DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per repubblica.it
Il Guardian ha licenziato il proprio disegnatore satirico per una vignetta sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu giudicata antisemita. È stato lo stesso Steve Bell ad annunciare che non lavorerà più per il quotidiano progressista britannico, per il quale ha disegnato una vignetta quasi ogni giorno per più di quarant’anni. “Mi hanno cacciato”, ha detto il noto disegnatore. Un comunicato del giornale si limita a confermare che non gli è stato rinnovato il contratto.
L’immagine che avrebbe causato il licenziamento di Bell ritrae il premier israeliano con guantoni da pugile, con uno dei quali impugna un bisturi puntato sul proprio ventre scoperto, su cui ha tracciato un taglio con i contorni della striscia di Gaza. Nella didascalia, Netanyahu afferma: “Residenti di Gaza, uscite subito di qui!” Come dire che è stato lo stesso Netanyahu a partorire Hamas e le efferate violenze dell’attacco del 7 ottobre contro gli ebrei. La vignetta, sottoposta al quotidiano nei giorni scorsi, è stata respinta come inaccettabile dalla direzione, ma è poi finita lo stesso sui social media.
Per i critici del disegnatore, l’immagine è un riferimento a Shylock, l’usuraio ebreo del dramma di William Shakespeare “Il mercante di Venezia”, che esige “una libbra di carne” dal gentiluomo veneziano Bassanio se non sarà in grado di restituirgli i suoi soldi: un personaggio spesso accusato di rappresentare uno stereotipo antisemita. Bell replica che si tratta invece di un’allusione a una vignetta del disegnatore americano David Levine degli anni Sessanta, in cui il presidente americano Lyndon Johnson appariva con una cicatrice a forma del Vietnam sulla schiena. Per questo, aggiunge, la vignetta su Netanyahu da lui inviata al Guardian la settimana scorsa recava la scritta “omaggio a David Levine”.
Commentando la polemica su X, l’ex-Twitter, il vignettista inglese afferma che “è diventato quasi impossibile disegnare qualcosa sul Guardian che riguardi Israele senza venire accusati di antisemitismo”. Interpellato dal Daily Telegraph, un portavoce del quotidiano progressista osserva che il contratto in scadenza del disegnatore “non è stato rinnovato”, notando che le vignette di Bell sono state “una parte importante del Guardian negli scorsi quarant’anni”, ringraziandolo e augurandogli “il meglio” per il futuro.
Non è la prima volta che Bell viene accusato di antisemitismo.
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