DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E…
1 - L'ADDIO A DE CRESCENZO «FU MINACCIATO DALLA CAMORRA»
Fulvio Bufi per il “Corriere della sera”
Alla fine il rito funebre nella basilica di Santa Chiara si trasforma quasi in una cerimonia laica. Succede quando Renzo Arbore, dal microfono davanti all' altare, chiede alla folla stipata in chiesa, chiamandola «popolo di Luciano», di scambiarsi «un segno d' amore».
Va in scena così, nel giorno dell' addio, la rappresentazione plateale di ciò che Luciano De Crescenzo ha sempre sostenuto: «Il mondo si divide in uomini d' amore e uomini di libertà. E i napoletani sono uomini d' amore».
Non soltanto Arbore, ma anche Geppy Gleijeses, che quest' anno ha portato in teatro l' adattamento di «Così parlò Bellavista» «e ora rivela che dopo l' uscita del film De Crescenzo fu minacciato dalla camorra per la scena in cui dà a un boss una lezione di umanità e dignità: «Ma non lo ha mai detto a nessuno». Presto Napoli avrà una strada intitolata a Luciano De Crescenzo. Oggi si chiama vico Belledonne, e chissà se la scelta è stata ispirata anche dalla sua nota passione per il genere femminile.
MARIANGELA MELATO - LUCIANO DE CRESCENZO - RENZO ARBORE
2 - DE CRESCENZO E L' ODIENS PER LA TELEVISIONE
Aldo Grasso per il “Corriere della sera”
Luciano De Crescenzo detestava i grandi ascolti. In un articolo per il Corriere del novembre 2002 scriveva: «La parola audience (che, attenzione, si scrive audience ma che si pronunzia odiens , proprio per sottolinearne la pericolosità) produce un abbassamento della qualità di tutti i programmi televisivi. La tv, infatti, proprio per andare incontro al gusto delle masse abbassa il proprio gusto fino a farlo coincidere con quello della maggioranza».
LUCIANO DE CRESCENZO E ISABELLA ROSSELLINI
La tesi è dibattuta, potrebbe essere applicata a tutte le scritture di massa. De Crescenzo, citando Biante di Priene (il pensiero greco classico riveduto e corretto dalla verve partenopea), faceva sua la massima secondo cui «la maggioranza degli uomini è stupida». Verrebbe da dire, meno male che questa supremazia della stupidità si applica solo a certi programmi tv.
«Se la maggioranza è stupida, come fa una nazione a vantarsi di essere democratica?», incalza però De Crescenzo. Interrogativo vero, tremendo, spietato, da far tremare i polsi. E se il Paese finisse in mano agli incompetenti? Per fortuna, a nostra parziale consolazione, certe brutte cose succedono solo con l' audience, che si pronunzia odiens.
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