vedremo. Ci sono delle zone d´ombra. A pagina 12 del rapporto si dice che delle informazioni sono state date all´avvocato Thompson sulla circolazione in albergo. E la procura dice di non averle date».

Pensa a complicità nel Sofitel?
«Qualcuno deve averle date. Perché io le avevo chieste, queste informazioni, e mi sono state rifiutate. E allora vorrei sapere perché è stato deciso di aiutare quella che mi accusava e di non collaborare con me».

Il ruolo di sua moglie, Anne Sinclair, è sembrato determinante ?
«È una donna eccezionale. Non avrei resistito a tutto questo senza di lei, ho avuto la fortuna pazzesca di averla accanto a me. Le ho fatto male, lo so, me ne pento. Ma non mi avrebbe sostenuto cosi se non avesse saputo dal primo istante che ero innocente».

C´è anche una denuncia per stupro in Francia, presentata da Tristane Banon. Qual è la sua versione dei fatti?
«Sono stato ascoltato come testimone, ho detto la verità: in quell´incontro non c´è stato nessun atto di aggressione, nessuna violenza. Non dirò altro. L´ho già detto e lo ripeto: la versione presentata è immaginaria, calunniosa e del resto ho sporto querela».

Teme che vengano fuori altre storie simili?
«No. Ma se sta parlando di altri episodi inventati, non si può mai sapere».

Lei ha incontrato il personale dell´Fmi, ha presentato delle scuse: il problema non è la sfasatura tra certi aspetti della vita privata e le sue responsabilità politiche e sociali?
«Ha ragione. Per questo dicevo che non è solo una debolezza, ma una colpa morale. La questione va più lontano e riguarda le mie relazioni con le donne».

Lo capisce che questo sciocca le donne, le femministe?
«Lo capisco. Tutta la mia vita è stata presentata come se tutte le relazioni che ho avuto con gli altri, uomini o donne, fossero relazioni di potere. È tutto il contrario di me stesso. Ho rispetto per le donne, capisco le loro reazioni, ho pagato e pago ancora. Ho perso molto in questa storia».

Non ha mai cercato di cambiare?
«Da quattro mesi ho visto il dolore che ho creato attorno a me. Ho molto riflettuto. Questa leggerezza l´ho perduta per sempre».

Veniamo a questa carriera politica: conferma che voleva candidarsi alle presidenziali e che ha rinunciato?
«Sì volevo essere candidato, pensavo di poter essere utile. Tutto è alle mie spalle, è ovvio che non sono candidato, anche se continuo a pensare che la vittoria della sinistra è necessaria».

Vuol dire che parteciperà alla campagna, alle primarie socialiste e poi alla campagna di chi sarà scelto?
«Non credo di dovermi immischiare nelle primarie».

Come immagina il suo futuro? Ha rinunciato a una carriera politica?
«Non sono candidato a niente. Mi riposerò, prendo tempo per riflettere».

 

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